Violazione della libertà e della segretezza
Il caso esaminato dai giudici di Piazza Cavour riguarda un provvedimento con cui un pm, disattendendo una precedente decisione giurisdizionale, ha ordinato un’ispezione informatica sui dati già acquisiti da un cellulare sequestrato. La Cassazione ha dichiarato che tale atto rappresenta una violazione della libertà e della segretezza della corrispondenza, garantite dall’articolo 15 della Costituzione. Inoltre, le chat acquisite in questo modo sono state definite “inutilizzabili” in fase di indagine e a fini cautelari.
Una nuova legge in arrivo
Parallelamente, in Parlamento è in corso la discussione di una proposta di legge sul sequestro dei dispositivi elettronici. La legge, che vede come promotori i senatori Giulia Bongiorno (Lega) e Pierantonio Zanettin (Forza Italia), intende disciplinare il sequestro di smartphone e dispositivi digitali, considerati contenitori di dati altamente sensibili. La riforma mira a garantire un giusto equilibrio tra le esigenze investigative e il rispetto dei diritti degli individui, introducendo un nuovo articolo nel codice di procedura penale, il 254 ter, che regolamenta il sequestro di tali dispositivi.
Le garanzie della riforma
La proposta prevede che il sequestro dei dispositivi digitali debba avvenire con un contraddittorio tra le parti, per decidere quali dati siano rilevanti ai fini processuali. Il pubblico ministero sarà obbligato a specificare le ragioni del sequestro e le modalità tecniche con cui intende procedere. In caso di sospetto che i dati possano essere cancellati o alterati, l’autorità giudiziaria dovrà adottare misure per assicurare la loro conservazione fino alla selezione definitiva, che dovrà avvenire con la partecipazione di tutte le parti interessate.
Prospettive future
Il senatore Zanettin ha auspicato un’accelerazione dei lavori alla Camera per l’approvazione definitiva della legge. La riforma è vista come un passo necessario per garantire che l’uso dei dispositivi digitali nelle indagini penali rispetti il principio di proporzionalità, evitando abusi che possono compromettere la fiducia dei cittadini nel sistema giudiziario.