Inchiesta alla Guardia di Finanza per una truffa delle liste di clienti Treccani
È nel 2019 che comincia l’inchiesta della Guardia di Finanza che vede ora finalmente la sua conclusione. Tutto cominciava con telefonate ai clienti dell’Enciclopedia Treccani, nelle quali l’identità dietro la cornetta conosceva tutto dell’altra. Ora, ai quattro indagati si contesta l’art. 167 del Codice della Privacy: ovvero, il trattamento illecito di dati. Vediamo assieme l’interessante caso.
Trattamento illecito di dati personali nella truffa del database ai clienti Treccani
Il caso coinvolge una cliente Treccani che riceve una telefonata da un call center che dimostra di conoscere molte cose su di lei. Ossia, sa i suoi dati anagrafici, quanto e cosa acquistava fino a quel momento dalla Treccani. Infine, la chiamata si conclude con una proposta: le chiede di incontrarsi per una rivalutazione delle opere d’arte che possiede a casa.
Ora, se l’incontro non aveva luogo, il contatto si concludeva con la telefonata. Invece, se i due fissavano appuntamento tale soggetto si presentava a casa e diceva di lavorare per una società X che propone le proprie opere d’arte. Dunque, non per la Treccani.
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Come si anticipava, sono quattro gli indagati ai quali si prevedono diverse sanzioni amministrative. Ora, gli atti sono già al Garante per la protezione dei dati personali che farà un’istruttoria. Inoltre, deciderà quanto tutta la questione verrà a costare agli accusati. E, nel caso peggiore si potrà arrivare a una sanzione da 20 milioni di euro.
In merito, Treccani vuole specificare che la profilazione dei dati avveniva per database con informazioni che raccolsero nel passato. Invece, con gli attuali sistemi informatici questo non sarebbe più possibile.
Le specifiche del caso della truffa di dati della clientela Treccani
Nello specifico, dei quattro indagati uno è irreperibile e dal quale gli altri tre acquistavano i dati. L’acquisto avveniva con tanto di fattura emessa da una società londinese che in realtà non esiste. Tra l’altro, risulta che da questa società tra il 2020 e il 2021 siano stati trasferiti più di due milioni di euro. Sembra che la scelta non sia casuale, dato che il Regno Unito è ora extra-europeo è più difficile effettuare controlli.
In realtà, se si acquista all’estero una lista di clienti, qualsiasi società italiana dovrebbe effettuare controlli per verificare che il consenso sia reale. Invece, le indagini dimostrano che migliaia di generalità di clienti si sottraevano illecitamente, e poi si catalogavano e commercializzavano senza consenso.
Inoltre, sono due le società con sede a Milano che fanno capo agli indagati e che detenevano illegalmente le liste clienti. Ovvero:
- Progetto Archivio Storico;
- Assegnazione Arte.
Nei loro database, su 10.244 nominativi ben 5.373 si riconducevano alla Treccani e alla casa editrice Editalia. Entrambe società al 99% dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, che vende opere d’arte e numismatica.
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