Ancora incertezza sulle sorti dell’esame di abilitazione forense 2021. Le sessioni previste per gli scritti in presenza il 13-14-15 aprile rischiano di saltare.
QUALI SONO I RISCHI
Il Comitato Tecnico Scientifico ha infatti suggerito la sospensione delle prove scritte in relazione all’alto rischio di contagio da COVID. Del resto, le prove scritte riguardano 26.000 candidati e possono durare molte ore; due fattori che insieme comportano un’alta probabilità di assembramenti.
I rischi per la salute sono evidenti e le stesse Corti d’Appello avevano già chiesto nei giorni scorsi che le prove scritte dell’esame di abilitazione forense venissero svolte nella massima sicurezza sanitaria.
ESAME DI ABILITAZIONE FORENSE, SOLO ORALE RAFFORZATO
Il nuovo Min. Della Giustizia Cartabia sta pensando a delle valide alternative.
Il Guardasigilli ha particolarmente «a cuore la situazione dei giovani praticanti» e fin dall’inizio del suo mandato ha posto come priorità lo svolgimento in sicurezza dell’esame di quest’anno.
Una delle possibili alternative prevedere la sostituzione delle prove scritte con un esame orale rinforzato.
Come riportato da ‘Il Dubbio’, il nuovo esame di abilitazione forense prevederebbe:
– la formulazione di un quesito,
– l’individuazione di un problema,
– la redazione di un atto,
– la valutazione della capacità di orientamento nella disciplina processuale e nei riferimenti giurisprudenziali.
UNA RIFORMA NON SOLO EMERGENZIALE
Qualsiasi sia la soluzione trovata, l’esame di abilitazione forense 2021 verrà svolto in condizioni e con modalità inedite. Certo, si tratta di una versione emergenziale dell’esame, valida (si spera) solo per quest’anno.
Lo spiega chiaramente Federico Conte, deputato di Liberi e Uguali, e componente della Commissione Giustizia: «l’obiettivo è garantire l’opportunità ai praticanti e al tempo stesso tutelare la salute di tutti, svolgendo prove in sicurezza. Lo chiediamo da tempo, anche con interrogazioni, con le quali avevamo proposto metodi alternativi, più snelli e compatibili con la situazione. È necessario che il sistema sia flessibile ma selettivo».
Ma aggiunge anche che: «va completata una riflessione – già in corso nella Commissione Giustizia – su una riforma radicale dell’esame di abilitazione. Le tre prove scritte del vecchio sistema appaiono superate dai tempi. Bisogna configurare una nuova modalità di valutazione: più moderna e al tempo stesso capace di esaminare in modo completo competenze e preparazioni. Le proposte ci sono, bisogna completare rapidamente la riforma».
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