La PEC ha ormai raggiunto alti livelli di diffusione. Il numero di caselle attive a giugno 2022, stando ai dati AgID, era pari a 14 milioni e mezzo.
Grazie alla pubblicazione delle Regole tecniche dei servizi di recapito certificato con regolamento Eidas 910/2014, è cominciata la migrazione da PEC a REM (la PEC europea).
Tale migrazione, anche se non è di grande complessità, impatta comunque su imprese e utenti.
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Le regole tecniche in materia di REM sono state redatte con molta attenzione per minimizzare eventuali modifiche alla struttura della PEC.
Tutto questo semplifica e aiuta il processo di migrazione, favorendo l’interoperabilità tra i gestori. La REM Baseline, ovvero la base tecnica, è strutturata per indicare che cosa è incluso e cosa escluso all’interno dei modelli funzionali.
In fase di migrazione, i gestori PEC dovranno aggiornare i propri meccanismi per accedere al servizio, la struttura delle ricevute previste nella PEC e ulteriori aspetti di architettura fondamentali per l’adeguamento allo standard ETSI di interoperabilità (EN 319 532-4 versione 1.2.1).
Questo standard è stato aggiornato tenendo conto delle regole normative del Regolamento eIDAS 910/2014.
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Le modifiche sono, in maggior parte, trasparenti all’utente. Le dichiarazioni dei gestori maggiori confermano che le modalità d’uso e operative saranno identiche a quelle del sistema PEC.
Il mittente dovrà essere riconosciuto con certezza. L’accesso al sistema, quindi, utilizzerà l’autenticazione a due fattori: alcuni gestori stanno già informando i propri utenti dei nuovi meccanismi.
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La migrazione dei messaggi dalla PEC alla REM è indolore, viste le molte analogie nell’architettura dei due sistemi.
Accedere con l’autenticazione a due fattori ad un sistema di posta elettronica in realtà non è ancora un sistema molto utilizzato a livello mondiale. Tuttavia, le esigenze molto stringenti in materia di sicurezza rendono questo strumento indispensabile.
Certo, una maggior sicurezza impatta sull’esperienza complessiva dell’utente, ma, per come stanno le cose al giorno d’oggi, tale strumento è inevitabile.
Gli integratori di sistema dovranno aggiornare il proprio software per la conservazione e la gestione delle ricevute ma anche per l’invio massivo di messaggi. Il problema è relativo, poiché la ricevuta è rappresentata da un file e continuerà ad esser così anche nel sistema REM.
Da questa migrazione, tuttavia, non derivano soltanto oneri, ma nascono anche interessanti opportunità. La standardizzazione europea della PEC e la relativa interoperabilità permettono di scambiare messaggi tra gestori differenti, stabiliti in paesi che applicano il Regolamento eIDAS. Tutto questo consente, inoltre, di offrire l’accesso al sistema REM da parte di un gestore a un utente che opera in uno Stato diverso rispetto a quello in cui è stabilito il gestore.
Attualmente, i prestatori di servizi fiduciari qualificati eIDAS sono 31 in 10 Paesi, e nessuno di questi si trova in Italia).
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