Redazione 5 Novembre 2024

Nuovo contratto integrativo della giustizia, rinvio della trattativa al 28 novembre

Rinvio al 28 novembre della trattativa per il nuovo contratto integrativo della giustizia. A favore della bozza ministeriale si schierano CGIL e UIL, nettamente contrari UNSA, CISL, FLP, USB e CONFINTESA che insiste con lo sciopero del prossimo 25 novembre. Il Coordinamento Nazionale Direttori Giustizia intanto invia al Ministero una diffida con allegato parere legale.

Nessun accordo è stato raggiunto per il nuovo contratto integrativo della giustizia dopo la riunione di ieri. La delegazione pubblica, guidata dal Viceministro Sisto e dal capo della Direzione Generale per l’Organizzazione e il Personale (DOG), Gaetano Campo, ha ascoltato i sindacati rappresentativi della categoria sulla bozza contrattuale che ridisegna le famiglie professionali, ottenendo ben cinque pareri contrari su sette.

Tra i sindacati contrari spiccano UNSA e CONFINTESA, che hanno presentato note dettagliate per spiegare i motivi del loro rifiuto alla firma. Claudia Ratti, segretario di CONFINTESA, ha sottolineato la necessità di un regime transitorio che, negli anni, dovrebbe portare alla piena applicazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL), evitando una riclassificazione al ribasso che potrebbe causare dequalificazione o demansionamento del personale in servizio.

Massimo Battaglia, segretario generale di UNSA, ha espresso un netto dissenso nei confronti della bozza di accordo inviata dall’Amministrazione, citando il perdurare di elevate criticità, come l’ampliamento generalizzato delle mansioni dei lavoratori senza alcun riconoscimento delle specificità, neppure per quelle previste da norme e codici. Ha inoltre evidenziato la mancanza di risorse e stanziamenti adeguati.

La vertenza prosegue anche con il Coordinamento Nazionale Direttori Giustizia, che ha inviato al ministero una diffida, corredata da un parere legale, a non sottoscrivere la bozza. A ciò si aggiunge lo sciopero programmato per il 25 novembre da parte di Confintesa, che continua a insistere sulla necessità di un cambiamento significativo nelle condizioni contrattuali.


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