Il GPS ci spia?

Il GPS (Global Positioning System) determina la posizione esatta di un dispositivo attraverso i segnali ricevuti dai satelliti. Il servizio GPS è stato implementato e sviluppato dal Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti, tra gli anni ’60 e gli anni ’70. Il sistema è stato reso pubblico nel 1983 e dagli anni ’90 è diventato accessibile a tutti.

Nel 1998, l’UE ha cominciato il progetto Galileo, ovvero un sistema di navigazione satellitare completamente indipendente rispetto agli Usa, ed è diventato pienamente operativo nel 2018.

I dispositivi mobili dispongono del modulo GPS, un ricevitore che raccoglie i segnali che provengono dai satelliti GPS. Questi inviano dei segnali radio che contengono informazioni sulla posizione. Per poter geolocalizzare accuratamente un utente, è necessario accedere ad almeno 4 satelliti GPS.

Il flusso di dati che capta un modulo GPS è unidirezionale: dunque, uno smartphone non scambia informazioni con i satelliti GPS. Per conoscere l’esatta posizione dei satelliti, il ricevitore GPS deve scaricare l’almanacco, che contiene tutte le informazioni di cui necessita.

È un’operazione lenta, che richiede 5/10 minuti: per questo esiste un’alternativa un po’ più rapida, A-GPS (Assisted GPS), che consente ai dispositivi dotati di ricevitore GPS di scaricare l’almanacco via internet, in pochi secondi.

Ma quindi il GPS ci spia o no?

In ogni caso, di recente ha destato grosso scalpore un articolo pubblicato su NitroKey, che punta il dito contro Qualcomm, una delle più grandi aziende del mondo tech, del wireless e delle comunicazioni digitali, muovendo l’accusa di aver monitorato la posizione degli utenti.

Secondo le analisi, i chip Qualcomm presenti negli smartphone inviano i dati personali degli utenti, a loro insaputa, direttamente ai server dell’azienda. Ma per i ricercatori Kaspersky l’affermazione è fuorviante, e rischia soltanto di spaventare gli utenti.

Infatti, dal 2016 Qualcomm ha risolto il problema, mettendo in chiaro il trasferimento dei dati. Dunque, se in rete leggiamo che ad aziende come Qualcomm non interessino la sicurezza e la privacy degli utenti, e che i nostri dati possono essere benissimo intercettati da dittature o da governi autoritari, facciamo un bel respiro e informiamoci, prima di dare per scontate accuse così pesanti.


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