L’attacco hacker ha esposto i dati sensibili e bloccato i vaccini
Le informazioni attualmente disponibili circa l’attacco recentemente subìto dalla Regione Lazio portano verso una direzione univoca: la conferma che i dati personali del 70% dei cittadini romani (e delle Provincie limitrofe) sottoposti a vaccino sono esposti. Tra questi, sono inclusi quelli del Presidente della Repubblica -Sergio Mattarella- e del Presidente del Consiglio -Mario Draghi.
La Regione notifica il data breach al Garante Italiano per la Privacy e agli interessati
Dal punto di vista strettamente normativo, anche in attesa di comprenderne la reale portata, la Regione Lazio ha l’obbligo di notifica dell’avvenuto data breach e al Garante Italiano per la Privacy e agli interessati (artt. 33 e 34 del Regolamento). Inoltre, la sanità regionale -in quanto parte delle Infrastrutture Critiche nazionali- è soggetta alla Direttiva NIS (Direttiva 2016/1148 dell’Unione Europea sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi) e al Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica, le quali prevedono che siano applicate tutte le misure necessarie per ottenere un elevato livello di sicurezza delle reti.
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Nello specifico, la Direttiva NIS stabilisce anche che siano notificati gli incidenti da parte degli Operatori dei Servizi Essenziali (OSE), ambito in cui rientra il settore sanitario, al Computer Security Incident Response Team (CSIRT) nazionale e alle altre autorità nazionali competenti.
In realtà, è importante sottolineare che quello di questi giorni è l’ennesimo attacco cyber realizzato ai danni del Settore sanitario dall’inizio della pandemia da Covid-19. E, in effetti, vedendo la situazione da un altro punto di vista, esso potrebbe anche fornire la spinta decisiva alla già illustrata Agenzia per la Cybersicurezza nazionale. Ciò, in quanto una volta istituita e portata a regime, sarà proprio l’Agenzia a gestire simili crisi cibernetiche, a curarne la preparazione e prevenzione in ambito di sicurezza informatica.
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