Dal 1° gennaio 2024 sarebbe dovuto scattare il sistema contributivo “puro”, ma visti i dubbi sollevati dai ministeri vigilanti, per il momento la partenza della riforma della previdenza nel mondo legale è incerta.
Il Ministero del Lavoro, con una nota del 29 dicembre 2023 indirizzata a Cassa Forense, ha riportato alcune osservazioni, bloccando e rinviando l’approvazione della delibera.
Il Governo si è concentrato principalmente sul sistema delle entrate contributive. Cassa Forense aveva stabilito l’innalzamento graduale delle aliquote contributive; in particolar modo, l’aliquota dei contributi soggettivi sarebbe dovuta aumentare dal 15 al 17%, ed erano stati rivisti al rialzo, dal 10 al 15%, i contributi volontari e quelli dei pensionati attivi.
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La riforma di Cassa Forense interviene in maniera molto importante sulle modalità di calcolo per quanto riguarda le pensioni degli avvocati. Ora, il comitato dei delegati dell’ente dovrà valutare le osservazioni mosse dai ministeri, per poi decidere se e in che modo apportare correzioni.
Quello che si sa con certezza è che le nuove pensioni per gli avvocati non partiranno nei primi mesi del 2024, poiché il dialogo tra Cassa e ministeri durerà a lungo.
Tutto questo arriva dopo la bocciatura di un’altra scelta di Cassa Forense, ovvero la non riscossione del contributo minimo integrativo nel caso dei redditi bassi.
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