Whistleblowing nuove direttive UE: a che punto è l’Italia

L’Italia non recepisce la direttiva della Commissione europea sui segnalatori di illeciti

La Commissione europea intende avviare una procedura d infrazione nei confronti dell’Italia rispetto al non recepire la direttiva sul whistleblowing. Ossia, a causa del suo ignorare l’impegno a portare alla luce fatti corruttivi o sospetti di illeciti che possono minacciare l’interesse pubblico. Effettivamente, il termine per il recepimento di tale direttiva era dicembre 2021, ma sembra che il governo italiano ancora non voglia curarsene.

Whistleblowing: Italia non recepisce direttiva UE e Commissione europea vuole aprire una procedura d’infrazione

Si tratterebbe di un passaggio fondamentale, in quanto tale direttiva va anzitutto a integrare la Legge 30 novembre 2017, n. 179. Così, si disporrebbe di uno strumento fondamentale e utile alla lotta alla corruzione. A tal proposito, sorgono molte critiche principalmente da parte di The Good Lobbyorganizzazione non governativa che si occupa di trasparenza.

Infatti, quest’ultima esordisce con “Il mancato recepimento è una bella figuraccia a livello internazionale”. E continua: “Nulla è stato fatto. Non male per un governo che si trova ad affrontare la più importante fetta del PNRR e che la trasparenza è più capace a predicarla che applicarla”. Infine, da il colpo di grazia: “E spiace notare che il governo italiano, oggi preso a modello da altri paesi e dalla stampa internazionale, risulti totalmente disinteressato all’argomento a differenza di Francia, Spagna e Portogallo”.

A tale scia di disappunto si unisce anche il Centro Studi Enti Locali (CSEL) che realizza un dossier con dati scoraggianti. Infatti, qui si evince che nel periodo tra il 2018 e il 2021 c’è un preoccupante calo del 45% del numero di segnalazioni di illeciti inviate all’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC). Tra l’altro, proprio il Presidente dell’Anac a inizio anno denunciava l’inadempienza dell’Italia in questo modo:

“I whistleblower svolgono un ruolo essenziale nel portare alla luce fatti corruttivi o fondati sospetti di illeciti che possono minacciare l’interesse pubblico. In tutti i paesi che riconoscono questo istituto, le segnalazioni hanno permesso la protezione di interessi comuni fondamentali, nonché il recupero di ingenti risorse pubbliche”.

Direttiva UE whistleblower: chi riguarda e quali sono le sue caratteristiche

Nello specifico, la direttiva UE di cui si parla include nella definizione di whistleblower anche quei soggetti che sono fuori dalla tradizionale relazione lavorativa. Come:

  • Consulenti;
  • Membri dei consigli direttivi;
  • Ex dipendenti;
  • Candidati a posizioni lavorative.

Inoltre, la direttiva possiede queste caratteristiche:

  • Fornisce protezione a coloro che assistono i whistleblower;
  • Considera irrilevanti le motivazioni che spingono alla segnalazione;
  • Permette ai whistleblower di denunciare illeciti direttamente nel luogo di lavoro oppure alle autorità competenti;
  • Introduce il divieto di ogni tipo di ritorsione;
  • Prevede sanzioni per coloro che ostacolano il diritto a segnalare;
  • Attuano ritorsioni o non rispettano l’obbligo di mantenere la confidenzialità;
  • Richiede agli Stati membri di garantire l’accesso a un servizio gratuito, comprensivo e indipendente di assistenza all’interno del settore pubblico. Quindi, compresa anche l’assistenza legale e finanziaria;
  • Introduce l’obbligo di prendere in carico le segnalazioni e di mantenere il whistleblower informato entro un tempo ragionevole.

Whistleblowing: Italia non recepisce direttiva UE e non applica altre leggi come il lobbying

Data la sua importanza messa in luce dalle specifiche sopra indicate, The Good Lobby e Transparency International lanciavano l’allarme già da un mese. Così, invitavano il governo italiano a prestare attenzione alla direttiva, a muoversi e porre rimedio. Quindi, The Good Lobby continua a sottolineare:

“è un tassello fondamentale per evitare che le risorse europee del Recovery Fund finiscano in mano al malaffare. È essenziale per garantire maggiori tutele contro le ritorsioni perché permetterà di scegliere fra diversi canali di segnalazione, anche al di fuori della propria azienda o amministrazione. Un aspetto fondamentale che, in futuro, potrebbe prevenire il ripetersi di tragedie come quelle della funivia del Mottarone. Sappiamo infatti che un ex dipendente aveva segnalato internamente il guasto dell’impianto e aveva subito minacce di licenziamento. Se solo la Direttiva europea fosse stata in vigore, avrebbe potuto segnalare anonimamente la mancanza di sicurezza della funivia tramite un canale esterno e si sarebbe potuta evitare una tragedia in cui hanno perso la vita 14 persone”.

Tuttavia, da parte del governo italiano giunge solo un assordante silenzio. Tra l’altro, questo si scontra col buon risultato che l’Italia raggiunge nell’indice annuale 2021 del Cpi. Cionondimeno, anche qui si evidenziava che rimangono nel Bel Paese delle criticità sul whistleblowing e regolamentazione del lobbying. Infatti, l’Italia non risulta ancora in linea con le direttive europee.

Per concludere, si attendono anche snodi legislativi in merito al recepimento della direttiva UE 2019/37 sul whistleblowing, anche in tema di antiriciclaggio. Nello specifico, manca all’appello la pubblicazione del registro dei titolari effettivi. Così come si attende l’approvazione del Senato alla legge sul lobbying.

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