3 Novembre 2022

A che punto siamo con la transizione digitale in Italia?

La trasformazione digitale ha introdotto alcuni termini nel nostro vocabolario, che rapidamente sono diventati di uso comune, come Spid, servizi cloud e fatturazione elettronica.

La pandemia ha sicuramente accelerato il processo di digitalizzazione, sia per i cittadini che per le imprese. L’ultimo rapporto Istat certifica che l’Italia è al terzo posto nella graduatoria per l’utilizzo dei servizi cloud, subito dopo Svezia e Finlandia. Mentre è in cima alla classifica per quanto riguarda la fatturazione elettronica.

Servizi digitali per cittadini e imprese

Negli ultimi dieci anni sono nate molte realtà che hanno cavalcato il trend della trasformazione digitale- Per esempio, i trust services provider sono società che offrono servizi digitali a cittadini e imprese al fine di garantire il valore legale delle transazioni online ma anche per interfacciarsi con la PA.

Ad oggi i trust services sono un’infrastruttura strategica per l’Italia, con ricadute importanti sul Pil nazionale.

Nello specifico, i servizi offerti da un trust services provider sono Pec, firma digitale, conservazione di documenti e SPID. Sono soluzioni utili per comunicare, interagire ed effettuare delle transazioni con valore legale e in maniera certificata.

Il processo di digitalizzazione, oltre a permettere di alleggerire i costi e di rendere più veloci alcuni processi, riduce anche l’impatto ambientale: permette di risparmiare carta e di perdere delle ore in mezzo al traffico.

European Digital Identity Wallet

Anche se la pandemia ha accelerato la trasformazione digitale, il boom vero e proprio deve ancora arrivare. Tra due anni, infatti, entrerà in vigore l’European Digital Identity Wallet (EUDI), il prossimo step per l’identità digitale, sia in Italia che in Europa.

All’interno dell’EUDI troveremo diverse identità digitali, come, per esempio, la versione dematerializzata dei documenti di identità, ma anche attestazioni certificate e non.

La Commissione europea vuole permettere a cittadini e imprese di accedere ad un sistema di riconoscimento che dia la possibilità di utilizzare e archiviare dati collegati all’identità digitale per accedere a un set di servizi. Se tutto va bene, l’EUDI sarà nelle mani dei cittadini europei entro settembre 2023.

L’obiettivo è la creazione di un’app che consente all’utente di avere pieno controllo di tutti i suoi dati, decidendo quali informazioni condividere e con chi. L’app garantirà la sicurezza delle informazioni degli utenti mentre utilizzano il wallet e chiarirà i processi di utilizzo e condivisione dei dati, affinché un utente possa prendere decisioni consapevoli.

La CIE potrà sostituire lo SPID

Una novità pubblicata in Gazzetta Ufficiale pochi giorni fa è che la carta d’identità elettronica (CIE) potrà sostituire lo SPID. L’Italia, infatti, sta facendo grandi passi in avanti per quanto riguarda l’identità digitale.

Fino ad oggi, infatti, il codice univoco utilizzato per accedere ai servizi online era soltanto lo SPID – anche se l’art. 65 del codice dell’amministrazione digitale prevedeva di già 3 diverse modalità di identificazione: CIE, SPID e CNS.

In molti hanno già adottato la CIE come principale modalità di accesso ai servizi, anche se è ancora necessario avere con sé la carta. Per entrare nei portali, infatti, la CIE deve essere riconosciuta attraverso un’applicazione. Inoltre, bisogna avere il sensore RID/NFC dove avvicinare il documento per autorizzare l’accesso.

Il sensore è disponibile sugli smartphone, ma la procedura potrebbe essere piuttosto macchinosa. Questo decreto semplificherà l’accesso e la fruizione dei servizi tramite CIE.

SPID gratis per la Pubblica Amministrazione

Il Dipartimento della Funzione pubblica ha recentemente firmato un avviso pubblico per fornire identità digitale gratuita per tutti i dipendenti pubblici che sono ancora sprovvisti di SPID.

Commenta Renato Brunetta, ministro per la Pubblica Amministrazione: «Le identità SPID erogate in Italia hanno superato i 32 milioni. È un risultato importante, perché l’identità digitale permette l’accesso sicuro e inclusivo ai servizi della PA».

Continua: «Per questo il Governo si è impegnato a rendere il suo utilizzo più capillare e per questo ho voluto assicurare lo SPID gratuito a tutti i dipendenti pubblici. È un modo per rimarcare il loro ruolo da protagonisti in questa stagione di grande rinnovamento della PA. Più semplice, più digitale, più efficiente».

Le amministrazioni pubbliche interessate dovranno richiedere all’Agid una verifica dei sistemi di assegnazione e gestione delle credenziali rilasciate al personale. In caso di esito positivo, ogni dipendente potrà utilizzarle per richiedere l’attivazione dello SPID gratuitamente.

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