Dopo un prima sospensione fissata al 22 marzo, una seconda al 15 aprile, il settore della giustizia si trova davanti a un ulteriore rinvio delle udienze e alla sospensione dei termini fino al prossimo 11 maggio 2020.
Così è scritto nel comunicato n.30 del Consiglio dei Ministri del 6 aprile 2020 relativo al Decreto Liquidità. Il comunicato contiene le “misure urgenti in materia di accesso al credito e rinvio di adempimenti per le imprese, nonché di poteri speciali nei settori di rilevanza strategica e di giustizia”.
Il settore della giustizia è trattato al punto 5 del comunicato.
La proroga all’11 maggio non tocca le udienze urgenti, per esempio:
– udienze civili che riguardano minorenni e questioni familiari,
– convalide di arresto e fermo nel penale,
– udienze che coinvolgono detenuti se gli avvocati difensori chiedono di procedere.
Queste udienze potranno essere svolte da remoto.
A subire lo slittamento all’11 maggio sono:
– il termine per il rinvio d’ufficio delle udienze dei procedimenti civili e penali pendenti presso tutti gli uffici giudiziari,
– il decorso dei termini per il compimento di qualsiasi atto dei procedimenti civili e penali,
– la sospensione dei termini per la notifica del ricorso in primo grado innanzi alle Commissioni tributarie.
E DOPO L’11 MAGGIO?
Come fa notare Il Sole 24 Ore, lo slittamento aumenterà il carico di lavoro quando l’operatività del settore giustizia tornerà al 100%.
Gli arretrati, infatti, bisognerà pur smaltirli prima o poi, con tutto ciò che ne conseguirà in termini di efficienza ed efficacia del sistema.
Ironicamente, ciò accadrebbe proprio in un periodo in cui, almeno negli ultimi anni, si era assistito a una riduzione degli arretrati e dei tempi dei processi.
Quando sarà possibile, il ritorno alla normalità sarà comunque molto lento.
I capi degli uffici giudiziari dovranno infatti garantire che vengano evitati assembramenti nei palazzi di giustizia per evitare il diffondersi del contagio, ma questo complicherà lo svolgimento di quelle attività che necessitano della presenza delle parti e degli operatori della giustizia.
D’altro canto, l’attuale ricorso alle udienze da remoto ha dei limiti, come l’impossibilità di assumere le testimonianze o le dichiarazioni di consulenti e periti, mentre sul fronte delle tecnologie telematiche si fa notare che il personale delle Cancellerie che opera in smart working non ha la possibilità di accedere ai registri civili e penali e di depositare gli atti.
Staremo a vedere come si evolve la situazione generale e vi terremo informati.
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