La Cassazione, con ordinanza numero 12142/2024, ha confermato la legittimità del licenziamento di un lavoratore che aveva pubblicato un post offensivo nei confronti della sua azienda su Facebook.
Nonostante l’ex dipendente avesse rimosso il post e contestato la validità delle prove presentate dall’azienda, la Corte ha ritenuto che la condotta fosse grave e meritasse il licenziamento. La diffusione di un messaggio diffamatorio su una piattaforma social come Facebook, anche se inizialmente visibile solo ad un cerchio ristretto di persone, ha una potenzialità virale che può danneggiare gravemente l’immagine dell’azienda.
La Cassazione ha sottolineato come la rimozione del post non sia sufficiente a riparare al danno causato e che la potenzialità diffamatoria del messaggio sia sufficiente a giustificare il licenziamento.
Questa sentenza conferma la necessità per i lavoratori di prestare la massima attenzione a ciò che pubblicano sui social media, soprattutto quando riguarda il proprio datore di lavoro. Un commento avventato può infatti avere conseguenze molto gravi sulla propria carriera professionale.
Iscriviti al canale Telegram di Servicematica
Notizie, aggiornamenti ed interruzioni. Tutto in tempo reale.
LEGGI ANCHE
I futuri magistrati dovranno passare due settimane in carcere con i detenuti
L’Associazione Amici di Leonardo Sciascia, con a capo l’avv. Simona Viola, ha ideato una proposta di legge con obbligo formativo, dopo aver vinto il concorso,…
AIGA, accesso in 70 carceri italiane nella Settimana santa
Saranno 70 le strutture penitenziarie, diffuse su tutto il territorio nazionale, all’interno delle quali faranno accesso delegazioni dell’AIGA, a partire da oggi 25 marzo e…
[EVENTO ONLINE 14 MAGGIO] Food and Wine Law – nuovi scenari aziendali per le cantine e per l’enoturismo
L’emergenza COVID-19 apre nuovi scenari per le cantine e l’enoturismo. Cosa aspettarci? Questo evento online sarà il primo di una serie di corsi altamente professionalizzanti…