10 Settembre 2025 - GIUSTIZIA | Telecamere pubbliche e private

Videosorveglianza pubblica sempre valida per le multe ambientali

Dal Dl 116/2025 chiarimenti sull’uso delle telecamere: solo quelle degli enti pubblici possono accertare gli illeciti da remoto, le private ammesse soltanto nei reati penali. Sanzioni più severe e stop alla patente per chi abbandona rifiuti con l’auto

La lotta all’abbandono dei rifiuti entra in una nuova fase. Con l’entrata in vigore del decreto legislativo 116/2025, dal 9 agosto sono state introdotte sanzioni più severe e nuove regole che rafforzano il coordinamento tra Codice della strada e Testo unico dell’ambiente. Il provvedimento mira a disincentivare i comportamenti illeciti soprattutto quando avvengono con veicoli a motore, prevedendo non solo ammende più alte ma anche la sospensione della patente.

Telecamere e accertamenti
Gli impianti pubblici di videosorveglianza, installati dentro e fuori dai centri abitati, potranno essere utilizzati sempre per documentare violazioni legate all’abbandono di rifiuti. Le telecamere private, invece, saranno ammesse soltanto se l’illecito ha rilievo penale. La circolare ministeriale del 2020 e le successive chiarificazioni hanno confermato che apparecchi come il Targa System non possono sostituire l’attività degli agenti: restano strumenti di supporto e non di rilevazione autonoma.

Le nuove sanzioni
Per i rifiuti non pericolosi, l’ammenda è passata da un minimo di 1.500 a un massimo di 18mila euro (in precedenza oscillava tra 1.000 e 10mila). Se a commettere l’illecito è un’impresa o un ente, scatta anche l’arresto fino a due anni. Nei casi in cui l’abbandono avvenga con un veicolo a motore, il conducente rischia la sospensione della patente da uno a quattro mesi.

Restano escluse le ipotesi di rifiuti di piccolissime dimensioni o derivanti dal fumo, punite solo con sanzioni amministrative: da 80 a 320 euro se l’abbandono avviene a piedi, da 216 a 866 euro se invece avviene da veicolo in movimento o in sosta.

Gestione illecita e casi gravi
Il decreto ha trasformato in delitto — e non più in semplice contravvenzione — la gestione non autorizzata di rifiuti, siano essi pericolosi o non pericolosi. La pena si aggrava se l’attività è svolta con un veicolo a motore: oltre alla sospensione della patente da tre a nove mesi, la condanna comporta la confisca del mezzo salvo che appartenga a terzi estranei.

Sono previste anche sospensioni dall’Albo dei gestori ambientali (fino a un anno per i rifiuti pericolosi) e multe fino a 30mila euro, con possibilità di sospendere dall’incarico amministratori o responsabili.

Chi applica le sanzioni
Il sindaco resta l’autorità competente per le multe relative all’abbandono di rifiuti ai sensi dell’articolo 255 del Tua, mentre le violazioni del Codice della strada vengono contestate dagli agenti accertatori. Nei casi penali la competenza passa ai tribunali.


LEGGI ANCHE

Dazi USA, via libera da Trump: ora l’Italia cerca esenzioni per salvare le imprese

Firmato l’ordine esecutivo che riduce al 15% le tariffe su molte importazioni europee. Il governo italiano punta a limitare l’impatto negoziando regimi speciali. Tajani: «Serve…

Nordio, “Grave travisamento. Investimenti aumentati del 25%”

Roma, 13 marzo 2024 – “Sono indignato dal grave e strumentale travisamento – da parte di alcuni esponenti dell’opposizione – delle mie parole pronunciate questa…

OpenAI scommette 300 miliardi sul cloud: Oracle diventa regina dell’AI

L’accordo storico firmato da Sam Altman ridisegna gli equilibri della Silicon Valley. Ma il peso finanziario dell’operazione solleva interrogativi sulla sostenibilità del modello

TORNA ALLE NOTIZIE

Iso 27017
Iso 27018
Iso 9001
Iso 27001
Iso 27003
Acn
RDP DPO
CSA STAR Registry
PPPAS
Microsoft
Apple
vmvare
Linux
veeam
0
    Prodotti nel carrello
    Il tuo carrello è vuoto