Bari – «I giovani avvocati devono essere bravissimi, perché c’è un nemico in agguato: l’intelligenza artificiale, un grande fantasma nero». Con queste parole, il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ha lanciato un monito alla categoria forense durante il suo intervento – in videocollegamento da Roma – alla cerimonia “Cinquant’anni di toga”, svoltasi nell’aula magna della Corte d’Appello di Bari.
L’IA, secondo il viceministro, rappresenta una sfida cruciale per la professione legale. «Con l’intelligenza artificiale, anche i non laureati possono scrivere splendide memorie, indipendentemente dalle proprie competenze», ha dichiarato Sisto, evidenziando il rischio di un “livellamento verso l’alto” delle prestazioni professionali, che potrebbe «piallare le competenze» degli avvocati.
Le sue parole giungono in un momento di riflessione profonda sulla crisi della professione. Sisto ha messo in evidenza un altro problema: il calo degli iscritti all’esame di abilitazione forense. «Ci sono più pensionati che nuovi iscritti», ha affermato, rilevando una riduzione di 1300 candidati rispetto all’anno precedente. Un dato preoccupante, soprattutto perché il calo riguarda maggiormente le donne rispetto agli uomini.
Nonostante il clima celebrativo dell’evento, il viceministro ha invitato la categoria a non abbassare la guardia. «Quella di oggi è una festa, ma non ci dobbiamo distrarre dalla consapevolezza che dobbiamo difendere questa professione strenuamente, con i denti», ha sottolineato Sisto.
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