Martedì 23 maggio 2023 è stata eletta presidente della Commissione parlamentare antimafia la deputata di Fratelli d’Italia Chiara Colosimo, che avrà il compito di indagare riguardo i rapporti tra le associazioni mafiose e la politica.
Colosimo è stata eletta grazie ai voti dei partiti della maggioranza di destra, mentre PD e M5S non hanno partecipato alla votazione in segno di protesta. Il motivo? Il nome di Colosimo provoca un gran dissenso tra le associazioni che si occupano della lotta alla mafia.
In particolar modo, il dissenso si respira tra le associazioni istituite dai parenti delle vittime di stragi e attentati mafiosi, visti i presunti legami con Luigi Ciavardini, l’ex terrorista neofascista dei Nuclei Armati Rivoluzionari.
Ciavardini fu condannato in quanto uno degli esecutori della strage di Bologna del 1980, e dal 2009 si trova in semilibertà.
Un personaggio controverso
La scelta spetta alla maggioranza; tuttavia, è raro che alla presidenza della Commissione antimafia venga nominato un personaggio che le opposizioni e gli attivisti ritengono inadeguato.
All’inizio per il ruolo si era parlato della deputata di FdI Carolina Varchi. Tuttavia, nelle ultime settimane, sono nati dubbi sul nome di Varchi a causa del suo incarico come vicesindaca di Palermo, che non le avrebbe concesso di dedicarsi completamente ai lavori della Commissione.
Al suo posto è stata scelta Colosimo, deputata molto vicina alla Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni.
La carriera politica di Colosimo
Colosimo oggi ha 36 anni, e ha iniziato la sua carriera politica con il movimento studentesco Azione Studentesca di Alleanza Nazionale. Nel 2009, con lo scioglimento del partito, venne nominata presidente della regione Lazio di Giovane Italia, l’organizzazione giovanile del PdL.
Fu eletta consigliera regionale del Lazio con il centrodestra nel 2010 – incarico che ha ricoperto anche nel 2013 e nel 2018. Alle scorse elezioni di settembre è stata eletta deputata con FdI.
Iscriviti al canale Telegram di Servicematica
Notizie, aggiornamenti ed interruzioni. Tutto in tempo reale.
La trasmissione televisiva Report ha organizzato un’inchiesta che raccontava che l’associazione “Gruppo Idee” creata da Ciavardini per aiutare le persone detenute a reinserirsi nella società, sarebbe semplicemente servita per agevolare le scarcerazioni di terroristi e di condannati per mafia.
Nell’inchiesta si citava Colosimo a causa dei suoi presunti rapporti con Ciavardini: si vociferava che la deputata avesse sostenuto la candidatura di Manuel Cartella, il dirigente di Gruppo Idee, socio del figlio di Ciavardini in una cooperativa di detenuti, come vice garante dei detenuti del Lazio.
Nel servizio si mostrava anche una foto dove Cosimo era in compagnia di Ciavardini, sottolineandone tutti i presunti rapporti senza mai accusarla di comportamenti illeciti.
La lettera dei familiari delle vittime di mafia e di stragi terroristiche
Dopo la puntata di Report, sul Fatto Quotidiano era stata pubblicata una lettera firmata dai familiari delle vittime di mafia e di stragi terroristiche, che erano “sbigottiti” dalla scelta di Colosimo, visto quanto emerso da Report.
Si legge nella lettera: «E’ accettabile che si scelga, per un ruolo importante come la presidenza di una commissione parlamentare bicamerale, una persona che non si vergogna di avere rapporti con uno stragista che mai si è pentito? E ancora, solo a noi appare evidente il gigantesco conflitto di interessi della probabile futura presidente?».
Colosimo aveva risposto alla lettera nei giorni successivi, affermando di non aver avuto alcun rapporto di amicizia con Ciavardini. L’ha ribadito anche dopo l’elezione, dichiarando di conoscerlo «esattamente come lo conoscono moltissimi altri eletti di altre appartenenze politiche, poiché lui è in un’associazione che si occupa, come da articolo 27 della Costituzione, del reinserimento di altri detenuti nel momenti in cui hanno scontato le loro pene».
LEGGI ANCHE:
E’ ufficiale: Netflix interrompe la condivisione della password