7 Aprile 2025 - La protesta

Giudici contabili contro la riforma: “Così si rischia illegalità diffusa e deresponsabilizzazione”

Lettera aperta al presidente del Consiglio Giorgia Meloni da parte della Corte dei Conti: "La nuova normativa mina i controlli sulla spesa pubblica, svilisce il ruolo della giurisdizione contabile e apre scenari di conflitto con l’Europa".

ROMA – I giudici contabili alzano la voce. Con una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, l’Associazione Nazionale Magistrati della Corte dei Conti lancia un allarme senza precedenti: la riforma in arrivo rischia di smantellare il sistema dei controlli sulla spesa pubblica, riducendo drasticamente la responsabilità per danno erariale e aprendo la strada a “scenari di illegalità diffusa e di inefficienza”.

Il testo, che approderà in Aula entro Pasqua, prevede un vero e proprio “scudo erariale” per politici, amministratori e anche soggetti privati che gestiscono fondi pubblici. Il risarcimento del danno sarà infatti ridotto fino al 70%, con un tetto massimo fissato al 20% nei casi migliori. “Un regalo per tanti”, commentano i magistrati.

La norma, fortemente voluta dalla maggioranza, si presenta con l’intento dichiarato di “superare la paura della firma” che spesso blocca l’azione amministrativa. Ma per la magistratura contabile si tratta di un passo indietro pericoloso. “La ragionevole e indistinta limitazione della responsabilità svilisce la funzione giurisdizionale”, scrivono nella missiva.

Due le modifiche più contestate:

  1. Il maxi taglio del risarcimento per danno erariale, che disincentiverebbe l’etica pubblica e favorirebbe comportamenti negligenti;
  2. Il potenziamento retroattivo della “buona fede”, introdotto da un emendamento notturno firmato da Augusta Montaruli (FdI), che rende inefficaci le contestazioni nei confronti di amministratori e politici se si dimostra la “buona fede” nell’azione compiuta.

Per i magistrati, queste misure non solo indeboliscono i controlli ma mettono anche a rischio la compatibilità con i principi europei sulla gestione trasparente delle risorse pubbliche. “Si prefigurano possibili forme di cogestione che sono incompatibili con l’indipendenza dei giudici”, si legge nella lettera.

Appello al dialogo
La lettera si conclude con un appello diretto al presidente Meloni: “Ci rivolgiamo a Lei con la convinzione che sia nostro dovere fare ogni tentativo per evitare che scelte poco meditate possano danneggiare le istituzioni. Chiediamo con urgenza un incontro chiarificatore. Nel superiore interesse del Paese”.

Una riforma che, secondo l’Associazione dei magistrati contabili, rischia non solo di cancellare il giudice del danno erariale ma anche di compromettere “gli standard di buona amministrazione”. E mentre l’opposizione annuncia battaglia in Parlamento, il silenzio dell’esecutivo preoccupa. “Finora nessuna risposta – concludono i giudici – ma restiamo fiduciosi nella possibilità di un dialogo aperto”.


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