Giovedì 13 aprile 2023
Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, è anche il presidente dell’ANCI, l’associazione dei comuni italiani. Decaro, recentemente, ha scritto una lettera per segnalare le difficoltà riscontrate dai comuni italiani nella gestione e nell’invio dei progetti del PNRR.
Decaro, nello specifico, parla dei grandi problemi causati dal sistema informatico sviluppato dai ministeri, finalizzato alla ricezione della documentazione dei progetti dai comuni. Secondo i vari sindaci, il sistema, ReGis, è veramente lento, e si blocca continuamente.
Scrive Decaro: «Ritengo utile rilevare le inadeguatezze e le lacune del sistema complessivo di controllo, di monitoraggio e di erogazione dei fondi, poiché tale situazione incide fortemente sulla spedita attuazione del piano, anche in relazione alla attuale fase di apertura dei cantieri che si sta avviando».
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ReGis è una piattaforma informatica, una specie di gestionale, aperta da novembre 2022 e attraverso il quale le amministrazioni inviano dati e informazioni sui progetti del PNRR. Si tratta di uno strumento gestito dalla ragioneria dello Stato, che permette di controllare l’avanzamento di spese ed opere.
I Comuni caricano all’interno di questo sistema informatico i giustificativi della spesa, che vengono controllati dai vari ministeri una volta ogni mese. Se ci sono delle spese non giustificate, i soldi non vengono concessi, anche se i Comuni potranno presentare osservazioni al fine di motivare la richiesta. In tal modo si limita il rischio di spese non collegate al PNRR o eccessive.
Sembra tutto molto semplice, no? Nella realtà, però, le procedure di caricamento dei dati sono un po’ più complicate. Tutte le procedure hanno un proprio manuale di funzionamento, e in certi casi le loro FAQ superano in lunghezza i manuali.
Per esempio, le FAQ relative al bando borghi sono lunghe 116 pagine, e contengono 15 circolari e ulteriori linee guida da seguire. La ragioneria dello Stato, negli ultimi mesi, ha organizzato corsi per i dipendenti pubblici che si sono ritrovati ad utilizzare all’improvviso tale strumento, in assenza di una formazione adeguata.
Inoltre, il sistema ReGis sembra presentare dei problemi a livello gestionale. Detto in parole povere, il sistema si blocca, e i dipendenti comunali in possesso delle credenziali per l’accesso non sono in grado di entrare nella piattaforma. Oltretutto, le schermate per la compilazione dei dati, vengono cambiate troppo frequentemente, andando a disorientare i dipendenti.
Altri ministeri, invece, non hanno ancora caricato i manuali contenenti le regole da seguire per i bandi del PNRR che sono già stati avviati. Mancano, inoltre, anche i “codici progetto”, che servono ai comuni per l’accesso al sistema.
Pagamenti in ritardo
I comuni dichiarano che ci sono anche problemi che non hanno nulla a che vedere con il gestionale, ma con i soldi messi a disposizione. Ciascun comune può richiedere ai ministeri un anticipo per l’avvio dei progetti del piano, che non vengono finanziati in una volta sola ma in diverse tranche.
Tuttavia, i pagamenti ai comuni dovrebbero arrivare entro 7 giorni dal caricamento dei dati nel sistema. Spesso, però, vengono fatti oltre la scadenza. Viene segnalato anche come, per il codice degli appalti, le imprese hanno la possibilità di richiedere ai comuni un anticipo sino al 30%. Per le opere del PNRR, invece, soltanto il 10%.
Tale differenza spiega, almeno in parte, i vari problemi di liquidità segnalati dalle amministrazioni locali, e non soltanto dai piccoli comuni. «L’operazione di presentazione dei progetti PNRR è complessa e i tempi di spesa sono molto ridotti», spiega Simone Gheri, il direttore ANCI Toscana.
«Se aggiungiamo che passano giorni per una semplice risposta allora tutto diventa complicato. Non si pretende un faccia a faccia in tempo reale, ma nemmeno che trascorra tutto questo tempo, in alcuni casi vengono inviate mail e non arrivano nemmeno risposte».
La Commissione Europea dice no
Nel frattempo, Repubblica segnala il caso del Comune di Martis, nella provincia di Sassari, nella quale i dipendenti provano a registrarsi al ReGis da 7 mesi senza mai riuscirci, forse a causa di uno dei problemi informatici segnalati.
Il ministro Fitto, a fine marzo aveva detto che è una cosa matematica che certi interventi del PNRR non possano essere portati a termine in tempo, ovvero, entro la fine di giugno 2026. Molti ritardi vengono infatti attribuiti alle inefficienze dei comuni, soprattutto di quelli più piccoli, che sembrano non avere abbastanza personale e quello che c’è non è sufficientemente qualificato per portare avanti i progetti.
Decaro, nella lettera, invece, dice che i comuni hanno fatto il loro dovere: «Il risultato 2022 della spesa per investimenti, pari a circa 12 miliardi di euro, risulta ampiamente soddisfacente». Nel corso degli ultimi mesi, il governo Meloni ha cercato di chiedere all’Ue un po’ di tempo in più; tuttavia, la Commissione Europea ha detto chiaramente che non potranno esserci ulteriori rinvii sulle scadenze.
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