Meta, la società proprietaria di Facebook e Instagram, ha deciso di eliminare il programma di fact-checking, ossia il sistema di verifica dei fatti gestito da terze parti, per sostituirlo con le Community Notes, uno strumento scritto dagli utenti sul modello della piattaforma X (ex Twitter) di Elon Musk.
La mossa è stata annunciata dal CEO Mark Zuckerberg come un tentativo di “ripristinare la libertà di espressione” sulle sue piattaforme. Contestualmente, Meta rimuoverà anche alcune restrizioni sui contenuti, focalizzandosi esclusivamente su violazioni gravi, come terrorismo o sfruttamento minorile.
“Abbiamo visto questo approccio funzionare su X, dove la comunità decide quando un post necessita di contesto aggiuntivo”, ha spiegato Joel Kaplan, nuovo responsabile degli Affari Globali di Meta, nel post ufficiale che illustra il cambiamento.
Una svolta nell’era Trump
La decisione arriva in un contesto di rinnovati rapporti tra Zuckerberg e Donald Trump, recentemente rieletto presidente degli Stati Uniti. Il leader di Meta, che aveva bandito Trump da Facebook dopo l’assalto a Capitol Hill del 2021, si è riavvicinato al magnate in vista del suo nuovo mandato.
Zuckerberg ha incontrato Trump a Mar-a-Lago lo scorso novembre, ha donato un milione di dollari al fondo per la sua inaugurazione e, nelle settimane successive, ha riorganizzato i vertici di Meta nominando Kaplan al posto di Nick Clegg, esponente liberale.
In un video pubblicato per annunciare la fine del fact-checking, Zuckerberg ha attaccato duramente l’Europa e l’amministrazione Biden, accusati di promuovere leggi e politiche che “istituzionalizzano la censura”. Ha invece sottolineato l’importanza di collaborare con Trump per “contrastare i governi stranieri che minano le aziende americane”.
Critiche e alleanze
La scelta di Meta non è esente da polemiche. Da un lato, l’approccio libertario è stato accolto positivamente da figure come Elon Musk, che ha definito la decisione “cool”. Dall’altro, desta preoccupazione tra gli osservatori per i rischi di una maggiore diffusione di disinformazione e contenuti dannosi.
Ironico è che il programma di fact-checking fosse stato introdotto da Meta proprio dopo le elezioni del 2016, contestate per l’influenza delle fake news. Ora, con Trump nuovamente al potere, Zuckerberg sembra pronto a ricalibrare le sue priorità, posizionandosi come paladino del libero pensiero e consolidando una linea politica in sintonia con la nuova amministrazione.
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