Redazione 26 Settembre 2024

Deepfake, la crescente minaccia e la scarsa consapevolezza degli italiani

“Non credete a quello che vedete”. Potrebbe essere questo lo slogan di una futura campagna di sensibilizzazione contro i Deepfake, contenuti digitali sofisticati e manipolati da Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI) che minano la fiducia nelle informazioni online. Secondo uno studio condotto da Ipsos e presentato con lo Studio Previti, solo il 30% degli italiani conosce con precisione il termine “Deepfake”, una percentuale decisamente inferiore rispetto ad altri Paesi come Indonesia (89%), Perù (82%) e Cile (81%). Inoltre, il 46% degli italiani ritiene che l’IA aumenti il rischio di diffusione di fake news, una preoccupazione diffusa a livello globale.

Una tecnologia sofisticata e pericolosa

I Deepfake includono foto, video e audio generati da software di AI che, partendo da contenuti reali, alterano in modo estremamente realistico volti, movimenti e voci, rendendo difficile distinguere la realtà dalla finzione. Il problema principale, come evidenziato da Diego Ciulli, Head of Government Affairs and Public Policy di Google Italy, è la facilità con cui questi contenuti illeciti possono essere creati e diffusi, grazie alla democratizzazione della tecnologia. “Il fake è un concetto vecchio,” ha affermato Ciulli, “ma oggi è troppo facile venire a contatto con questi contenuti.”

Le preoccupazioni di cittadini e aziende

Il rapporto Ipsos mostra come la consapevolezza dei rischi dei Deepfake stia crescendo, ma anche le paure connesse. Il 78% delle persone e delle aziende esprime timori, tra cui l’impatto sulla democrazia e la difficoltà di distinguere la realtà dalla finzione. Le aziende, in particolare, chiedono strumenti più efficaci per riconoscere i Deepfake (64%) e maggiori responsabilità dai social media e dai media tradizionali (35%).

L’approccio normativo in Italia

L’Italia ha introdotto un decreto legislativo sull’Intelligenza Artificiale, ancora in esame al Senato, che prevede la creazione di una nuova fattispecie di reato autonoma per i Deepfake. Il sottosegretario Alberto Barachini ha sottolineato l’importanza della tracciabilità e riconoscibilità dei contenuti generati dall’AI, elementi chiave per difendere il diritto d’autore e prevenire abusi.

Prevenzione e consapevolezza: le chiavi per affrontare il fenomeno

Nicola Neri, CEO di Ipsos, ha evidenziato l’importanza di un approccio integrato che combini informazione, formazione, sviluppo tecnologico e regolamentazione per affrontare i rischi legati ai Deepfake. Solo un impegno congiunto tra istituzioni, aziende e cittadini può preservare la fiducia nelle informazioni e garantire sicurezza e privacy online.


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