Bruxelles alza il livello di guardia contro le frodi digitali. La Commissione europea ha infatti inviato una richiesta formale di informazioni ad Apple, Google, Microsoft e alla piattaforma di prenotazioni Booking, chiedendo conto delle misure adottate per proteggere i cittadini da truffe finanziarie e utilizzi illeciti dei loro servizi. L’iniziativa rientra nell’applicazione del Digital Services Act (DSA), la normativa che mira a rendere il web europeo più trasparente e sicuro.
Al centro dell’indagine figurano l’App Store di Apple, Google Play, il motore di ricerca Bing e il portale Booking.com. Secondo l’esecutivo comunitario, sono sempre più frequenti le segnalazioni di app che si spacciano per software bancari ufficiali, inserzioni pubblicitarie fittizie che promettono servizi inesistenti e link fraudolenti diffusi tramite i motori di ricerca. Una rete di inganni digitali che, una volta raggiunto l’utente, può tradursi nel furto di dati sensibili o di denaro.
«Si tratta di un passo fondamentale per tutelare i cittadini europei da pratiche scorrette e verificare che le grandi piattaforme facciano la loro parte», ha spiegato un portavoce della Commissione. L’obiettivo, ha aggiunto, è prevenire la diffusione di contenuti illeciti e rafforzare i diritti degli utenti in un ambiente digitale sempre più esposto al rischio di abusi.
La mossa arriva in un momento delicato nei rapporti tra Bruxelles e Washington. L’Unione europea ha più volte contestato presunti abusi di posizione dominante da parte dei giganti tecnologici americani, mentre dall’altra parte dell’Atlantico non sono mancate reazioni dure: l’ex presidente Donald Trump in passato ha protestato apertamente contro le politiche europee in materia. A complicare il quadro c’è anche la volontà di diversi Paesi UE di introdurre una tassa specifica sulle attività digitali, tema che da tempo genera frizioni con gli Stati Uniti.
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