Una spinta d’urgenza per tentare di restare agganciati agli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge che introduce misure straordinarie per il settore civile della giustizia: tra rinvii, applicazioni d’emergenza e nuove risorse in arrivo, il governo punta a colmare le criticità che ancora impediscono una significativa riduzione dei tempi dei procedimenti.
Al centro del provvedimento c’è l’impegno sottoscritto con l’Unione europea: tagliare del 40% la durata media dei procedimenti civili. Un obiettivo ambizioso, da raggiungere anche per salvaguardare i quasi tre miliardi di euro destinati all’ammodernamento del sistema giudiziario italiano. Se sul fronte del contenimento dell’arretrato i progressi sono visibili, più complicata resta la partita sulla durata effettiva dei processi.
Una squadra d’urto per i tribunali in affanno
Per dare una scossa al sistema, il ministero della Giustizia mette in campo una squadra di 500 magistrati applicati da remoto, ciascuno incaricato di gestire 50 procedimenti civili scelti tra quelli pendenti nei tribunali più congestionati, secondo l’indicazione del Consiglio superiore della magistratura (CSM). L’adesione sarà su base volontaria, ma sostenuta da incentivi economici e vantaggi di carriera, come punteggi aggiuntivi.
Anche la Cassazione partecipa allo sforzo, con 50 consiglieri del Massimario destinabili temporaneamente alla sezione civile di legittimità, anche in deroga a criteri di anzianità e professionalità.
Nelle Corti d’appello che non hanno centrato i target Pnrr entro giugno, potranno essere applicati fino a 20 magistrati aggiuntivi, già alla prima valutazione di professionalità. Parallelamente, i capi degli uffici giudiziari interessati potranno predisporre piani straordinari di smaltimento, con la supervisione del CSM, anche derogando ai limiti ordinari sui carichi di lavoro.
Tempi più lunghi per giudici di pace e tribunale della famiglia
Sul versante delle riforme strutturali, il decreto introduce due importanti rinvii. Il primo riguarda le nuove competenze dei giudici di pace, che slittano al 31 ottobre 2026: tra queste, la gestione esclusiva delle liti condominiali, la competenza sulle cause di valore fino a 30mila euro e i risarcimenti da incidente stradale fino a 50mila euro.
Il secondo rinvio riguarda invece l’avvio del nuovo tribunale della famiglia, che vedrà la luce non prima di metà novembre 2026. Una riforma destinata ad accentrare le cause relative a minori e rapporti familiari, ma che richiede ancora tempo per essere messa a regime.
Novità per tirocinanti e magistratura di sorveglianza
Il decreto tocca anche altri ambiti: per i vincitori del concorso da magistrato del 2023, il periodo di tirocinio viene esteso a 20 mesi, con otto mesi obbligatori presso le Corti d’appello e tre mesi di partecipazione attiva alle camere di consiglio.
Aumenta inoltre l’organico della magistratura di sorveglianza, con 58 nuove unità, mentre sulla legge Pinto – che tutela i cittadini nei casi di durata eccessiva dei processi – viene introdotta una novità rilevante: sarà possibile chiedere il risarcimento anche durante il processo, se i tempi stabiliti risultano superati.
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