5 Novembre 2024 - Gestione migranti

Egitto non è “Paese sicuro”: tribunali in azione e polemiche politiche

Mentre riparte la missione della nave Libra, due tribunali italiani si pronunciano sul decreto governativo in materia di migranti

La missione della nave Libra della Marina militare nel Mediterraneo riprende, mentre si intensificano le polemiche sui decreti relativi alla gestione dei migranti, in particolare sul controverso decreto “Paesi sicuri” varato dal governo italiano. Dopo la decisione del tribunale di Bologna, che ha inviato un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, anche il tribunale di Roma si muove nella stessa direzione, richiedendo una risposta urgente.

Il caso specifico riguarda il diniego di protezione internazionale a un cittadino del Bangladesh, uno dei primi a essere trattenuto in Albania e successivamente riportato in Italia. I giudici romani hanno chiesto chiarimenti alla Corte Europea riguardo alla definizione di “Paese sicuro” e se tale definizione possa sussistere in presenza di violazioni di diritti fondamentali che colpiscano determinate categorie di persone.

In un contrasto di approcci, il Tribunale di Catania ha invece disapplicato il decreto senza rinvio alla Corte di Giustizia, non convalidando il trattenimento di un migrante egiziano che ha chiesto asilo a Pozzallo. Il giudice ha affermato che l’Egitto non può essere considerato un “Paese sicuro” a causa delle gravi violazioni dei diritti umani che persistono in modo sistematico e che minano le libertà fondamentali.

Reazioni politiche e polemiche

Le recenti decisioni giudiziarie hanno innescato una tempesta di polemiche politiche. Il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, ha attaccato i giudici, accusandoli di non applicare le leggi e affermando che “per colpa di alcuni giudici comunisti, il Paese insicuro ormai è l’Italia”. Una posizione che sottolinea la crescente tensione tra il governo e il sistema giudiziario in merito alla gestione dei migranti.

Dall’altro lato, il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), Giuseppe Santalucia, ha denunciato l’uso di linguaggio denigratorio nei confronti dei giudici, evidenziando come attacchi personali e pressioni politiche stiano cercando di minare l’indipendenza della magistratura. Durante l’assemblea straordinaria convocata dall’ANM in Emilia-Romagna, Santalucia ha ribadito l’importanza di una giurisdizione libera e rispettata, sottolineando che le critiche recenti non devono compromettere la capacità dei giudici di esercitare la loro funzione fondamentale.


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