Un’importante vittoria nella lotta all’evasione fiscale globale emerge da uno studio recente pubblicato dall’Osservatorio fiscale dell’Unione europea. L’introduzione dello scambio automatico di informazioni bancarie tra oltre 100 paesi, inclusi molti paradisi fiscali, ha portato a una riduzione del 70% dell’evasione fiscale legata ai conti offshore.
Lo studio, intitolato “Taxing Capital in a Globalized World: The Effects of Automatic Information Exchange”, evidenzia come questo sistema di condivisione di dati tra le autorità fiscali internazionali abbia significativamente limitato la capacità dei contribuenti di nascondere ricchezze all’estero per evitare il fisco.
Tuttavia, nonostante i risultati incoraggianti, lo studio segnala che circa il 30% della ricchezza offshore rimane ancora al di fuori della portata delle autorità fiscali. Questo residuo è attribuibile, in parte, alla mancata adesione di alcune banche estere alle normative internazionali, che continuano a rappresentare una sfida per una completa trasparenza fiscale.
L’Osservatorio fiscale dell’Unione europea sottolinea l’importanza di rafforzare ulteriormente la cooperazione internazionale e migliorare l’applicazione delle normative per colmare queste lacune e garantire un controllo sempre più rigoroso sulle ricchezze detenute all’estero.
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