9 Luglio 2021 -

Il processo veloce sarà meno equo?

C.N.F.: il processo con preclusioni e decadenze renderebbe la giustizia meno equa e veloce L’Organismo congressuale forense, l’Unione nazionale delle Camere civili e il Consiglio nazionale forense hanno le idee chiare. Il processo con decadenze e preclusioni sarà «meno equo e celere»; questo è il messaggio della loro lettera congiunta inviata al Senato. Infine, si…

C.N.F.: il processo con preclusioni e decadenze renderebbe la giustizia meno equa e veloce

L’Organismo congressuale forense, l’Unione nazionale delle Camere civili e il Consiglio nazionale forense hanno le idee chiare. Il processo con decadenze e preclusioni sarà «meno equo e celere»; questo è il messaggio della loro lettera congiunta inviata al Senato. Infine, si specifica che tutta l’Avvocatura e l’Associazione italiana fra gli Studiosi del processo civile sono della medesima opinione.

Per U.N.C.C. e C.N.F. il processo con preclusioni e decadenze è un errore

Arriva alla Commissione giustizia al Senato una lettera congiunta da parte dell’Organismo congressuale forense, l’Unione nazionale delle Camere civili e il Consiglio nazionale forense. In essa, dopo i ringraziamenti alla Ministra per gli interventi riguardo la giustizia civile, le critiche circa la disciplina del processo. Infatti: «alcuni emendamenti […] non soltanto lo renderanno meno giusto ma […] finiranno col rallentarlo […]»; il riferimento esplicito è soprattutto all’introduzione di preclusioni e decadenze.

In effetti, secondo i mittenti, la giustizia sarebbe sicuramente meno equa e celere se, sin dagli atti introduttivi, s’inasprissero preclusioni e decadenze. Dunque, si sostiene che, al fine di una giustizia giusta e veloce, sia necessario tutelare innanzitutto chi la giustizia la chiede. Perché «La certezza del diritto e l’effettività della giurisdizione civile, non si possono dissolvere in ragione di una paventata ma inefficace accelerazione dei tempi processuali».

Infine, si legge che questo processo appare sbagliato anche ammettendo di scendere a patti con il compromesso tra dovere di giustizia -dello Stato- e richiesta di produrre ricchezza -dell’Europa-. E, in effetti, Cnf, Ocf, Uncc sottolineano che non si tratta di modificare una valutazione politica, «ma di porre rimedio a una scelta [tecnica] sbagliata». In questo quadro e allo stesso scopo, nella lettera viene sottolineata la presenza di medesimi appelli anche da parte di Accademia e Avvocatura.

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