Qual è la situazione a tre anni dall’introduzione del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati 2016/679, anche detto GDPR?
IL GDPR
Il GDPR è la principale normativa europea in materia di protezione dei dati personali.
Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale europea il 4 maggio 2016 ed entrato in vigore pochi giorni dopo, la sua attuazione è avvenuta solo a partire dal 25 maggio 2018.
È un regolamento composto da 99 articoli a cui si aggiungono 173 considerando dal solo un valore interpretativo, ed è attuato in ugual modo in tutti gli Stati membri dell’UE.
I suoi obiettivi sono:
– armonizzare la regolamentazione in materia di protezione dei dati personali all’interno dell’UE. La necessità parte dal riconoscimento della privacy come diritto fondamentale dei cittadini da garantire a su tutto il territorio europeo;
– sviluppare il Mercato Unico Digitale europeo (Digital Single Market). Garantire una maggiore tutela della privacy genera maggiore fiducia dei cittadini verso i servizi digitali;
– rispondere ai cambiamenti e alle sfide poste dall’innovazione digitale.
IL GDPR, GARANTE DELLA PRIVACY E DPO
Caposaldo della tutela dei dati personali in Italia è il Garante della Privacy che pone grande impegno nel favorire l’applicazione del Regolamento 2016/679 (e non solo).
Oltre a offrire indicazioni, il Garante si occupa di sanzionare condotte scorrette e vigila sulle situazioni che richiedono attenzione, come il dibattito sul trattamento dei dati personali degli utenti dei social network, come Tik Tok, o i problemi rilevati nelle regole di conservazione della fattura elettronica decise dall’Agenzia delle Entrate.
Le imprese iniziano a capire l’importanza di adeguarsi alle regole del GDPR. Questa tendenza si evince anche dal crescente numero di nomine di DPO.
Il DPO, Data Protection Officer, è il Responsabile della Protezione dei Dati e affianca il titolare e i responsabili del trattamento dati affinché li conservino rispettando il regolamento e gestendo adeguatamente i rischi.
TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI LA SITUAZIONE ITALIANA
Al 31 marzo 2021 In Italia si registrano:
– quasi 60.000 comunicazioni dei dati di contatto degli RPD (Responsabile della Protezione dei Dati),
– più di 27.000 reclami e segnalazioni,
– quasi 4000 segnalazioni di data breach,
– più di 76 milioni di euro di sanzioni. L’Italia si colloca al secondo posto delle nazioni con la somma più alta di sanzioni, dopo la Francia e prima del Regno Unito. Si colloca al secondo posto anche per il numero di sanzioni, dopo Spagna e prima dell’Ungheria;
– a inizio 2020 proprio in Italia è stata imposta una delle sanzioni più alte in tutta Europa: 27,8 milioni di euro, nel settore del telemarketing.
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