sanzione antitrust tiktok

Antitrust: mega sanzione a TikTok per contenuti rischiosi per i minori

Tre società di ByteDance Ltd, TikTok Technology Limited, TikTok Information Technologies UK e TikTok Italy Srl sono state sanzionate dall’Antitrust, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, per 10 milioni di euro.

Le tre società, secondo l’Antitrust, non hanno svolto gli adeguati controlli sui contenuti considerati rischiosi per i minori e per le persone vulnerabili.

L’Antitrust, in un comunicato stampa, cita la “challenge della cicatrice francese”, una sfida molto popolare su TikTok che consiste nel stringere con forza la pelle delle guance del viso per farsi venire delle chiazze rosse.

Secondo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, l’algoritmo incentiva la diffusione di tali contenuti, che vengono mostrati a tantissimi utenti senza effettuare adeguati controlli.


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direttiva NIS 2

Direttiva europea NIS 2: cosa devono fare le aziende per adeguarsi

Il 17 gennaio 2023 è entrata in vigore la Direttiva Ue NIS 2, ovvero un quadro normativo che punta alla creazione di una strategia di cybersicurezza comune a tutti gli stati Ue.

Non essendo un regolamento (come lo è il GDPR) ma una direttiva, tutti gli Stati Membri dovranno recepirla entro un periodo prestabilito, al fine di sviluppare un piano per la sicurezza e creare dei team di esperti: la data è stata fissata per il 18 ottobre 2024.

La Direttiva NIS 2 si aggiunge alle linee guida e alle norme Europee per la protezione dei dati e della privacy:

  • Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati UE 2016/679 (GDPR);
  • Regolamento DORA;
  • Direttiva CER;
  • Cyber Resilience Act;
  • Perimetro di Sicurezza Nazionale Cibernetica.

Per le aziende l’impatto della Normativa sarà significativo, poiché dovranno adottare maggiori misure di cybersicurezza. Verranno coinvolti, in particolare, i fornitori di servizi digitali, che avranno l’obbligo di notificare alle autorità competenti entro 24 ore gli incidenti di sicurezza.

La Direttiva prevede l’obbligatorietà di pubblicare, da parte dell’organizzazione colpita, la violazione subita sui propri canali.

La Direttiva NIS 2 è dedicata alle organizzazioni pubbliche e private che si occupano di servizi essenziali, quali:

  • Società di produzione e distribuzione energia;
  • Servizi sanitari;
  • Trasporti;
  • Infrastrutture di comunicazione elettronica;
  • Servizi bancari e finanziari.

Inoltre, la nuova Direttiva si applica anche ai fornitori di servizi digitali:

  • E-commerce;
  • Motori di ricerca;
  • Cloud computing;
  • Gestione dei servizi ICT, della PA e dello spazio.

Altri settori critici

Viene introdotta una nuova tipologia di settori, chiamati “altri settori critici”:

  • servizi postali e di corriere;
  • gestione dei rifiuti;
  • fabbricazione, la produzione e la distribuzione di sostanze chimiche;
  • produzione, la trasformazione e la distribuzione di alimenti;
  • fabbricazione di dispositivi medici e di dispositivi medico-diagnostici in vitro;
  • fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica;
  • fabbricazione di apparecchiature elettriche;
  • fabbricazione di macchinari e apparecchiature n.c.a.;
  • fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi;
  • fabbricazione di altri specifici mezzi di trasporto;
  • fornitori di servizi digitali;
  • organizzazioni di ricerca.

Vengono introdotte anche due nuove categorie di attori: soggetti essenziali e soggetti importanti. Gli Stati membri, entro il 17 aprile 2025, dovranno definire l’elenco di tali soggetti, e ogni due anni dovranno aggiornarli.

Cosa devono fare le aziende?

Come prima cosa, bisogna capire se si rientra all’interno delle tipologie di soggetti importanti ed essenziali, dunque, soggetti che svolgono delle attività considerate fondamentali affinché società ed economia funzionino.

Successivamente, sarà necessario definire le misure operative, tecniche e organizzative, rifacendosi al principio di “Accountability” del Gdpr. Leggiamo nel sito Mondo Privacy“:

«Il “principio di accountability” potrebbe essere tradotto, nella lingua italiana, con “principio di responsabilizzazione e di rendicontazione”. Difatti, tale termine richiama almeno due accezioni, distinte tra loro ma fondamentali allo stesso tempo, che ricomprendono gli adempimenti richiesti al Titolare: l’adempimento al dettato normativo nonché la capacità di dimostrare e comprovare la conformità al Regolamento UE 679/2016».

Le misure da attuare

Nella Direttiva NIS 2 troviamo un elenco delle misure da attuare:

  1. Politiche di analisi dei rischi e sicurezza dei sistemi informatici;
  2. Sistemi per gestire gli incidenti;
  3. Soluzioni di business continuity che garantiscano la continuità operativa e la gestione della crisi;
  4. Misure di sicurezza dell’intera supply chain;
  5. Sicurezza dell’acquisizione, sviluppo e manutenzione dei sistemi e delle reti informatiche, inclusa la gestione e la divulgazione delle vulnerabilità;
  6. Strategie per valutare l’efficacia delle misure di gestione dei rischi di cybersecurity;
  7. Pratiche di igiene informatica basilari e formazione in materia di sicurezza informatica;
  8. Procedure circa l’utilizzo della crittografia e della cifratura;
  9. Misure per la sicurezza delle risorse umane;
  10. Uso di autenticazione a più fattori o di autenticazione continua, di comunicazioni vocali, video e testuali protette e di sistemi di comunicazione di emergenza protetti.

Data Breach Recovery Plan

Fondamentale è la definizione di una Data Breach Recovery Plan. Nel caso in cui avvenga un incidente importante, bisognerà rispettare una procedura di notifica alle autorità competenti:

  1. Per prima cosa, bisogna lanciare un preallarme entro 24 ore da quando si è scoperto l’incidente;
  2. Successivamente, è necessario emettere una notifica entro 72 ore da quando si è venuti a conoscenza dell’incidente, aggiornando le informazioni contenute nel preallarme;
  3. Per concludere, entro un mese bisognerà procedere alla redazione di una relazione finale.

Nella Direttiva NIS 2 troviamo anche la definizione di Incidente Significativo:

  • ha causato oppure è in grado di causare una grave perturbazione operativa dei servizi o perdite finanziarie per il soggetto interessato;
  • si è ripercosso oppure è in grado di ripercuotersi su altre persone, che siano esse fisiche o giuridiche, determinando perdite considerevoli.

Nel Data Breach Recovery Plan saranno presenti anche ulteriori misure organizzative, quali:

  • nominare un responsabile per la sicurezza informatica;
  • definire le responsabilità e i ruoli del personale che gestisce gli incidenti;
  • definire le procedure da seguire in caso di Data Breach.

Le sanzioni

Le sanzioni potranno essere amministrative o penali.

Non esiste un listino delle sanzioni, poiché la Direttiva NIS 2 lascia facoltà agli Stati Membri di adottare il proprio regime sanzionatorio.

Sono, tuttavia, previsti dei limiti massimi: gli operatori essenziali potranno incorrere in sanzioni per un massimo di 10 milioni di euro, mentre gli operatori importanti saranno interessati da sanzioni non oltre i 7 milioni di euro.

In ambito penale ogni singolo Stato Membro dovrà attenersi alla propria legislazione. In Italia, per esempio, si prevede la reclusione sino a 7 anni in caso di gravi violazioni della privacy.

L’adeguamento alla direttiva NIS 2 non è soltanto un modo per mettersi in regola, ma è anche un’ottima occasione per introdurre una cultura della sicurezza in azienda.

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Nesta (COA Roma) al ministro Nordio: “Ecco le criticità da risolvere immediatamente”

Ieri, nell’aula Unità d’Italia della Corte d’Appello di Roma, si è tenuto un incontro, su iniziativa del Presidente Giuseppe Meliadò, cui hanno partecipato il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, il Procuratore Generale della Corte d’Appello Salvatore Vitello e il Presidente del COA Roma Paolo Nesta.

Gli interventi dei tre vertici hanno rimarcato al Ministro la situazione di grande difficoltà degli uffici giudiziari romani, con particolare riferimento alla Corte d’Appello, che presenta un arretrato pari al 20% di quello nazionale e una significativa carenza di personale. In particolare, il Presidente Nesta ha evidenziato le criticità legate alle riforme processuali degli ultimi anni, che hanno limitato i diritti della difesa senza risolvere il problema.

Ma non solo di Appello si è trattato, infatti il Presidente Nesta ha sottolineato al Ministro la gravità della situazione presso gli uffici del Giudice di Pace, dove si registra una carenza del 70% di organico e i ricorsi per ingiunzione vengono esaminati con ritardi inaccettabili. Il Presidente del Consiglio capitolino ha anche evidenziato la riluttanza degli Avvocati romani nel trasferimento della sede del Giudice di Pace in zone distanti da Piazzale Clodio.

“Particolarmente diretta ed incisiva – si legge nella nota del COA Roma – la conclusione del suo intervento, in cui senza mezzi termini ed evitando inutili indugi, Nesta ha invitato il Ministro a intervenire con urgenza per risolvere queste criticità, sottolineando la necessità di mettere a disposizione adeguate risorse economiche per garantire risposte altrettanto adeguate alle richieste di Giustizia dei cittadini”.

“Serietà e impegno – conclude la nota – le parole d’ordine da parte delle istituzioni competenti, sperando in provvedimenti rapidi il cui ritardo nell’emanazione costituirà di per sé l’ennesimo sfregio alla Giustizia”.

Rosa Colucci


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Riforma fiscale: al via la consultazione pubblica sui 9 Testi unici per semplificare il sistema tributario

Pronte le bozze dei Testi unici per la riforma del Fisco: l’Agenzia delle Entrate ha avviato la consultazione pubblica che durerà fino al 13 maggio 2024. L’obiettivo è quello di semplificare e rendere più chiaro il sistema tributario italiano.

Cosa sono i Testi unici?

Si tratta di 9 raccolte normative che riorganizzano in maniera organica le disposizioni vigenti del sistema tributario, ad eccezione di quelle relative all’Irap, ai servizi catastali e alle agevolazioni fiscali.

Quali sono i 9 Testi unici?

  1. Imposte sui redditi
  2. Iva
  3. Imposta di registro e altri tributi indiretti
  4. Tributi erariali minori
  5. Adempimenti e accertamento
  6. Sanzioni tributarie amministrative e penali
  7. Giustizia tributaria
  8. Versamenti e riscossione
  9. Agevolazioni tributarie e regimi di particolari settori

Come partecipare alla consultazione?

Accademici, professionisti e contribuenti possono inviare le loro osservazioni o proposte di modifica ai seguenti indirizzi di posta elettronica:

Cosa fare dopo la consultazione?

L’Agenzia delle Entrate valuterà i contributi pervenuti e li recepirà eventualmente nelle versioni definitive delle raccolte normative. I commenti pervenuti saranno pubblicati sul sito web dell’Agenzia, ad eccezione di quelli che contengono una espressa richiesta di non divulgazione.

Per maggiori informazioni

Consultare il sito web dell’Agenzia delle Entrate: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/

Rosa Colucci


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Istituito l’Osservatorio Nazionale sull’Equo Compenso

Il Ministero della Giustizia ha istituito l’Osservatorio Nazionale sull’Equo Compenso, previsto dalla legge n. 49 del 21 aprile 2023. L’Osservatorio avrà il compito di vigilare sull’osservanza delle disposizioni normative in materia di equo compenso per le prestazioni professionali.

Composizione dell’Osservatorio

L’Osservatorio è presieduto dal dott. Francesco Comparone, Vice Capo di Gabinetto del Ministero della Giustizia. È composto da rappresentanti di:

  • Ministero della Giustizia
  • Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
  • Consigli nazionali degli ordini professionali vigilati dal Ministero della Giustizia
  • Consigli nazionali degli ordini professionali vigilati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
  • Consigli nazionali degli ordini professionali vigilati dal Ministero della Salute
  • Associazioni di professionisti non iscritti ad ordini e collegi

Per l’avvocatura è presente Francesco Greco, presidente del Consiglio Nazionale Forense.

Funzioni dell’Osservatorio

L’Osservatorio svolge le seguenti funzioni:

  • Vigila sull’osservanza delle disposizioni normative in materia di equo compenso
  • Formula proposte per la promozione e l’attuazione dei principi di equo compenso
  • Promuove la diffusione di informazioni e buone prassi in materia di equo compenso
  • Segnala alle autorità competenti le eventuali violazioni delle disposizioni normative in materia di equo compenso

Composizione della Segreteria tecnico-scientifica

L’Osservatorio si avvale di una Segreteria tecnico-scientifica composta da due magistrati:

  • Martina Rispoli, addetta al Gabinetto del Ministro
  • Rossella Pegorari, addetta all’Ufficio II della Direzione generale degli affari interni

Segreteria organizzativa

Gli adempimenti connessi ai lavori dell’Osservatorio sono curati da:

  • Francesco Colia
  • Maria Martorelli

funzionari in servizio presso l’Ufficio bilancio del Gabinetto del Ministro.

Competenze

Ai componenti dell’Osservatorio non spetta alcun compenso, gettone di presenza, rimborso di spese o altro emolumento.

Data di emanazione del decreto

Il decreto è stato emanato il 28 febbraio 2024.

Il testo del decreto è disponibile sulla Gazzetta Ufficiale n. 54 del 5 marzo 2024. Per maggiori informazioni sull’equo compenso, è possibile consultare il sito web del Ministero della Giustizia.

Rosa Colucci


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L’Europa approva la prima legge sull’intelligenza artificiale: l’AI Act

Il Parlamento europeo ha dato il via libera all’AI Act, il regolamento europeo sull’intelligenza artificiale, che rappresenta una pietra miliare nella regolamentazione di questa tecnologia emergente. L’obiettivo è quello di mettere al centro dello sviluppo dell’IA il rispetto dei diritti fondamentali e della dignità delle persone, creando un precedente per il resto del mondo.

Un’attesa lunga sette anni

Il testo ha completato un lungo iter legislativo durato sette anni, diventando la prima legge al mondo in materia di IA. Tuttavia, la sua promulgazione non avverrà prima di maggio 2024, per permettere la traduzione in 24 lingue e l’adattamento alle normative nazionali. Un ulteriore voto del Parlamento a metà aprile e il via libera del Consiglio dell’Unione Europea saranno necessari prima dell’entrata in vigore.

A chi si applica la legge?

Le nuove regole si applicheranno a tutti i soggetti, pubblici e privati, che producono o utilizzano sistemi di intelligenza artificiale destinati al mercato europeo o che coinvolgono persone situate nell’Unione. Le aziende dovranno quindi adeguarsi alle nuove norme per poter continuare a operare in Europa.

Quali sistemi sono interessati?

L’AI Act distingue i sistemi di intelligenza artificiale in base a quattro categorie di rischio: minimo, limitato, alto e inaccettabile. A seconda del livello di rischio, i sistemi saranno soggetti a differenti livelli di responsabilità e limiti. I modelli considerati troppo pericolosi saranno addirittura vietati.

Quali sono i divieti?

Tra le tecnologie vietate dall’AI Act troviamo:

  • Tecnologie subliminali per manipolare i comportamenti
  • Categorizzazione biometrica basata su dati sensibili
  • Raccolta massiccia e illimitata di foto di volti da internet
  • Riconoscimento delle emozioni sul posto di lavoro o a scuola
  • Sistemi di punteggio sociale
  • Polizia predittiva

Quali sono i tempi di entrata in vigore?

Le regole dell’AI Act entreranno in vigore a scaglioni:

  • Entro 6 mesi: Divieti per sistemi ad alto rischio e valutazione dei rischi da parte di soggetti pubblici e privati.
  • Entro 1 anno: Norme per modelli fondativi (ad esempio, GPT-4 di OpenAI) con alti standard di trasparenza, sicurezza informatica e condivisione di documentazione tecnica.
  • Entro 2 anni: Entrata in vigore completa dell’AI Act, con sanzioni per chi non lo rispetta (da 1,5% a 7% del fatturato globale).

L’AI Act: un passo avanti con qualche ombra

L’approvazione dell’AI Act rappresenta un passo avanti significativo nella regolamentazione dell’IA, ponendo l’Europa all’avanguardia in questo campo. Tuttavia, alcune critiche sono state sollevate in merito al via libera dato alla sorveglianza biometrica di massa nei luoghi pubblici da parte delle forze dell’ordine.

Nonostante le ombre, l’AI Act rappresenta un punto di riferimento importante per il futuro dell’intelligenza artificiale, ponendo l’accento sulla sua etica e responsabilità. Il suo impatto si estenderà ben oltre i confini dell’Europa, influenzando lo sviluppo e l’adozione di tecnologie di intelligenza artificiale in tutto il mondo.

Rosa Colucci


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Cybersecurity: vertice a Palazzo Chigi per rafforzare i controlli

Nel pomeriggio di oggi, a Palazzo Chigi, si è tenuta una riunione dedicata alla sicurezza informatica, coordinata dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Erano presenti il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, il Viceministro all’economia e alle finanze, Maurizio Leo, il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo, il Capo della Polizia, Vittorio Pisani, il Comandante generale della Guardia di Finanza, Andrea De Gennaro, il Direttore della Unità di Informazione Finanziaria, Enzo Serata, e i vertici dell’intelligence e dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale.

L’incontro si è svolto in contemporanea all’avvio, alla Camera dei deputati, del lavoro parlamentare per l’adeguamento del sistema normativo in tema di sicurezza informatica.

Al centro della discussione i recenti casi di dossieraggio e gli accessi illeciti alle banche dati informatiche pubbliche. Sono stati individuati percorsi di tipo amministrativo e organizzativo per rafforzare il sistema dei controlli, con l’introduzione di adeguati alert per scongiurare abusi e di verifiche periodiche.

L’obiettivo è quello di rendere più sicuro il sistema informatico italiano e di contrastare con maggiore efficacia le minacce cybernetiche, con misure concrete per rafforzare la sicurezza informatica:

  • Controlli più stringenti: saranno implementati nuovi sistemi di controllo per monitorare gli accessi alle banche dati informatiche pubbliche.
  • Alert automatici: saranno attivati sistemi di allerta automatica in caso di accessi sospetti o anomali.
  • Verifiche periodiche: saranno condotte verifiche periodiche per accertare la sicurezza dei sistemi informatici e la conformità alle normative vigenti.

Rosa Colucci


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Nordio, “Grave travisamento. Investimenti aumentati del 25%”

Roma, 13 marzo 2024 – “Sono indignato dal grave e strumentale travisamento – da parte di alcuni esponenti dell’opposizione – delle mie parole pronunciate questa mattina davanti ai vertici degli uffici giudiziari di Roma. Ho espresso il concetto che da 50 anni le risorse finanziarie a disposizione di questo importante dicastero non sono state adeguate ai gravi compiti, mentre ora – per la prima volta – stiamo recuperando, colmando organici dei magistrati da mezzo secolo in carenza, assumendo personale amministrativo, ristrutturando edifici e chiedendo a tutti gli operatori sforzi utili a migliorare una situazione sedimentatisi in decenni di scarsi investimenti.

I dati parlano da soli: sul tema degli investimenti e delle risorse previste in bilancio per il funzionamento del sistema giudiziario, penitenziario, minorile e di comunità, si segnala che rispetto al 2021, sono aumentati, anche grazie al PNRR, di circa 2,25 miliardi di euro – pari a circa il 25% – gli stanziamenti complessivi del Ministero per l’anno 2024. Basta confrontare i bilanci di previsione degli ultimi quattro anni per verificarne l’incremento: 8,98 miliardi di euro dell’anno 2021; 10,19 miliardi di euro dell’anno 2022; 11,07 miliardi di euro dell’anno 2023 e 11,23 miliardi di euro dell’anno 2024.

Ringrazio ancora una volta la Presidente Meloni per la grande attenzione che pone alla priorità delle riforme della giustizia, confermata anche nell’ultimo incontro di lunedì durante il quale è stato definito il cronoprogramma delle riforme indispensabili a quella giustizia rapida ed efficiente che i cittadini si attendono e che avranno”.

Dichiarazione del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

Rosa Colucci


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Giornata nazionale in memoria delle vittime di errori giudiziari: una proposta di legge

Quarant’anni dopo l’arresto di Enzo Tortora, la proposta di istituire una Giornata nazionale per ricordare le vittime di errori giudiziari.

Il 17 giugno 1983, Enzo Tortora, un noto conduttore televisivo italiano, venne arrestato con l’accusa di associazione mafiosa. Un evento che sconvolse l’opinione pubblica e che divenne simbolo degli errori giudiziari.

A distanza di quarant’anni, una proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati il 18 gennaio 2024 vuole istituire il 17 giugno come “Giornata nazionale in memoria delle vittime di errori giudiziari”.

Perché una Giornata nazionale?

L’obiettivo è quello di dare dignità e riconoscimento a tutti gli innocenti che hanno subito ingiuste detenzioni e sofferenze a causa di errori giudiziari.

I numeri del problema

In media, ogni anno in Italia circa 1.000 persone vengono ingiustamente incarcerate. Negli ultimi 25 anni, si stima che oltre 26.000 persone abbiano subito questa esperienza. Lo Stato ha già speso più di 740 milioni di euro in risarcimenti, con un costo giornaliero di circa 81.000 euro.

Cosa prevede la proposta di legge

La proposta di legge prevede:

  • Il riconoscimento del 17 giugno come “Giornata nazionale in memoria delle vittime di errori giudiziari”.
  • La promozione di iniziative nelle scuole per sensibilizzare sul valore della libertà, della dignità personale e della presunzione di non colpevolezza.
  • L’organizzazione di manifestazioni pubbliche, cerimonie e incontri per ricordare le vittime e costruire una memoria storica condivisa.

La proposta di legge è stata presentata dai deputati:

  • Bisa
  • Molinari
  • Matone
  • Bellomo
  • Ziello
  • Furgiuele
  • Andreuzza
  • Barabotti
  • Cavandoli
  • Cecchetti
  • Comaroli
  • Giaccone
  • Giagoni
  • Iezza
  • Montemanni
  • Morrone
  • Nisini
  • Ottaviani
  • Pretto

Rosa Colucci


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Firma diversa per atti Avvocatura Stato: ok della Cassazione

Le Sezioni Unite della Cassazione, con la sentenza n. 6477 del 12 marzo 2024, hanno fatto chiarezza su un tema di rilievo per la prassi processuale: la validità degli atti processuali dell’Avvocatura dello Stato in caso di firma apposta da un avvocato diverso da chi lo ha materialmente redatto.

La fungibilità dei difensori

La pronuncia si basa sul principio della fungibilità dei difensori dell’Avvocatura dello Stato, che si traduce nella possibilità di sostituirsi reciprocamente nel compimento degli atti processuali. Tale principio è stato già affermato in diverse pronunce della Corte di Cassazione, tra cui l’ordinanza interlocutoria n. 16454/2023.

La natura impersonale della difesa

La sentenza n. 6477/24 ribadisce inoltre la natura impersonale della difesa assunta dall’Avvocatura dello Stato. Questo significa che l’atto processuale, pur se sottoscritto da un avvocato diverso dal redattore, è comunque riferibile all’Avvocatura stessa e, come tale, è valido ed efficace.

Un’importante precisazione

La precisazione fornita dalle Sezioni Unite è di notevole importanza, in quanto amplia la sfera di operatività dell’Avvocatura dello Stato e facilita la gestione dei procedimenti in cui essa è parte.

Esempio pratico

Immaginiamo un caso in cui l’Avvocatura dello Stato abbia depositato un ricorso per cassazione. Il ricorso è stato materialmente redatto da un avvocato dell’Avvocatura, ma è stato firmato da un altro avvocato dello stesso ufficio. In base alla sentenza n. 6477/24, il ricorso è comunque valido ed efficace.

Rosa Colucci


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