La scuola sta per finire, e tra poco cominciano gli esami di maturità. Ma c’è una scadenza molto importante cha si sta avvicinando nel mondo scolastico, ovvero il 30 giugno, ultimo giorno in cui possiamo presentare i progetti del programma Scuola 4.0, previsto dal Pnrr.
2,1 miliardi di euro di investimenti al fine di rendere le classi più moderne, dotandosi di tecnologie ed implementando i laboratori. Sono tantissimi soldi che la scuola non vedeva da tanto tempo, e che ora rischia di perdere – oppure di spendere a caso.
Piano Scuola 4.0
Il piano Scuola 4.0 distribuisce risorse a più di 8000 Istituti in tutto il Paese, ed è difficile stimare quanti di questi avranno fatto i compiti per casa entro il 30 giugno. Risulta significativo, comunque, che Antonello Giannelli, presidente dell’Anp (Associazione nazionale presidi), abbia inviato due richieste a Giuseppe Valditara, ministro dell’istruzione e del merito, chiedendo di dotare le scuole di personale qualificato per gestire i bandi del Pnrr e per posticipare di tre mesi la scadenza del Piano Scuola 4.0.
La scuola è uno degli ambiti che registra maggiori ritardi nel Pnrr, anche se i fondi sono già stati assegnati, e i presidi hanno in tasca mezzo milione di euro da spendere. Avverte Giannelli: «I dirigenti temono di essere inadempienti, perciò sussiste il rischio che comprino attrezzature non utili per assolvere all’obbligo di spesa».
Ambienti di apprendimento innovativi, connessi e digitali
Scuola 4.0 è una delle sei linee di investimento che il Pnrr ha deciso di destinare al mondo dell’istruzione, per la costruzione di nuove scuole, asili, nidi, palestre e mense. Per il ministero l’obiettivo è quello di «accompagnare la transizione digitale della scuola italiana, trasformando le aule scolastiche precedentemente dedicate ai processi di didattica frontale in ambienti di apprendimento innovativi, connessi e digitali e potenziando i laboratori per le professioni digitali».
Il piano mira alla creazione di 100mila nuovi ambienti per l’apprendimento e per migliorare i laboratori. E’ suddiviso in due fasi: la prima fase si chiama Classrooms, destinata a tutti gli Istituti scolastici per coprire la trasformazione digitale delle classi; la seconda fase si chiama Labs, si rivolge alla scuole superiori e in particolare ai laboratori.
Il piano è cominciato tra il 2021 e il 2022, e a novembre 2022 sono stati ripartiti i fondi tra i vari Istituti. A febbraio 2023 le scuole avrebbero dovuto comunicare, almeno genericamente, come spendere le risorse assegnate sulla piattaforma Scuola futura, istituita appositamente per la gestione dei fondi del Pnrr.
Ora c’è tempo fino al 30 giugno per mettere nero su bianco i progetti, che dovranno essere conclusi a dicembre 2024. Osserva Giannelli: «C’è grande preoccupazione in molte scuole perché i tempi sono compressi ed è a rischio l’operazione di individuazione dei contenuti».
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Saranno le scuole a decidere in che modo spendere i soldi; ma il vero problema, secondo Massimiliano De Conca, segretario regionale della Federazione dei lavoratori della conoscenza della Lombardia, «è spendere questi soldi. La gestione amministrativa dei fondi del Pnrr sta deflagrando. Sono richieste incombenze burocratiche che hanno bisogno di tempo che le scuole non hanno».
Le scuole, nell’incertezza, cominciano a prendere contatti con dei potenziali fornitori di tecnologia, soprattutto per quanto riguarda il campo della realtà virtuale.
Osserva De Conca: «Il bando Scuola 4.0 è un’occasione unica, le scuole faranno di tutto per arrivarci». La palla ora passa al ministro Valditara, che dovrà decidere come giocare e se concedere maggior tempo ai progetti.
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