Un’innovazione destinata a lasciare il segno nel panorama giudiziario italiano arriva dal Tribunale di Reggio Emilia, dove, con un decreto firmato il 22 maggio 2025, è stato imposto l’obbligo di utilizzare un software gestionale privato per le procedure di esecuzione immobiliare. Si tratta di “Genius AI”, un sistema basato su intelligenza artificiale generativa, sviluppato da una società già attiva in molti uffici giudiziari italiani.
Il provvedimento, operativo a partire dal 2 giugno, estende l’utilizzo del gestionale anche alle procedure già delegate, coinvolgendo notai, avvocati, commercialisti e professionisti incaricati della gestione delle vendite forzate.
Secondo quanto riportato nel decreto, il software è in grado di automatizzare gran parte delle attività procedurali: dalla predisposizione di atti e documenti conformi alle specifiche ministeriali, alla gestione dei flussi contabili, fino all’assistenza tecnica agli utenti. A rendere il tutto più singolare è la componente AI, che dovrebbe offrire supporto personalizzato e auto-apprendimento basato sull’esperienza quotidiana.
Tuttavia, non mancano i punti critici. Il carattere vincolante della misura, adottata in autonomia da un singolo tribunale senza una preventiva autorizzazione ministeriale, solleva interrogativi sulla legittimità procedurale e sulle implicazioni per la trasparenza del processo civile telematico. Il sistema, infatti, conserva e gestisce dati giudiziari attraverso i server di una società privata, aspetto particolarmente delicato in un ambito dove il trattamento delle informazioni è di norma riservato alle strutture istituzionali.
A suscitare perplessità è anche la rapida entrata in vigore del decreto, praticamente immediata, e la possibilità — al momento non chiarita — di costi occulti per i professionisti coinvolti, nonostante le rassicurazioni di gratuità operative.
L’iniziativa reggiana, se da un lato evidenzia il potenziale dell’intelligenza artificiale nella semplificazione delle procedure giudiziarie, dall’altro richiama la necessità di regolamentazioni chiare e condivise, specialmente in una fase in cui il quadro normativo europeo sull’IA è ancora in fase di definizione.
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