depressione grave carcere

Niente carcere in caso di grave depressione

Le persone affette da grave depressione non possono scontare il carcere, nemmeno nel caso in cui abbiano commesso reati gravi come un omicidio. Con sentenza n. 9432 del 5 marzo 2024, la Cassazione penale riconosce una patologia che impedisce di vivere una vita dignitosa.

Secondo la prima sezione, la malattia di cui soffre il detenuto deve essere tanto grave da provocare conseguenze dannose o mettere in pericolo la vita. In ogni caso, la depressione deve richiedere un trattamento sanitario che non può essere attuato in carcere, dovendo quindi bilanciare l’interesse del condannato di essere sottoposto a cure adeguate e l’esigenza di sicurezza da parte della collettività.

Ai fini del differimento della pena gli Ermellini rilevano tutto quelle patologie che fanno entrare in contrasto l’espiazione della pena con il senso di umanità di cui all’art. 27 Cost. Tali patologie, infatti, sono responsabili di situazioni esistenziali che tolgono la dignità, che deve essere rispettata anche in un contesto di restrizione carceraria.

La patologia psichica potrebbe essere causa di differimento della pena, sia nel caso in cui provochi infermità fisica che non può essere affrontata in carcere, sia nel caso in cui questa renda incompatibile l’espiazione della pena e il senso d’umanità a causa delle eccessive sofferenze.

La depressione è una patologia che, nelle sue forme più gravi, può diventare incompatibile con la detenzione carceraria, poiché questa potrebbe aggiungere sofferenza, violando il concetto di rispetto di dignità umana e non perseguendo il fine rieducativo della pena.


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Crisi del praticantato avvocati: troppi costi e precarietà, un futuro incerto

Dall’entusiasmo dell’Università al limbo del praticantato: sempre meno aspiranti avvocati in Toscana. L’edizione toscana de La Repubblica di oggi, 5 marzo, fotografa un trend preoccupante: negli ultimi dieci anni, il numero di praticanti avvocati è crollato. Erano 1.351 ai nastri di partenza nel 2013, meno di 400 nel 2023.

Perché questa disaffezione? Le ragioni sono chiare: precarietà, costi elevati e scarsa valorizzazione.

Un lavoro a rischio

Il praticantato spesso si traduce in retribuzioni basse, se non assenti, e in una sostanziale mancanza di tutele. Un terreno fertile per lo sfruttamento, con i giovani avvocati relegati al ruolo di “manovali” senza prospettive concrete.

Un percorso formativo costoso

Tra iscrizione all’albo, corsi di formazione e assicurazione, il praticantato rappresenta un investimento non indifferente. Un ostacolo non da poco per molti, soprattutto in un contesto di difficoltà economiche come quello attuale.

Senza riconoscimento

I praticanti avvocati si sentono spesso poco valorizzati, relegati a compiti marginali e privi di reali opportunità di crescita professionale. Una frustrazione che alimenta il disamore per la professione.

Come invertire la rotta?

Serve un impegno concreto per migliorare le condizioni di lavoro (retribuzioni dignitose, tutele adeguate e un percorso formativo strutturato), ridurre i costi (abbassare le tasse di iscrizione all’albo e prevedere borse di studio per i più meritevoli), valorizzare il ruolo del praticantato (esperienze formative di qualità e competenze spendibili nel mercato del lavoro).

Rosa Colucci


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Ragazza che sorride

Giustizia tributaria: la presidente del Cpgt traccia il nuovo corso per un’Italia più attrattiva e sensibile alle pari opportunità

La Giustizia tributaria italiana si avvia verso un nuovo corso, all’insegna dell’efficienza, dell’indipendenza e della parità di genere. È quanto emerge dal discorso pronunciato dalla presidente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, Carolina Lussana, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024.

Obiettivi ambiziosi. L’obiettivo principale è quello di migliorare l’immagine e l’efficienza del sistema tributario italiano agli occhi degli investitori internazionali, rendendolo più competitivo e trasparente. Un altro obiettivo fondamentale è quello di promuovere la parità di genere all’interno della magistratura tributaria, dove le donne rappresentano ancora una quota minoritaria (solo il 23%).

Dati significativi. La presidente Lussana ha fornito alcuni dati significativi sull’attività della Giustizia tributaria. Nel 2023, il 48,9% delle sentenze in primo grado è stato favorevole agli Uffici impositori, il 29% al contribuente, mentre il restante 22% ha previsto ipotesi di accoglimento parziale del ricorso. La Giustizia tributaria gestisce ogni anno cause per un valore complessivo di circa 40 miliardi di euro, pari a 2 punti percentuali del PIL.

Nuove disposizioni. Per raggiungere gli obiettivi prefissati, sono state adottate diverse nuove disposizioni. Tra queste, un concorso pubblico per il reclutamento di magistrati tributari professionali, un ingresso agevolato per i giudici tributari provenienti dal mondo delle professioni e il rafforzamento del Consiglio di Presidenza come organo di autogoverno.

Autonomia e indipendenza. La presidente Lussana ha inoltre sottolineato l’importanza di rafforzare l’indipendenza del magistrato tributario dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF). A tal fine, è stata richiesta l’autonomia finanziaria del Consiglio di Presidenza e un ruolo autonomo nella gestione del personale.

Revisione della geografia giudiziaria. Infine, la presidente Lussana ha annunciato una revisione della geografia giudiziaria, ferma da venti anni. La revisione terrà conto dell’estensione del territorio, dei carichi di lavoro, degli indici di sopravvenienza, del numero degli abitanti e degli enti dedicati alla riscossione.

Rosa Colucci


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Cellulare al volante: sospensione della patente

Fare la carta d’identità elettronica è un’impresa

sospensione patente cellulare

Cellulare al volante: sospensione della patente

Grazie al nuovo ddl di riforma del codice della strada, chi verrà beccato ad utilizzare il cellulare alla guida vedrà la propria patente sospesa. I neopatentati, invece, potranno guidare auto di media cilindrata, ma saranno off limits le supercar.

Novità anche per gli autovelox: nel caso di multe seriali prese sullo stesso tratto stradale nel giro di un’ora si dovrà pagare la sanzione massima aumentata di un terzo.

In autostrada potranno circolare i motorini con una cilindrata di 120, ma soltanto se li guida una persona maggiorenne.

Sospensione patente

In ogni caso, la modifica più discussa al codice stradale è quella della sospensione della patente per una settimana se si viene beccati a guidare con il telefono in mano. Questo se sulla patente ci sono almeno dieci punti; in caso contrario, la sospensione aumenta a 15 giorni.

La sospensione raddoppia nel caso in cui l’utilizzo del cellulare causa incidenti oppure manda fuori strada altri veicoli. Vengono ridotte le sanzioni, comunque, che saranno comprese tra 250 e 1.000 euro, nonostante in origine il ddl prevedesse sanzioni comprese tra 422 e 1.697 euro.

I recidivi dovranno pagare sanzioni comprese tra 350 e 1.400 euro. La maggiorazione, su tutte le multe, non potrà superare i tre quinti dell’importo presente sulla sanzione.

Neopatentati

I neopatentati, per i primi tre anni potranno mettersi alla guida di autoveicoli fino a 75 kW/t e autovetture fino a 105 kW/h, aumentando in tal modo gli attuali limiti (55 Kw/t e 70 kW/h). Resta la confisca del veicolo in caso di circolazione contromano che causa morti o lesioni gravi o gravissime.

Alcol e droghe

Pene più severe anche per coloro che si mettono alla guida dopo aver assunto alcol e/o sostante stupefacenti. I monopattini elettrici dovranno obbligatoriamente essere targati e assicurati, e ci sarà tolleranza zero per le persone che abbandonano per strada gli animali, che rischieranno 7 anni di carcere.

Verrà annotato sul documento se sono presenti condanne per guida con tasso di alcol nel sangue che supera 0.8 grammi per litro. Verranno apposti i codici europei per la limitazione dell’utilizzo del veicolo così come previsti dall’allegato I direttiva n.2006/126/Ce.

Tali codici indicano che il conducente non può bere prima di guidare, oppure può guidare veicoli integrati con alcolock, dispositivo che impedisce che la vettura parta se viene rilevata la presenza di tasso alcolemico nel fiato.

Modifiche anche all’art. 187 relativo all’assunzione di sostanze stupefacenti. Viene punita la condotta di mettersi alla guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti vietate, a prescindere dallo stato di alterazione psicofisica del conducente.


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Fare la carta d’identità elettronica è un’impresa

Mini-truffe: per la Cassazione non saranno più perseguibili penalmente

carta d'identità elettronica

Fare la carta d’identità elettronica è un’impresa

In molte città italiane, nell’ultimo anno, si sono allungati molto i tempi per richiedere e rinnovare la CIE, la carta d’identità elettronica, documento che può essere utilizzato per viaggiare all’interno dell’UE. Così come il passaporto, anche per la CIE è diventato parecchio difficile prenotare un appuntamento: si devono attendere settimane, se non mesi.

La CIE sostituisce la carta d’identità cartacea, permettendo all’Italia di adeguarsi agli attuali sistemi internazionali di anticontraffazione e di sicurezza. All’interno della carta d’identità elettronica troviamo un microprocessore contenente vari dati, come le impronte digitali della persona.

Sono presenti, inoltre, anche informazioni riguardanti il consenso per la donazione o meno degli organi dopo la morte. Infatti, i funzionari del comune, durante l’appuntamento chiedono se la persona è favorevole alla donazione degli organi, per inserire la risposta nel documento.

A Roma, i tempi per il rilascio della CIE sono quelli più lunghi in assoluto. Per esempio, il Corriere di Roma ha constatato che il primo appuntamento disponibile per il rilascio del documento era il 10 febbraio 2025, ovvero un anno dopo la richiesta.

Nonostante il comune organizzi vari open day, trovare un appuntamento è comunque un’operazione complicata. Situazioni simili si sono verificate anche a Mestre, Caserta, Firenze, Parma, Treviso e altri piccoli comuni.

Sembra che questi tempi d’attesa molto lunghi siano stati causati principalmente da un sistema disorganizzato, sia negli uffici che nelle prenotazioni, che vengono fatte utilizzando un sistema realizzato dal ministero dell’Interno.

Per questo motivo molte altre città hanno deciso di utilizzare un altro metodo, ovvero prendere direttamente in carico la gestione delle prenotazioni con un portale interno. Si pensi per esempio a Napoli, che ha anche attivato un numero verde: il risultato è che il tempo d’attesa è passato da tre mesi a tre giorni.

Nel frattempo, se hai bisogno di accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione e di Privati accreditati, puoi contare su SPID!

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Mini-truffe: per la Cassazione non saranno più perseguibili penalmente

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D’ora in avanti la Cassazione non punirà più penalmente le truffe per poche centinaia di euro: viene esclusa, infatti, la condanna per pochi “spiccioli”. La condotta verrà coperta soltanto con speciale tenuità del fatto.

Questo è quanto affermato dalla seconda sezione penale della Corte di Cassazione con sentenza 8979 del 1° marzo 2024, respingendo il ricorso della Procura di Brescia. La condanna non potrà più essere ripristinata nemmeno se il colpevole è entrato in azione più volte, come nel caso specifico, in cui è stato denunciato il furto di 150 euro da una PostePay.

Secondo il Collegio, il fatto particolarmente tenue dev’essere qualificato grazie a tre indici:

  1. La modalità della condotta;
  2. L’esiguità del danno;
  3. Il grado di colpevolezza.

Si tratta di un’analisi molto dettagliata, che non si limita alla semplice valutazione di quanto sottratto, andando ad esaminare il contesto dell’azione e del conseguente impatto.

Tale interpretazione della legge punta a riconoscere la distinzione tra i gravi reati penali e le azioni di minore gravità, concentrandosi sulle specifiche circostanze del caso. La particolare tenuità del fatto si può applicare soltanto ai crimini che vengono puniti con pena economica e/o detentiva che non supera i due anni di reclusione.

Secondo la Corte di Cassazione, non aver punito penalmente alcune truffe minori non proviene da una mancanza di conformità alla legge, ma dalla complessiva considerazione del disvalore del reato.


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Tribunali più smart per una giustizia più vicina ai bisogni dei cittadini. Parte oggi la sperimentazione del progetto ‘Tribunale online’. Sette le sedi coinvolte: Catania, Catanzaro, L’Aquila, Marsala, Napoli Nord, Trento e Verona.

L’iniziativa, realizzata dalla Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati del Dipartimento per la transizione digitale della giustizia, è stata finanziata nell’ambito del Pon Governance 2014-2020, in coerenza con le priorità indicate dal Pnrr.

Il portale, fruibile da qualsiasi dispositivo, è costituito da una sezione pubblica accessibile a tutti, di natura informativa, e da una sezione riservata, in cui i cittadini dotati di identità digitale possono depositare autonomamente alcune istanze nei procedimenti di volontaria giurisdizione e monitorarne le fasi

L’obiettivo è quello di offrire a cittadini e utenza qualificata servizi informativi e strumenti digitali in grado di semplificare l’accesso alla giustizia, al tempo stesso riducendo e razionalizzando l’affluenza alle cancellerie. Fra i primi procedimenti ammessi al deposito telematico ci sono quelli riguardanti l’amministrazione di sostegno, la gestione di eredità giacente e la nomina del curatore.

Il nuovo portale del ‘Tribunale online’ rappresenta un’evoluzione importante nel processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione, per avvicinare e guidare il cittadino nella fruizione dei servizi del comparto Giustizia.

Rosa Colucci


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È stato recentemente pubblicato un rapporto dell’associazione Antigone per quanto riguarda la situazione delle carceri minorili italiane. Leggiamo nel rapporto che i detenuti all’interno delle carceri minorili, all’inizio del 2024, sono circa 500: si tratta di un numero che non si vedeva da più di dieci anni.

Secondo il rapporto dell’associazione Antigone, questa è una conseguenza del “decreto Caivano”, approvato lo scorso settembre con lo scopo di contrastare la criminalità minorile.

Nel decreto viene abbassata la soglia per l’utilizzo della custodia cautelare nelle carceri minorili, consentendo di ordinare il carcere preventivo per tutti quei reati che prevedono delle pene di almeno sei anni, mentre precedentemente la soglia era fissata a 9.

È stata abbassata anche l’età minima per ordinare il Daspo urbano, da 18 a 14 anni e sono state aumentate le sanzioni per lo spaccio e per il porto d’armi.

Nel rapporto viene segnalato che le persone entrate nelle carceri minorili nel 2023 sono state 1.143: un numero che non si raggiungeva da almeno 15 anni.

Nel gennaio 2024, ci sono state 340 persone in custodia cautelare, rispetto alle 243 dell’anno precedente. Cresce anche l’ingresso nelle carceri minorili di persone che violano la legge sugli stupefacenti, registrando un aumento del 37,4% nel corso di un anno.

Secondo il rapporto, all’inizio del 2024, nelle carceri minorili erano presenti soprattutto giovani tra i 16 e i 17 anni, e i minorenni sono in maggioranza del 60%.


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Il Consiglio Nazionale Forense esprime la più ferma condanna per la vile aggressione subita dall’avvocato Roberto Angelosanto, avvenuta nelle scorse ore a Cassino. Il professionista è stato colpito al volto e al costato da un uomo, controparte di un cliente assistito dall’avvocato del Foro di Cassino, in prossimità di un bar. L’aggressione ha causato la rottura di due costole e un trauma cranico all’avvocato Angelosanto, che è stato trasportato all’ospedale Santa Scolastica della città.

Il Cnf esprime vicinanza al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cassino, che per primo ha denunciato il fatto, e sottolinea come questo episodio sia l’ennesimo di una deriva culturale che identifica l’avvocato con la parte assistita.

Rosa Colucci


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L’attuazione della delega fiscale apre nuovi spazi professionali per gli avvocati tributaristi, che necessitano però di una specifica specializzazione. Lo sottolinea l’Uncat (Unione nazionale delle Camere degli avvocati tributaristi), evidenziando come la riforma abbia ampliato i compiti attribuiti agli avvocati in materia di tax compliance e consulenza aziendale.

Nuove competenze e specializzazione

Tra le nuove opportunità per gli avvocati tributaristi si annoverano:

  • Tax control framework: la certificazione delle aziende per il controllo del rischio fiscale.
  • Strategia e pianificazione aziendale: consulenza specifica in materia di risk management fiscale.
  • Procedure previste dalla disciplina della crisi d’impresa e di compliance: assistenza alle aziende in difficoltà e nella gestione della conformità alle norme fiscali.

L’Uncat sottolinea come la specifica preparazione degli avvocati tributaristi, sia sostanziale che processuale, li renda figure chiave nella gestione del rischio fiscale e nella consulenza alle imprese.

La via della specializzazione

Per cogliere appieno le opportunità offerte dalla riforma fiscale, gli avvocati tributaristi devono necessariamente seguire un percorso di specializzazione. L’Uncat si impegna a supportare questo percorso, in collaborazione con il Consiglio Nazionale Forense.

Collaborazione con commercialisti e magistrati

L’avvocato tributarista, con la sua preparazione, può affiancare i clienti, imprese e cittadini, lungo tutto l’arco della relazione tributaria, in sinergia con i commercialisti.

L’Uncat auspica una collaborazione fattiva con commercialisti e magistrati per sciogliere i nodi normativi e organizzativi emersi dalla riforma.

Protocolli per l’efficienza del processo tributario

L’Uncat sta collaborando con il Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria per migliorare l’organizzazione delle Corti di giustizia tributaria, il funzionamento del processo tributario telematico e i concorsi per l’assunzione dei magistrati professionali.

In questo contesto si inseriscono i protocolli che si stanno elaborando sul territorio, come quello firmato dalla Camera tributaria di Milano e Corte di giustizia di primo grado, che prevede la condivisione di buone prassi per migliorare l’efficienza del processo tributario.

Rosa Colucci


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