Nella sede del Giudice di Pace di Rovigo, in corso del Popolo, la situazione è degenerata talmente tanto da dover richiedere l’intervento della Polizia Locale, non per problemi collegati alla condotta di qualcuno, ma per difficoltà di sistema.
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Tutto questo sembra essere effetto della Riforma Cartabia, che ha causato risultati divergenti rispetto agli obiettivi desiderati.
Questo potrebbe essere il caso delle norme contenute nel DL 188/2021, riguardante la presunzione d’innocenza, che ha reso difficile, se non impossibile, per i giornalisti, l’attività di verifica con le forze dell’ordine e con la magistratura delle notizie di cronaca giudiziaria e di cronaca nera.
Il problema, in questo caso, è nato a seguito delle disposizioni riguardo la giustizia digitale, grazie alle quali dal 30 giugno è entrato in vigore l’obbligo del deposito telematico degli atti del processo telematico presso gli Uffici del Giudice di Pace, sia per i nuovi procedimenti che per quelli pendenti.
L’OCF aveva già messo in guardia su una “drammatica situazione”, richiedendo il rinvio dell’applicazione della norma, visto che «gli Uffici dei Giudici di Pace sono del tutto impreparati all’adozione del nuovo sistema che procurerà notevoli difficoltà agli avvocati e dunque ai cittadini».
Quello che è accaduto a Rovigo è stata la conferma di tutto questo. I computer degli Uffici del Gdp si sono completamente impallati, e questo ha bloccato il deposito degli atti nelle udienze dei Giudici Patrizia Prando e Marco Bresciani.
Leggi anche: Dal 30 giugno obbligo di Deposito Telematico presso il Giudice di Pace
Per questo, un avvocato ferrarese, esasperato da questa situazione, ha deciso di chiamare la Polizia Locale affinché venisse verbalizzato quello che stava accadendo. La soluzione è stata… la carta.
Il presidente del Tribunale Angelo Risi è infatti intervenuto, firmando un decreto in cui scriveva:
«Rilevato che, allo Stato, presso l’Ufficio del Giudice di Pace di Rovigo sussistono e permangono oggettive e, allo stato, non superabili problematiche relative all’utilizzo del Pct sia da parte delle cancellerie che da parte dei Gop, carenza di hardware all’interno degli uffici, mancata consegna dei nuovi portatili, obsolescenza di quelli già in dotazione, formazione ancora insufficiente, assenza delle firme digitali, vista la segnalazione giunta in tal senso dai Gop, in attesa della regolarizzazione delle situazioni di difficoltà e ferma la possibilità delle parti e degli ausiliari di procedere al deposito telematico dei propri atti, autorizza le parti, sino a regolarizzazione del servizio che verrà comunicato agli interessati con congruo anticipo, al deposito con modalità non telematiche degli atti processuali e dei documenti allegati, compresa la nota di iscrizione a ruolo. Autorizza altresì i Gop a celebrare le udienze ed a redigere e depositare i provvedimenti in modalità cartacea».
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