Come è andata a finire la storia del rimborso delle spese legali per chi è assolto in via definitiva?
IL RIMBORSO DELLE SPESE LEGALI PER GLI ASSOLTI
L’idea del rimborso è arrivata con la proposta da parte di Enrico Costa, responsabile Giustizia di Azione.
L’emendamento Costa alla Manovra 2021 doveva introdurre il nuovo articolo 177 bis al codice penale (Risarcimento economico degli imputati assolti con sentenza penale passata in giudicato):
«nel processo penale, all’imputato assolto con sentenza divenuta irrevocabile perché il fatto non sussiste, perché non ha commesso il fatto, perché il fatto non costituisce reato o non è previsto dalla legge come reato, è riconosciuto un rimborso delle spese legali nel limite massimo di importo pari a 10.500 euro».
Il rimborso sarebbe stato ripartito in tre quote di pari importo, con scadenza annuale, a partire dall’anno successivo a quello in cui la sentenza fosse divenuta irrevocabile. Le somme non avrebbero inciso sul reddito dell’individuo.
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I MOTIVI DEL RITARDO
È lo stesso Enrico Costa, sul Sole 24 Ore, a spiegare che al momento non sono ancora arrivate le somme per il rimborso delle spese legali per chi è assolto in via definitiva.
Il motivo? Nonostante l’approvazione della norma a dicembre 2020, semplicemente non è giunto alcun decreto da parte del Ministro della Giustizia e del MEF. I Ministeri avevano due mesi di tempo, ma ne sono passati più del doppio.
Senza decreto i rimborsi non possono essere concessi, anche perché manca la definizione dei criteri e delle modalità di erogazione.
Costa commenta così: «Auspichiamo che il quotidiano, silenzioso e certosino lavoro del Governo si estenda anche a questi atti che, ove ritardati ulteriormente, manderebbero in fumo l’applicazione di norme di civiltà, che non sono bandierine identitarie, approvate dal Parlamento».
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