“Non credete a quello che vedete”. Potrebbe essere questo lo slogan di una futura campagna di sensibilizzazione contro i Deepfake, contenuti digitali sofisticati e manipolati da Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI) che minano la fiducia nelle informazioni online. Secondo uno studio condotto da Ipsos e presentato con lo Studio Previti, solo il 30% degli italiani conosce con precisione il termine “Deepfake”, una percentuale decisamente inferiore rispetto ad altri Paesi come Indonesia (89%), Perù (82%) e Cile (81%). Inoltre, il 46% degli italiani ritiene che l’IA aumenti il rischio di diffusione di fake news, una preoccupazione diffusa a livello globale.
Una tecnologia sofisticata e pericolosa
I Deepfake includono foto, video e audio generati da software di AI che, partendo da contenuti reali, alterano in modo estremamente realistico volti, movimenti e voci, rendendo difficile distinguere la realtà dalla finzione. Il problema principale, come evidenziato da Diego Ciulli, Head of Government Affairs and Public Policy di Google Italy, è la facilità con cui questi contenuti illeciti possono essere creati e diffusi, grazie alla democratizzazione della tecnologia. “Il fake è un concetto vecchio,” ha affermato Ciulli, “ma oggi è troppo facile venire a contatto con questi contenuti.”
Le preoccupazioni di cittadini e aziende
Il rapporto Ipsos mostra come la consapevolezza dei rischi dei Deepfake stia crescendo, ma anche le paure connesse. Il 78% delle persone e delle aziende esprime timori, tra cui l’impatto sulla democrazia e la difficoltà di distinguere la realtà dalla finzione. Le aziende, in particolare, chiedono strumenti più efficaci per riconoscere i Deepfake (64%) e maggiori responsabilità dai social media e dai media tradizionali (35%).
L’approccio normativo in Italia
L’Italia ha introdotto un decreto legislativo sull’Intelligenza Artificiale, ancora in esame al Senato, che prevede la creazione di una nuova fattispecie di reato autonoma per i Deepfake. Il sottosegretario Alberto Barachini ha sottolineato l’importanza della tracciabilità e riconoscibilità dei contenuti generati dall’AI, elementi chiave per difendere il diritto d’autore e prevenire abusi.
Prevenzione e consapevolezza: le chiavi per affrontare il fenomeno
Nicola Neri, CEO di Ipsos, ha evidenziato l’importanza di un approccio integrato che combini informazione, formazione, sviluppo tecnologico e regolamentazione per affrontare i rischi legati ai Deepfake. Solo un impegno congiunto tra istituzioni, aziende e cittadini può preservare la fiducia nelle informazioni e garantire sicurezza e privacy online.
Iscriviti al canale Telegram di Servicematica
Notizie, aggiornamenti ed interruzioni. Tutto in tempo reale.
LEGGI ANCHE

Incendio istituto Barcellona Pozzo di Gotto, DAP: maschere disponibili in istituto
Con riferimento a notizie di stampa relative a un incendio sviluppatosi ieri sera nella Casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto, il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria…

La prima causa penale di Amazon contro le recensioni false
Sapevate che esistono broker che alimentano il mercato delle recensioni fake su Amazon? Ovviamente si tratta di un reato, a più livelli. Amazon, infatti, ha…

Arriva lo Spid Unico Europeo
Novità in arrivo da Bruxelles: via libera alle nuove leggi per l’identità unica digitale, che verrà utilizzata al fine di identificarsi e autenticarsi in tutto…