Smartphone e pc hanno compromesso in qualche modo la nostra capacità di lettura?
Questa è la domanda che si sono posti alcuni studiosi norvegesi, arrivando alla conclusione che «potremmo essere testimoni dell’inizio della fine dell’era della lettura prolungata come la conosciamo».
In quest’epoca di digitalizzazione, infatti, ci si domanda spesso se la capacità di concentrazione nel leggere testi lunghi e articolati stia subendo qualche cambiamento.
La capacità di lettura da parte degli adolescenti norvegesi, per esempio, viene valutata periodicamente: dal 2000 al 2018 non sembra che le competenze di lettura in Norvegia abbiano subito variazioni particolari, nonostante le trasformazioni culturali e sociali, come, per esempio, la diffusione dei social.
Leggere testi lunghi e per svago, rispetto al 2000, non è più una cosa così frequente. Tuttavia, parallelamente, si è osservato un aumento della lettura online.
Si è riscontrato, comunque, che chi comunica spesso via chat oppure cerca informazioni online ottiene migliori risultati nei test di lettura, anche se i risultati dello studio «evidenziano un calo nella lettura tra il 2015 e il 2018».
Lo studio «valuta specifiche capacità e abitudini di lettura, lasciando fuori altri aspetti come la persistenza nella lettura e la capacità di affrontare testi lunghi e complessi». Oggi «tendiamo a leggere brevi frammenti di testo e abbiamo meno familiarità con l’esperienza di dedicare tempo a un unico testo per periodi prolungati. Anche studenti, adolescenti e adulti segnalano di leggere meno libri e testi estesi, una tendenza confermata anche dagli insegnanti».
Per molti, leggere testi lunghi e complessi, è una sfida. Secondo gli esperti, in questi casi sarebbe più indicato privilegiare la lettura su carta, non per evitare del tutto la lettura digitale, ma per trovare un equilibrio tra le due.
Scegliere «tra supporto cartaceo e digitale dovrebbe dipendere dal tipo di testo e dall’obiettivo della lettura. È cruciale riconoscere che l’esperienza di leggere un testo coerente su carta ha un valore trasferibile alla lettura digitale, ma il contrario non è altrettanto vero».
Il processo di transizione verso la lettura digitale impatta negativamente sulla nostra capacità di affrontare testi complessi e lunghi: questo si deve al fatto che la maggior parte delle nostre letture quotidiane avvengono sullo smartphone, dispositivo che non è affatto ideale per leggere testi lunghi e per studiare.
La digitalizzazione, comunque, non ha eliminato la capacità di selezionare le informazioni più importanti di un testo: semplicemente, siamo distratti da stimoli differenti rispetto al passato.
Per uscire da questa brutta abitudine dovremmo immergerci in un testo, come se fosse un allenamento di tipo fisico. Si migliora soltanto attraverso la pratica. «Finché la nostra capacità di concentrazione è normale, saremo in grado di tornare a quello che stiamo facendo dopo esserci distratti».
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