Gli aggiornamenti di software e dispositivi proteggono dai cybercriminali

Gli aggiornamenti di software e dispositivi proteggono dai cybercriminali

Secondo Morten Lehn, General Manager di Kaspersky per l’Italia, ben la metà dei dipendenti italiani non esegue gli aggiornamenti di software e dispositivi.

E in Europa non va meglio.

L’IT Security Economics 2020, sempre di Kaspersky, ha evidenziato che in Europa il 44% delle aziende utilizza le tecnologie superate, compromettendo la propria reputazione e generando danni economici maggiori rispetto a quelle più disciplinate.

PERCHÈ NON VENGONO INSTALLATI GLI AGGIORNAMENTI?

Lo studio “Pain in the neck”, ha indagato su quali siano le motivazioni per cui così tanti dipendenti italiani non eseguano gli aggiornamenti di software e dispositivi nel momento in cui ricevono la notifica. Eccone alcune:

– la notifica arriva in orario di lavoro (35%),
– la notifica arriva mentre stanno svolgendo un’attività che non vogliono interrompere (26%),
– non vogliono chiudere le applicazioni aperte (23%).

In sostanza, la richiesta di aggiornamento viene percepita come un disturbo.

E infatti, lo studio conferma che più della metà degli intervistati si sente interrotto durante il lavoro da questo tipo di richieste.

Altri ostacoli si incontrano però anche dopo l’installazione: per il 29% degli intervistati imparare a utilizzare le nuove versioni aggiornate è faticoso ed è tempo tolto al lavoro.

Infine, il problema principale: per molti la mancata installazione degli aggiornamenti non rappresenta una minaccia alla sicurezza dell’azienda.

L’IMPORTANZA DI AGGIORNARE SISTEMI E SOFTWARE

Aggiornare programmi, applicazioni e dispositivi permette non solo di accedere a nuove funzionalità ma anche di salvaguardare la sicurezza informatica.

Il motivo è semplice.

Gli sviluppatori mettono sempre alla prova i loro prodotti per cercare tutte quelle debolezze che i cybercriminali potrebbero sfruttare per sferrare attacchi informatici, rubare dati aziendali e anche informazioni personali.

Il rischio è ancor più concreto in questo periodo in cui lo smart working ha imposto a molti dipendenti di lavorare da casa con i propri computer personali, molto meno protetti dalle minacce informatiche. I computer personali rappresentano infatti una miniera di informazioni sui singoli individui ma anche una porta d’accesso ai sistemi aziendali di cui i cybercriminali sono ben consapevoli.

Ecco che, allora, eseguire gli aggiornamenti di dispositivi e software, privati e aziendali, permette di installare tutte le correzioni alle vulnerabilità individuate dagli sviluppatori e, quindi, proteggere meglio la propria privacy e il proprio lavoro dagli attacchi informatici.

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