30 Ottobre 2024 - Diritto e fisco

In ogni società con fondi pubblici un rappresentante del MEF

Il decreto legge, intitolato “Misure di potenziamento dei controlli di finanza pubblica,” prevede che ogni società o ente che percepisca contributi superiori a 100.000 euro dovrà integrare i propri organi di controllo con un membro di nomina ministeriale.

Roma – Con la nuova legge di bilancio arriva l’obbligo per le società che ricevono contributi pubblici di avere un rappresentante del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) nei collegi sindacali. L’articolo 112, intitolato “Misure di potenziamento dei controlli di finanza pubblica,” prevede che ogni società o ente che percepisca contributi superiori a 100.000 euro dovrà integrare i propri organi di controllo con un membro di nomina ministeriale.

L’obiettivo dichiarato è rafforzare il monitoraggio e il controllo dell’uso dei fondi pubblici, evitando sprechi e assicurando che le risorse siano destinate correttamente. Tale misura, si legge nella norma, permetterà di migliorare la trasparenza e di garantire che i contributi statali siano usati in conformità agli obiettivi stabiliti a livello nazionale ed europeo.

Chi è coinvolto e da quando

L’obbligo si applicherà a tutte le società di capitali (circa 30.000) e a enti privati come fondazioni, cooperative e associazioni che ricevano almeno 100.000 euro annui sotto qualsiasi forma di finanziamento pubblico. L’importo potrà variare in futuro e sarà determinato tramite un decreto del Presidente del Consiglio su proposta del MEF entro il 31 marzo 2025. La norma non sarà retroattiva: entrerà in vigore a partire dai contributi erogati dal 1° gennaio 2025.

I compiti dei rappresentanti del MEF

I sindaci e revisori nominati dal MEF avranno il compito di monitorare l’uso dei fondi pubblici e di fornire rapporti dettagliati alla Ragioneria Generale dello Stato. Le linee guida per tali attività saranno stabilite dallo stesso Ministero per garantire il rispetto delle normative comunitarie e degli obiettivi di finanza pubblica.

Possibili criticità e opinioni contrarie

Non mancano le critiche a questa novità. Alcuni esperti evidenziano il rischio di una “doppia gestione” in quanto la maggioranza dei collegi sindacali e dei revisori è già composta da figure professionali qualificate, come commercialisti e revisori legali. Inoltre, la norma potrebbe escludere le società con un solo sindaco o revisore, tipiche delle SRL, creando disparità di trattamento. Per una maggiore uniformità, alcuni suggeriscono di estendere il monitoraggio anche a questi enti tramite la semplice rendicontazione al MEF.


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