Aziende ed istituzioni italiane hanno imparato che devono assolutamente prendere precauzioni contro i cybercriminali così come da alcuni governi.
Si pensi alle violazioni per scopi di spionaggio informatico messi in atto da Stati come Russia, Cina e Corea del Nord, anche se non mancano operazioni del genere da parte di nazioni considerate alleate.
Nel 2013 Edward Snowden aveva rivelato, per esempio, i dettagli del progetto Echelon, un’infrastruttura americana che doveva sorvegliare la Rete, anche se ci sono dei casi molto più eclatanti. Nel 2020 è emersa l’operazione Rubicone, ovvero un piano messo a punto dalla CIA per consentire a Germania e USA di spiare gli Stati di tutto il mondo attraverso un software molto utilizzato dai ministeri italiani.
Nel 2017, in Germania, avvenne un altro scandalo, che vedeva gli USA nel ruolo di spia nei confronti degli alleati.
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Per riuscire a costruire un’infrastruttura di Cybersicurezza efficace, bisogna ricorrere ad un gran numero di tecnologie e di prodotti: in Italia, l’offerta in tal senso è scarsa, quasi nulla. Anche se non è un problema di competenze o capacità.
Nel 2014 è nata Yoroi, un’azienda italiana che produce una gran quantità di software con funzioni che migliorano le performance degli analisti che combattono gli attacchi. Ermes Cyber Security, invece, è un’azienda di sicurezza informatica torinese, che ha creato una piattaforma di Browser security, unica in Europa nel suo genere.
Il prodotto consente agli utenti la navigazione in tutta sicurezza, evitando accuratamente le minacce che lo aggrediscono dal web, andando a filtrare dal phishing ai siti malevoli che portano a scaricare i malware.
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Potremmo andare avanti con l’elenco delle aziende importanti nel settore (si pensi a SGBox e ad Endian); non è un problema economico, visto che quando un’azienda ha un progetto molto interessante, dimostrando anche di avere le capacità di portarlo avanti, i fondi non tardano ad arrivare.
Nonostante tutte le eccellenze, esistono delle aree che riguardano la sicurezza informatica che risultano scoperte, o comunque non del tutto attive, nelle quali troviamo soltanto aziende di piccole dimensioni che non sono riuscite ancora ad affermarsi.
Per esempio, due aree con un urgente bisogno di un player italiano sono quelle dell’IAM, Identity Access Management e del CIAM, Customer Identity Access Management. Gran parte delle violazioni informatiche avviene attraverso la violazione delle credenziali d’accesso.
Tecnologie del genere potrebbero fare la differenza tra attacco riuscito e attacco sventato. Tuttavia, in Italia nessuno punta su questo settore. Tale situazione costringe le aziende italiane a utilizzare prodotti esteri, sui quali non si ha un vero e proprio controllo.
Anche se i casi di violazioni informatiche e spionaggio sono rari, un’infrastruttura che protegge risorse strategiche non dovrebbe essere messa in condizione di correre rischi vista la mancanza di alternative affidabili al 100%.
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