La Camera ha approvato il decreto legge che introduce un pacchetto di misure per accelerare i tempi della giustizia civile, con l’obiettivo di ridurre del 40% la durata dei processi nei tre gradi di giudizio entro giugno 2026, come richiesto dal Pnrr e dai recenti accordi con Bruxelles. Ora il testo passa al Senato per un via libera definitivo, che dovrà arrivare entro il 7 ottobre.
Un obiettivo considerato centrale ma al tempo stesso arduo, se non irrealistico, sia per i tempi stretti sia per la scarsa adesione degli stessi magistrati alle misure previste. Il provvedimento punta infatti anche sull’impiego da remoto di 500 giudici civili, incentivati con un riconoscimento economico (12mila euro lordi) e di carriera, chiamati a definire almeno 50 procedimenti ciascuno. Ma la risposta è stata deludente: soltanto 212 candidature hanno risposto al bando del Csm.
Lo stesso copione si ripete sulle applicazioni in Corte d’appello: dei 20 posti messi a disposizione, ben 4 sono rimasti vacanti. L’ultima versione del decreto tenta di correre ai ripari riaprendo i termini per l’interpello.
Le critiche delle opposizioni
Per le opposizioni si tratta di un provvedimento inefficace. Deborah Serracchiani (Pd) lo ha definito «una toppa peggiore del buco», mentre Roberto Giachetti (Italia Viva) ha parlato senza mezzi termini di «un decreto-sòla».
Le altre novità del decreto
Il testo contiene comunque disposizioni che appaiono di più immediata applicazione. Tra queste:
- l’utilizzo straordinario dei consiglieri del Massimario in Cassazione per smaltire i ricorsi civili;
- la possibilità di impiegare i giudici di pace in supplenza quando mancano magistrati togati;
- la scelta del regime esclusivo per i magistrati onorari anche nell’anno di immissione in ruolo;
- poteri ai capi degli uffici giudiziari per riorganizzare i carichi di lavoro, in caso di ritardi o squilibri;
- anticipo dell’operatività per i tirocinanti del concorso ordinario bandito nell’ottobre 2023.
Slittano i tribunali specializzati
Vengono invece rinviate due scadenze importanti: il nuovo Tribunale per le persone, i minorenni e le famiglie entrerà in funzione solo dal 18 ottobre 2026, mentre il pacchetto di competenze aggiuntive dei giudici di pace slitterà al 31 ottobre dello stesso anno. Soppressa, invece, l’idea di attribuire a questi ultimi nuove competenze in materia tavolare.
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