6 Maggio 2021

Un possibile futuro della Giustizia passa per i poli giudiziari

Un possibile futuro della Giustizia passa per i poli giudiziari

Riportiamo alcuni contenuti dell’interessante articolo “Giustizia decentrata in 26 poli responsabili di governance e budget” apparso su Il Sole 24 Ore il 22 aprile scorso.

Un gruppo di magistrati, dirigenti, avvocati e docenti universitari vuole utilizzare i fondi del Next Generation Ue per realizzare dei progetti che rendano la giustizia una “risorsa e non un freno alla crescita”.

DECENTRAMENTO: I POLI GIUDIZIARI

Una delle proposte più interessanti riguarda l’organizzazione giudiziaria decentrata.

Il decentramento si realizza con «la costituzione di un livello intermedio tra attori centrali e uffici locali». Si tratta di poli giudiziari territoriali che coincidono con i 26 distretti delle corti d’appello.

I poli hanno il compito di assicurare un uso adeguato delle risorse assegnate ai vari uffici giudiziari sul territorio.

Come funzionano i poli

Ogni polo è gestito da un Consiglio che riunisce tutti i capi degli uffici giudiziari territoriali ed è coordinato dal presidente di corte di appello.

I singolo polo ha autonomia operativa ma anche doveri di accountability.

Le risorse a disposizione del polo sono finanziarie e di personale (togato e non togato), necessarie alla gestione dell’organizzazione, della logistica, dello sviluppo digitale e tecnologico.
Il polo riceve anche le somme derivanti dal recupero crediti e dalle sanzioni e  ha il dovere di rendicontare le spese attraverso gli strumenti di bilancio, di programmazione, controllo di gestione e di valutazione più idonei.

I piani d’azione

La distribuzione di risorse ai poli e la definizione di loro obiettivi si basano su piani d’azione triennali, con obiettivi e performance attese, soggetti a monitoraggio e valutazione periodici anche da parte di soggetti indipendenti, e accompagnati da un sistema di incentivi.

I piani di azione sono stesi dai poli giudiziari a partire dalle linee guida e le priorità elaborate da Csm e ministero della Giustizia. Il ministero definisce il budget massimo disponibile a livello nazionale e a livello dei singoli poli.
Sempre il ministero approva il piano, in base anche al parere del Csm.

I poli stabiliscono i budget degli uffici giudiziari e approva i loro piani di gestione e sviluppo.

DIGITALIZZAZIONE DEL PROCESSO

Un’altra proposta riguarda il superamento degli attuali modelli processuali cartacei a favore di un unico rito di cognizione digitale, che sia «non solo coerente con le tecnologie oggi disponibili, ma anche trasparente, garantito, semplice, unitario e flessibile, lasciando agli attori professionisti del processo la responsabilità di scegliere il percorso più efficace».

Questo nuovo rito digitale porta all’eliminazione, o quanto meno alla riduzione, dei tempi morti che incidono sull’attuale eccessiva durata dei processi. Parte di questo risultato deriva dall’automazione di quelle fasi a basso contenuto giuridico, impiegando così le professionalità umane nelle elaborazioni concettuali e nella fase di decisione.

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