Emergono nuove rivelazioni sullo scandalo Paragon, lo spyware di produzione israeliana utilizzato per spiare giornalisti e attivisti in Italia. Un’indagine condotta con il supporto di CitizenLab di Toronto ha rivelato che Luca Casarini, capomissione di Mediterranea Saving Humans, è stato sorvegliato per un anno, a partire dal febbraio 2024. La notizia ha scosso il mondo politico e giornalistico, spingendo la Federazione nazionale della stampa italiana e l’Ordine dei giornalisti a presentare una denuncia contro ignoti alla procura di Roma.
Nordio respinge le accuse, ma le polemiche infiammano il Parlamento
Durante il question time alla Camera dei Deputati, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha risposto alle accuse avanzate dal deputato Davide Faraone di Italia Viva, negando categoricamente qualsiasi coinvolgimento della Polizia penitenziaria: “Nessuna persona è mai stata intercettata da strutture finanziate dal Ministero della Giustizia nel 2024. Certa stampa e chi fa insinuazioni non vere, magari ne risponderà”.
Le dichiarazioni del ministro, tuttavia, non hanno placato le polemiche. Faraone ha criticato l’incoerenza del Governo: “Ieri ci avevate detto che non potevate rispondere perché c’è il segreto di Stato, e oggi spiattellate tutto in Aula. Qui c’è una storia che va raccontata una volta per tutte: chi ha utilizzato Paragon e per quali finalità?”.
Anche Federico Fornaro, deputato del Partito Democratico, ha attaccato duramente l’esecutivo: “Non rispondendo, state alimentando voi i sospetti di un uso improprio e grave di questo strumento. Invece di chiarire in Parlamento, voi secretate: di cosa avete paura?”.
Il Pd accusa: “Governo Meloni campione di scaricabarile”
La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha denunciato l’atteggiamento del Governo: “Dopo l’inquietante liberazione di Almasri, Giorgia Meloni continua a fuggire dalle sue responsabilità, ora anche sul caso Paragon. Il Paese merita risposte chiare: chi spiava giornalisti e attivisti e per quale motivo?”.
CitizenLab e Mediterranea rivelano dettagli inquietanti
Secondo l’analisi di CitizenLab, l’attacco a Luca Casarini è iniziato nel febbraio 2024 con tecniche sofisticate di “social engineering” mirate a compromettere i suoi account e quelli delle persone a lui vicine. La Ong Mediterranea ha dichiarato che l’obiettivo era costruire una “catena di sorveglianza” culminata nell’uso di Graphite, uno spyware militare in dotazione esclusiva a enti governativi.
La vicenda si complica ulteriormente con la scoperta che lo spyware è stato utilizzato anche contro Francesco Cancellato, direttore di FanPage. Il sottosegretario Alfredo Mantovano ha dichiarato che le informazioni divulgabili sono già state fornite, alimentando ulteriori dubbi sull’operato del Governo.
I giornalisti reagiscono: “Difendere la libertà di stampa”
Fnsi e Ordine dei giornalisti hanno denunciato una grave violazione dei diritti costituzionali e della libertà di stampa. “Non possiamo attendere oltre. Se il Governo non chiarisce, ci rivolgeremo alla magistratura”, ha dichiarato Carlo Bartoli, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti.
Il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, ha sottolineato la gravità della situazione: “Un giornalista è stato spiato con un sistema in uso esclusivamente ad apparati statali. Se è stato lo Stato italiano, serve chiarezza immediata”.
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