SPID per attivare SIM e cambiare operatore telefonico

D’ora in poi sarà molto più facile attivare oppure cambiare una SIM, così come effettuare la portabilità di un numero, poiché per poter identificare un utente si potrà procedere con l’utilizzo di strumenti digitali molto più comodi, come, per esempio, SPID.

AGCOM, nel corso della riunione di fine settembre, ha deciso di dare l’ok alla semplificazione delle varie procedure per attivare e gestire le SIM. Tale semplificazione consiste nella possibilità di utilizzare SPID, CIE e CNS per attivare o cambiare le SIM, così come per il mantenimento del numero di telefono quando si cambia operatore telefonico.

AGCOM ritiene che tutti questi strumenti siano in grado di validare le varie informazioni digitali di un soggetto che richiede una SIM, configurandosi in quanto alternativa efficace per acquisire video o foto dei documenti, quali codice fiscale e carta d’identità.

Per il momento, per effettuare tali operazioni bisogna utilizzare delle copie della carta d’identità e del codice fiscale, da presentare in cartaceo negli store oppure da caricare in formato digitale se vengono utilizzati servizi online.

Gli operatori telefonici, come spiegato da AGCOM, dovranno aggiornare l’Accordo quadro per l’applicazione delle norme riguardanti la portabilità del numero con i nuovi strumenti digitali. Lo scopo è complicare la procedura al fine di evitare lo SIM swapping, ovvero l’attività di un malintenzionato che, all’insaputa del titolare, effettua la portabilità del numero.

Hai bisogno di attivare SPID? Passa nei nostri uffici!

Ci trovi a Marghera, in Via Trieste 158/C.

Per maggiori informazioni puoi chiamare il numero 041 309 4509 oppure scrivere a segreteria@servicematica.com


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Giustizia: ritorno alla prescrizione sostanziale

Guida Redazione Atti Processo Civile

Giustizia: ritorno alla prescrizione sostanziale

È stato raggiunto un accordo di maggioranza per quanto riguarda la riforma della prescrizione. Lo comunica il Ministero della Giustizia, trasmettendo una nota alla Commissione giustizia della Camera contenente il testo della riforma.

Si ritorna, dunque, ad una prescrizione sostanziale in ogni grado di giudizio. «L’aspetto principale della riforma è la previsione di una sospensione della prescrizione per 24 mesi dopo la sentenza di condanna in primo grado e per 12 mesi dopo la conferma della condanna in appello», dichiara Nordio.

Prosegue: «Se la sentenza di impugnazione non interviene in questi tempi, la prescrizione riprende il suo corso e si calcola anche il precedente periodo di sospensione. Anche in caso di successivo proscioglimento o di annullamento della sentenza di condanna in Appello o in Cassazione, il periodo in cui il processo è stato sospeso si calcola ai fini della prescrizione».


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Il testo aspetta ora la definitiva approvazione del Senato, entro il prossimo 5 gennaio Decreto Legislativo Recovery del PNRR passa alla Camera e aspetta parere del Senato…

Depositi – Nuova Guida Redazione Atti Processuali

L’obiettivo principale della Riforma della Giustizia Cartabia è la velocizzazione e la digitalizzazione della giustizia. Per questo, il nuovo codice di procedura ha introdotto dei principi generali per la redazione degli atti processuali, ovvero il principio di chiarezza e quello di sinteticità.

In particolare:

Art. 121 c.p.c.

Gli atti del processo, per i quali la legge non richiede forme determinate, possono essere compiuti nella forma più idonea al raggiungimento del loro scopo. Tutti gli atti del processo sono redatti in modo chiaro e sintetico.

Art. 46 disp. att. c.p.c.

I processi verbali e gli altri atti giudiziari debbono essere scritti in carattere chiaro e facilmente leggibile […] Il Ministro della giustizia, sentiti il Consiglio superiore della magistratura e il Consiglio nazionale forense, definisce con decreto gli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l’inserimento delle informazioni nei registri del processo. Con il medesimo decreto sono stabiliti i limiti degli atti processuali, tenendo conto della tipologia, del valore, della complessità della controversia, del numero delle parti e della natura degli interessi coinvolti. Nella determinazione dei limiti non si tiene conto dell’intestazione e delle altre indicazioni formali dell’atto, fra le quali si intendono compresi un indice e una breve sintesi del contenuto dell’atto stesso. Il decreto è aggiornato con cadenza almeno biennale. Il mancato rispetto delle specifiche tecniche sulla forma e sullo schema informatico e dei criteri e limiti di redazione dell’atto non comporta invalidità, ma può essere valutato dal giudice ai fini della decisione sulle spese del processo. Il giudice redige gli atti e i provvedimenti nel rispetto dei criteri di cui al presente articolo.

Per consultare le Linee Guida per la Redazione degli Atti del Processo Civile

clicca sopra a questo link per scaricare la guida

 

Una concierge meta-umana lavorerà per la PA

Camilla è un prototipo di concierge meta-umana, sviluppata da CSI Piemonte con l’ausilio dell’intelligenza artificiale generativa. Per il momento, Camilla risponde soltanto alle domande su CSI e sulle attività che svolge. Si tratta, comunque, della prima tecnologia sulla quale potrebbero basarsi gli assistenti digitali del futuro per quanto riguarda l’utilizzo dei servizi pubblici digitali.

Dichiara il direttore generale di CSI Piemonte, Pietro Pacini: «Abbiamo suscitato l’interesse di molti nostri consorziati, che hanno fatto richiesta per poterla usare nelle loro strutture. Potrebbe rendere accessibili i servizi ai cittadini 24 su 24, sette giorni su sette».

Con l’avvento dell’IA generativa è possibile rivoluzionare anche la progettazione, l’erogazione e la fruizione dei servizi pubblici digitali. In ogni caso è necessario attendere entro la fine dell’anno l’approvazione dell’AI Act da parte dell’Ue, che conterrà elementi chiave quali libertà, dignità, giustizia, democrazia, uguaglianza e non discriminazione.

Nell’attesa, i riferimenti normativi si rifanno a quelli esistenti, ovvero al Gdpr, le Linee guida di design per i siti e i servizi digitali della Pubblica Amministrazione, con Determinazione n. 224/2022 e il Libro Bianco sull’Intelligenza Artificiale al servizio del cittadino.

Il mondo della PA, inoltre, deve prestare molta attenzione per quanto riguarda l’applicazione dell’IA, visto che non sono in alcun modo consentiti bias o allucinazioni.

Uno degli impieghi possibili dell’IA generativa è l’interazione con i cittadini tramite assistenti virtuali capaci di fornire informazioni e di dialogare. Chiaramente, all’inizio il cliente sarà un esperto del settore, non il cittadino.

Quello che consentirà una concierge come Camilla sarà la gestione più rapida di attività ripetitive, mantenendo dei bassi margini d’errore.

Importante la questione etica. Per Benedetta Giovanola dell’Università della Macerata: «La domanda da cui dovremmo sempre partire riguarda quello che i sistemi di IA che usiamo possono fare per contribuire al bene della collettività. In questo modo potremmo integrare fin dall’inizio i valori etici che devono essere presenti in ogni fase di utilizzo dell’IA».


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Ricorso inammissibile: i motivi di appello si trovavano nelle pagine eccedenti

Bando Cassa Forense per premiare i giovani avvocati con votazione più alta

Ricorso inammissibile: i motivi di appello si trovavano nelle pagine eccedenti

Il Consiglio di Stato ha dichiarato inammissibile un ricorso per aver superato il numero massimo dei caratteri consentiti per fare appello. La IV Sezione, con la sentenza n. 8928, afferma che il giudice non possiede la facoltà per poter esaminare le questioni presenti oltre il limite previsto per le pagine.

Il Tar, in primo grado, aveva respinto e dichiarato inammissibile il ricorso per una lottizzazione. Dopo aver proposto un appello con uno scritto di 87 pagine, la Camera di consiglio ha constatato la violazione degli art. 3 c.p.a. e 13-ter allegato II al c.p.a. poiché erano stati superati i limiti massimi.

Il Collegio afferma che il ricorso ha superato i limiti dimensionali che servono per consentire «lo spedito svolgimento del giudizio in coerenza con i principi di sinteticità e chiarezza». Le parti devono infatti redigere il ricorso e altri atti difensivi in base ai criteri e ai limiti dimensionali stabiliti.

Secondo l’art.3 del decreto del 22 dicembre 2016, nei ricorsi ordinari sono consentiti al massimo 70.000 caratteri.

«Al netto dell’epigrafe e delle ulteriori parti escluse (…), il numero massimo di 70.000 caratteri consentiti (…) risulta utilizzato ed esaurito a p. 52 del ricorso», prosegue la decisione. «Il Collegio non è tenuto ad esaminare quale sanzione prevista dal legislatore per i casi di violazione del principio di sinteticità degli atti processuali previsto dall’art. 3 c.p.a.».

Secondo quest’ultimo, «il giudice è tenuto a esaminare tutte le questioni trattate nelle pagine rientranti nei suddetti limiti. L’omesso esame delle questioni contenute nelle pagine successive al limite massimo non è motivo di impugnazione».

Di conseguenza, il ricorso, «in presenza di motivi di appello che il collegio non è tenuto ad esaminare diviene inammissibile perché, in relazione ad una parte essenziale per l’identificazione della domanda – richiesta dall’art. 44, comma 1, lett. b) c.p.a. a pena di nullità -, viene meno l’obbligo di provvedere e con esso la stessa possibilità di esame della domanda».

Con la decisione n. 8487 del 22 settembre 2023, «secondo la più corretta esegesi, tale previsione non lascia al giudice la facoltà di esaminare o meno le questioni trattate nelle pagine successive al limite massimo, ma, invece, in ossequio ai principi di terzietà e imparzialità, obbliga il giudice a non esaminare le questioni che si trovano oltre il limite massimo di pagine».

Chiarisce la giurisprudenza amministrativa: «Il superamento dei limiti dimensionali è questione di rito afferente all’ordine pubblico processuale, stabilito in funzione dell’interesse pubblico all’ordinato, efficiente e celere svolgimento dei giudizi, ed è rilevabile d’ufficio a prescindere da eccezioni di parte. Il rigoroso rispetto dei limiti dimensionali costituisce attuazione del fondamentale principio di sinteticità (art. 3 c.p.a.), a sua volta ispirato ai canoni di economia processuale e celerità».


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Bando Cassa Forense per premiare i giovani avvocati con votazione più alta

Un finto avvocato ha vinto 26 cause senza aver studiato giurisprudenza

Bando Cassa Forense per premiare i giovani avvocati con votazione più alta

Cassa Forense ha messo a disposizione un nuovo bando per i colleghi più giovani che sono stati abilitati, durante la sessione d’esami 2022, con la votazione più alta per iscriversi all’Albo degli Avvocati. Il Consiglio di Amministrazione ha stanziato 156.000,00 euro per tutti i nuovi iscritti.

Il premio è stato intitolato a Marco Ubertini, e prevede lo stanziamento di 3.000,00 euro per il primo classificato, per il secondo 2.000,00 euro e per il terzo 1.000,00 euro. Tutti i premi verranno distribuiti ad ogni distretto della Corte d’Appello. I vincitori, da quest’anno, avranno diritto anche nel caso in cui abbiano beneficiato di sostegni, sussidi o borse di studio.

Per accedere al premio bisogna soddisfare i seguenti requisiti:

  • non aver più di 35 anni d’età alla data di pubblicazione del bando;
  • aver conseguito l’abilitazione durante la sessione d’esame 2022;
  • aver inviato il modulo di domanda completo di documentazione entro la mezzanotte del 30 aprile 2024 a mezzo Pec all’indirizzo bandi@cert.cassaforense.it.

La graduatoria verrà formata per ogni distretto a seconda della votazione più alta. In caso di parità, si procederà in base all’età anagrafica e in base alla cronologia di presentazione della domanda.


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Un finto avvocato ha vinto 26 cause senza aver studiato giurisprudenza

Aumentano le ore per la formazione della Pa

Un finto avvocato ha vinto 26 cause senza aver studiato giurisprudenza

Un finto avvocato, privo di formazione legale, dopo aver rubato l’identità ad un vero professionista, ha seguito 26 cause e le ha vinte tutte.

Il finto legale, alla fine, è stato arrestato, anche se questo caso ha suscitato un grandissimo scalpore. Si pensi che qualcuno, visto questo talento innato, si dice disposto a sostenere le spese per la sua istruzione, per potersi conquistare un titolo per l’esercizio della professione.

L’uomo esercitava la professione legale in Kenya, dopo aver rubato l’identità di un vero avvocato, Brian Mwenda Ntwiga. Il truffatore, nonostante l’assenza di formazione legale, ha vinto tutte le 26 cause.

Il finto Mwenda Ntwiga si sarebbe introdotto nel portale dell’Ordine degli avvocati del Kenya, la Law Society of Kenya, manomettendo i dettagli dell’account di un uomo che aveva il suo stesso identico nome, caricando la propria foto e dichiarando di possedere una formazione giuridica.

Il vero avvocato avrebbe subito contattato la Law Society of Kenya, visto che non riusciva più ad accedere al suo account, che presentava dei dati differenti. Afferma l’LSK in una nota: Il 5 agosto 2022, Brian Mwenda Ntwiga è stato ammesso all’Ordine degli avvocati e il suo indirizzo e-mail corretto è stato catturato e un account è stato aperto per lui nel portale Advocates».

Il vero Brian Mwenda Ntwiga dichiara che «solo fino a settembre 2023, quando ha tentato di accedere al sistema e attivare il suo profilo con l’intenzione di richiedere il certificato di praticante, si è reso conto che non poteva accedere al suo portale LSK».

Il suo caso ha suscitato molta indignazione ma altrettanta ammirazione per un talento innato. Per l’Organizzazione centrale dei sindacati del Kenya, il truffatore è «una giovane mente brillante, che ce l’ha fatta senza qualifiche tradizionali».


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Aumentano le ore per la formazione della Pa

ChatGPT capisce troppe cose di te da quello che scrivi

Aumentano le ore per la formazione della Pa

Circa un quarto dei posti di lavoro cambierà nei prossimi cinque anni, ma la presenza di 3 milioni di Neet (giovani che non studiano né lavorano) rappresenta un ostacolo alla crescita e alla competitività del Paese.

In questo contesto, la consapevolezza circa l’importanza della formazione nel settore della Pubblica Amministrazione aumenta, portando il numero di ore annuali dedicate alla formazione da 3 a 30 per ogni dipendente.

Per il ministro Zangrillo l’innovazione e la modernizzazione sono elementi fondamentali per consentire alla Pubblica Amministrazione di svolgere il proprio ruolo di abilitazione del funzionamento della macchina statale.

Ha anche affermato la responsabilità di accompagnare non solo le amministrazioni centrali ma anche gli enti territoriali nella realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Zangrillo ha concluso con fiducia, sottolineando gli sforzi in corso per l’innovazione attraverso la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione.

Roberto Santori, fondatore e amministratore delegato di Challenge Network, ha sottolineato l’importanza della formazione come acceleratore e abilitatore del cambiamento, specialmente in un contesto di forte discontinuità dovuto all’avvento dell’intelligenza artificiale.

Ha sottolineato che la formazione è cruciale per sviluppare nuove competenze e professionalità, mentre gli investimenti nel capitale umano rimangono centrali per gestire l’impatto della tecnologia sulle persone in modo sostenibile.


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ChatGPT capisce troppe cose di te da quello che scrivi

Arriva l’Euro Digitale: è la fine del contante?

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Il modo in cui ci esprimiamo potrebbe rivelare molti dettagli personali, soprattutto quando interagiamo con chatbot che si basano sull’intelligenza artificiale.

Una recente ricerca ha scoperto che chatbot come ChatGPT sono capaci di ricavare informazioni sensibili dagli utenti, anche da conversazioni che all’apparenza sembrano insignificanti. Il fenomeno è strettamente legato al processo di addestramento degli algoritmi che stanno alla base di questi modelli.

A guidare la ricerca troviamo il professor Martin Vechev, un esperto di informatica del Politecnico di Zurigo in Svizzera. Si è scoperto che i grandi modelli linguistici (Llm) che alimentano questi chatbot sofisticati sono capaci di dedurre in modo accurato moltissime informazioni personali dagli utenti.

Tali informazioni possono riguardare etnia, posizione geografica, occupazione e altro. Chiaramente, la scoperta solleva preoccupazioni circa la possibilità che truffatori colgano la palla al balzo per raccogliere i dati degli utenti. Inoltre, le aziende potrebbero utilizzare queste informazioni per creare profili dettagliati, aprendo la strada a una nuova era della pubblicità personalizzata.

Il team di ricerca di Zurigo ha condotto test utilizzando modelli linguistici sviluppati da aziende come OpenAI, Google, Meta e Anthropic. A quanto pare, questi modelli sono in grado di dedurre informazioni sensibili con una precisione sorprendente, in una percentuale compresa tra l’85 e il 95%.

A dimostrazione di ciò sono state utilizzate conversazioni pubbliche su Reddit in cui gli utenti avevano condiviso dettagli personali: ad esempio, si è scoperta l’età di un utente basandosi sulle sue tradizioni culturali.

Quello che rende questa scoperta ancora più inquietante è che i modelli linguistici di grandi dimensioni sono addestrati su enormi quantità di dati raccolti dal web, che spesso contengono informazioni personali oltre a conversazioni che potrebbero essere utilizzate per scopi malevoli.

Questi chatbot potrebbero dedurre la posizione geografica di un utente basandosi esclusivamente sul mezzo di trasporto menzionato in una conversazione, e addirittura dedurre da indizi più sottili dettagli come città, sesso, età ed etnia con notevole precisione.

Gli esperti affermano che i modelli linguistici non sono stati specificamente progettati per estrarre dati personali, ma questa capacità è fondamentale per il loro funzionamento. Anche se alcune aziende cercano di eliminare le informazioni personali dai dati di addestramento o impedire che i modelli le includano nei risultati, questo problema potrebbe essere difficile da risolvere a causa della natura statistica delle correlazioni su cui si basano questi modelli.

Il professor Taylor Berg-Kirkpatrick dell’University of California San Diego ritiene che il vero punto sorprendente sia la precisione con cui i modelli linguistici sono in grado di estrarre informazioni personali. Tuttavia, suggerisce che sia possibile utilizzare un altro modello di apprendimento automatico per oscurare i dati personali nei testi, una tecnica precedentemente sviluppata dal suo gruppo.

La ricerca mette in luce le preoccupazioni relative alla privacy che derivano dall’uso di chatbot basati sull’intelligenza artificiale. Mentre alcune aziende cercano di affrontare il problema, la capacità dei modelli linguistici di estrarre dati personali potrebbe diventare una sfida perenne per la protezione della privacy online.


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La Bce ha deciso di avviare la fase preparatoria per l’euro digitale. Il lancio effettivo andrà a processo dopo aver completato l’iter legislativo previsto dall’Ue.

La fase di preparazione per l’euro digitale comincerà il 1° novembre 2023 e durerà due anni, per mettere a punto «il manuale di norme e la selezione dei fornitori che potrebbero sviluppare la piattaforma e le infrastrutture necessarie. In questa fase, inoltre, saranno condotti test e sperimentazioni per realizzare un euro digitale».

Al termine di questi due anni, il consiglio direttivo dovrà decidere se passare oltre e creare le condizioni necessarie per l’emissione ufficiale di questo strumento.

Dichiara Christine Lagarde, presidente della Bce: «Dobbiamo preparare la nostra moneta per il futuro. Concepiamo un euro digitale come una forma digitale di contante che possa essere utilizzata gratuitamente per qualsiasi pagamento digitale e che risponda agli standard più elevati di riservatezza. Un euro digitale affiancherebbe il contante, che sarà sempre disponibile, in modo che nessuno rimanga indietro».

Per la Bce, «gli utenti potrebbero accedere ai servizi in euro digitale tramite l’app e l’interfaccia online dei propri fornitori di servizi di pagamento o attraverso un’app per l’euro digitale fornita dall’Eurosistema. Anche coloro che non dispongono di un conto bancario o dispositivi digitali potrebbero pagare con euro digitali, ad esempio utilizzando una carta fornita da un organismo pubblico, come un ufficio postale. Gli utenti potrebbero anche convertire euro digitali in contante e viceversa utilizzando gli sportelli automatici»

L’euro digitale verrebbe «offerto gratuitamente agli individui per le funzionalità di base». Oltre a questo, «uno schema di ripartizione dei costi tra intermediari e commercianti incentiverebbe i primi a distribuire un euro digitale, come accade per altri strumenti di pagamento elettronico, e fornirebbe salvaguardie adeguate contro l’addebito di commissioni eccessive agli esercenti».

Inoltre, l’eurosistema «sosterrebbe i propri costi, compresi quelli legati alla gestione dello schema e all’esecuzione dei regolamenti».

I pilastri fondamentali su cui poggia il progetto «sono sempre la trasparenza e una stretta collaborazione con le parti interessate. L’Eurosistema ha tratto grande beneficio dai riscontri ricevuti dagli organi decisionali europei, dai partecipanti al mercato e dai potenziali utenti, e continuerà a confrontarsi attivamente con un ampio ventaglio di interlocutori. Continueremo a operare in stretta collaborazione con i legislatori europei».


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Servicematica

Nel corso degli anni SM - Servicematica ha ottenuto le certificazioni ISO 9001:2015 e ISO 27001:2013.
Inoltre è anche Responsabile della protezione dei dati (RDP - DPO) secondo l'art. 37 del Regolamento (UE) 2016/679. SM - Servicematica offre la conservazione digitale con certificazione AGID (Agenzia per l'Italia Digitale).

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