Redazione 27 Dicembre 2024

Separazione delle carriere, primo provvedimento in ordine del giorno alla Camera l’8 gennaio

Roma – “L’augurio che faccio a tutti noi e alla comunità nazionale per il 2025 è mettere nello zaino solo quello che è davvero utile per andare più veloce e riuscire a vedere quello che è davvero essenziale”. Con queste parole, la premier Giorgia Meloni ha inaugurato Piazza Pia a Roma, un evento dedicato al Giubileo, in presenza del vicepremier Matteo Salvini.

Un messaggio simbolico che sembra rivolto anche alla maggioranza di governo, per sottolineare la necessità di mantenere la stabilità, chiudendo la porta a ipotesi di rimpasti, come quella ventilata da Salvini dopo l’assoluzione sul caso Open Arms. L’idea del leader della Lega di tornare al Viminale appare per ora accantonata.

Riforme in arrivo: separazione delle carriere in primo piano

Il 2025 si preannuncia un anno cruciale per il governo, con le riforme al centro dell’agenda. La separazione delle carriere dei magistrati sarà il primo provvedimento in discussione alla Camera l’8 gennaio, dopo la pausa natalizia. Una priorità condivisa non solo dalla premier, ma anche dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, Forza Italia e lo stesso Salvini.

La proposta, fortemente contestata dall’Associazione Nazionale Magistrati, trova però un consenso trasversale: Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi hanno espresso sostegno, complici anni di inchieste politiche finite nel nulla.

Autonomia differenziata e premierato: riforme in salita

Se la separazione delle carriere sembra su un binario preferenziale, il destino dell’autonomia differenziata appare più incerto. La legge Calderoli ha subito un duro colpo dalla Corte Costituzionale con la sentenza 192 del 14 novembre, che ne ha ridimensionato la portata. Inoltre, l’attesa per il giudizio sull’ammissibilità del referendum abrogativo previsto a gennaio potrebbe ulteriormente rallentare il processo.

Non meno complesso il percorso del premierato, fermo alla Camera dopo il primo via libera del Senato a giugno. Ostacolato da questioni irrisolte, come la legge elettorale necessaria per eleggere il premier, e dalla possibile sovrapposizione con il referendum sull’autonomia, il progetto resta in una fase di pausa strategica.

Le sfide del 2025: riforme e stabilità

Meloni punta a fare della riforma della giustizia il pilastro del suo governo, consapevole che le altre proposte potrebbero dividere ulteriormente l’elettorato. Se il referendum sull’autonomia sarà bocciato, il premierato potrebbe tornare al centro del dibattito. In caso contrario, l’esecutivo si concentrerà sulle riforme meno divisive per mantenere la coesione nella maggioranza e fronteggiare le sfide del nuovo anno.


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