41 bis: il carcere dell’Aquila è il più sicuro

Il carcere delle Costarelle è quello con il più alto numero di detenuti al 41 bis. Penitenziario che, come tutti ben sappiamo, è stato assegnato anche a Matteo Messina Denaro.

La casa circondariale dell’Aquila è una struttura che si trova in mezzo al nulla, in un’isola detentiva ben lontana rispetto al resto della città.

Nel corso degli anni sono passati alle Costarelle personaggi come il capo della Nuova camorra organizzata Raffaele Cutolo, O’Prufessore, ma anche boss sanguinari di Cosa Nostra come Giuseppe Madonia (Piddu) e appartenenti al clan dei Corleonesi come Leoluca Bagarella (don Luchino).

Il carcere è stato ultimato nel 1986 ed è entrato in funzione nel 1993. Già nel 1996 fu adibito quasi del tutto alla custodia dei detenuti che erano sottoposti a regimi di altissima sicurezza, che dovevano alloggiare in celle singole.

La capienza iniziale era di 150 detenuti, ma nel giro di poco tempo si è passati ad un massimo di 300, inclusi i carcerati comuni.

Inizialmente, l’apertura dell’istituto non fu un evento particolarmente amato dagli abitanti de l’Aquila. L’istituto è considerato una delle opere del Pentapartito. Alla fine degli anni ’80, infatti, la città, grazie al contributo di Domenico Susi, sottosegretario alle Finanze del Psi, si dotò di nuove strutture, come, per esempio, la scuola della Guardia di Finanza e il noto carcere.

Di particolare rilevanza il fatto che entrambe le strutture non soltanto hanno resistito al terremoto del 2009, ma sono divenute proverbiali per quanto riguarda la loro sicurezza. Il carcere fu concepito principalmente per favorire il passaggio dell’art. 90 degli anni ’70 all’attuale 41 bis.

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Il carcere è l’unico con una sezione femminile per il 41 bis. Oggi ospita 12 donne e 160 uomini.

Non ci sono stati particolari episodi rilevanti, proprio a causa della sua ferrea e rigidissima gestione.

All’inizio degli anni 2000 gli agenti penitenziari cominciarono a scioperare poiché la vita interna non era esattamente delle migliori. In quegli anni, infatti, la struttura si riempì di pericolosi detenuti dopo la chiusura delle carceri di Pianosa e Asinara.

Messina Denaro e le cure contro il tumore

Matteo Messina Denaro si trova alle Costarelle non soltanto per ragioni di sicurezza, ma anche perché dovrà proseguire le cure contro il tumore al colon, con il quale convive da più di un anno.

All’interno del carcere è in allestimento una stanza ad hoc per effettuare le cure, viste le difficoltà logistiche del trasporto in ospedale per due volte a settimana per un detenuto in regime di massima sicurezza.

Secondo alcune fonti di Ansa, Messina Denaro è tranquillo nella sua cella di 10 metri quadri. Nella struttura è presente un buon reparto di medicina oncologica, grazie al quale il detenuto potrà continuare le terapie.

A differenza delle altre strutture che hanno l’area per il 41 bis (Nuoro, Sassari e Tolmezzo), la struttura permette di spostarsi più facilmente a Roma, dove i pm riusciranno ad interrogarlo con frequenza.

La confusione degli ultimi giorni

Negli ultimi giorni si sta confondendo l’ergastolo ostativo con il 41 bis.

Il 41 bis fu introdotto grazie alla Legge Gozzini del 1986. Mario Gozzini, senatore comunista, voleva riformare il sistema carcerario al fine di migliorarne l’aspetto rieducativo.

Inizialmente era previsto soltanto per «casi eccezionali di rivolta o di altre gravi situazioni di emergenza». Tuttavia, dopo la strage di Capaci e la morte di Giovanni Falcone, venne approvato anche un Decreto Legge che consentiva di assegnare il 41 bis anche per reati particolarmente violenti, come nel caso dei detenuti per reati di mafia.

L’articolo 4 bis, invece, è una cosa completamente diversa. Introdotto nel 1991, l’articolo impedisce ad alcuni ergastolani di accedere alla libertà condizionale ma anche ai benefici penitenziari, come permessi premio, lavoro esterno e semilibertà.

I reati, in questo caso, ostano all’accesso di tali benefici, come nel caso di associazione di stampo mafioso, associazione finalizzata al traffico di droga e terrorismo – tranne nel caso in cui un condannato per mafia diventi un pentito e collabori con la giustizia.

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In Italia, i detenuti per reati ostativi sono 1.259, ovvero il 70% degli ergastolani. Le persone con ergastolo normale, quindi, sono in minoranza.

Nel 2021 la Corte Costituzionale si è espressa sull’ergastolo ostativo in quanto contrario ai nostri principi costituzionali, e ha invitato il parlamento a modificarlo.

Il governo Meloni è quindi intervenuto con un decreto legge che mantiene il 4 bis, modificando però le modalità di accesso ai benefici penitenziari: non si dovrà più soltanto collaborare con la giustizia, ma dimostrare di non avere più legami con la criminalità organizzata e di avere una condotta carceraria corretta.

Tale modifica non si applica ai detenuti in regime di 41 bis.

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