1 Febbraio 2021

recovery plan

Recovery Plan, le proposte del CNF

Con l’obiettivo di offrire il proprio «contributo alla modernizzazione della giustizia», il CNF ha inviato al Governo le proprie proposte da affiancare al Recovery Plan.

Le proposte si concretizzano in:

  • una semplificazione dell’attuale cornice normativa,
  • l’efficentamento dell’organizzazione della giustizia,
  • la formazione di professionalità di alto livello per la gestione degli uffici
  • il rafforzamento delle competenze degli operatori del settore

RECOVERY PLAN. IL PROBLEMA DEGLI ARRETRATI

Un dettaglio importante è lo smaltimento degli arretrati.

Nel documento, il CNF sottolinea che i miliardi messi a disposizione con il Recovery Plan sono legati alla richiesta da parte dell’Unione Europea di riformare il sistema giudiziario italiano al fine di ridurre tempi e arretrati.

Certamente, l’assunzione di nuovo personale nella magistratura avviata dal 2014 è stata una buona iniziativa, ma non sufficiente a far fronte alla mole di cause ancora da smaltire.

Il CNF propone di affrontare l’ostacolo separando percorsi di giudizio delle nuove cause da quelli delle cause pendenti che rientrino in determinati criteri di durata, prendendo come riferimento la Legge Pinto o stabilendo un range temporale.
Per queste cause, le decisioni potrebbero essere prese dalle Camere arbitrali amministrate dai Consigli dell’Ordine degli Avvocati.

FORME ALTERNATIVE DI GIUSTIZIA

Il CNF invita anche a investire maggiormente nella giustizia complementare.

Il ricorso all’arbitrato rituale è, ad oggi, ancora limitato nonostante ne sia stata riconosciuta la piena validità (C. Cost. 376/2001).

Un aiuto potrebbe venire dalla concessione di benefici fiscali e altre agevolazioni, soprattutto in caso di trasferimento in sede arbitrale delle cause pendenti.

Anche gli strumenti ADR rappresentano un’ottima alternativa, a patto che si provveda a un riordino della materia attraverso l’elaborazione di un testo unico.

NUOVO RUOLO DEGLI AVVOCATI

Il Consiglio Nazionale Forense crede poi che possa essere d’aiuto che la prima fase monitoria del procedimento per ingiunzione venga affidata agli avvocati.
Si tratta di una fase quasi esclusivamente documentale.
Gli avvocati a cui affidare questa nuova funzione verrebbero selezionati  in base alle loro competenze e all’assenza di sanzioni disciplinari.

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