Redazione 30 Giugno 2025

Scontro istituzionale: Cassazione rivendica il diritto al pluralismo giuridico

ROMA, 30 giugno 2025 — Prosegue il confronto serrato tra il vertice della magistratura e il governo sul delicato equilibrio tra poteri dello Stato. Al centro del dibattito, la recente relazione del Massimario della Corte di Cassazione sul decreto Sicurezza, che ha suscitato reazioni critiche da parte dell’esecutivo e della maggioranza parlamentare. A chiarire la posizione della Suprema Corte è intervenuta la prima presidente Margherita Cassano, che in una intervista al Corriere della Sera di oggi ha voluto sottolineare come si tratti di una prassi consolidata e istituzionale, nata con l’obiettivo di supportare l’intero sistema giudiziario nell’interpretazione delle nuove normative.

La Corte di Cassazione, infatti, attraverso il proprio ufficio studi, svolge da oltre vent’anni un’attività di analisi tecnico-giuridica su ogni nuova legge rilevante, specie quando queste hanno impatto su norme costituzionali o su obblighi internazionali assunti dall’Italia. Un lavoro che, come evidenziato da Cassano, non ha mai inteso — né potrebbe — condizionare la libera attività interpretativa dei giudici, sia di merito che di legittimità, e tantomeno interferire nel dibattito politico.

Piuttosto, i rilievi prodotti dal Massimario rappresentano un contributo tecnico e scientifico volto a elevare il livello qualitativo delle decisioni e a garantire maggiore uniformità nella giurisprudenza, favorendo così la certezza del diritto e la tutela dei cittadini. Una funzione che, fino ad oggi, non aveva mai generato simili tensioni con il potere politico.

A preoccupare il vertice della Cassazione non è solo il clima polemico, ma il rischio che il confronto istituzionale degeneri in delegittimazioni reciproche. Cassano ha rimarcato l’importanza di mantenere un dialogo rispettoso tra i poteri dello Stato, nel rispetto delle reciproche attribuzioni e nella consapevolezza che il pluralismo delle opinioni è un valore irrinunciabile in una democrazia matura.

Non sono mancati i riferimenti ai precedenti: dal 2003 a oggi, il Massimario ha prodotto numerose relazioni, su materie anche molto sensibili — dalla riforma Cartabia del processo penale e civile agli interventi legislativi sul cosiddetto Codice Rosso — senza che si registrassero simili reazioni. Tutte queste attività sono rese pubbliche attraverso il sito istituzionale della Corte, da anni accessibile a magistrati, avvocati, studiosi e cittadini.

In questo contesto, la presidente Cassano ha ribadito che le critiche sul merito delle valutazioni sono fisiologiche e legittime in un ordinamento democratico. Tuttavia, è essenziale che il dissenso non si trasformi in una messa in discussione del ruolo costituzionale della magistratura, che resta custode del diritto e garante dell’equilibrio tra i poteri.

Il confronto tra magistratura e politica si inserisce peraltro in un momento delicato, segnato dall’avanzamento della riforma costituzionale sulla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. Anche su questo tema, la Corte ha espresso osservazioni di natura tecnica attraverso un recente parere del Consiglio Superiore della Magistratura, approvato a larga maggioranza. L’intento, secondo Cassano, è quello di offrire elementi di riflessione su questioni delicate che incidono sull’assetto della giustizia, senza mai invadere il terreno delle decisioni di principio che competono esclusivamente al legislatore.

Il rischio di un deterioramento del rapporto tra istituzioni e di un’ulteriore perdita di fiducia dei cittadini nel sistema resta concreto. Per questo motivo, la prima presidente della Cassazione ha auspicato un recupero di toni pacati e di un confronto riflessivo, fondato sul reciproco rispetto, nella consapevolezza che pluralismo e dialogo costituiscono le basi della tenuta democratica e della coesione istituzionale.


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La prima presidente Margherita Cassano risponde alle critiche sul Massimario: “Da vent’anni relazioni tecniche, mai condizionamenti. Serve rispetto reciproco per tutelare la democrazia”.

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