Il Consiglio dei ministri apre ufficialmente il cantiere delle professioni. Sul tavolo di Palazzo Chigi sono attesi oggi quattro disegni di legge che promettono di ridisegnare in profondità il sistema ordinistico italiano: una riforma generale per tutti gli Ordini, un intervento mirato per i commercialisti, uno per l’avvocatura e un quarto pacchetto per le professioni sanitarie. In gioco ci sono regole elettorali, incompatibilità, modalità di accesso e nuove forme di esercizio della professione.
L’ultima riforma organica del settore risale al 2011, con il decreto legge 138 e il Dpr 137 del 2012, che fissarono principi generali su Albi, formazione continua e procedimenti disciplinari. Da allora, però, sono stati solo ritocchi a macchia di leopardo, mentre oltre 1,6 milioni di professionisti attendono da anni un intervento strutturale.
La riforma generale degli Ordini
Il disegno di legge delega predisposto dai ministeri del Lavoro e della Giustizia punta a un riordino complessivo del sistema ordinistico. Tra le ipotesi allo studio anche una revisione delle regole elettorali, con la possibilità che i futuri Consigli siano prorogati in attesa delle nuove norme. L’associazione “Professioni Italiane”, che riunisce 22 Ordini, ha già chiesto al Governo di intervenire su accesso, disciplina e potenziamento della sussidiarietà, ribadendo il ruolo sociale dei professionisti accanto allo Stato.
I commercialisti
La categoria guidata da Elbano de Nuccio spinge da tempo per modificare il Dlgs 139/2005. La riforma riguarderebbe tirocinio (anche retribuito), regole sulle aggregazioni, incompatibilità più flessibili e un nuovo sistema elettorale che darebbe spazio al voto diretto degli iscritti accanto a quello degli Ordini territoriali. Proprio questo punto ha sollevato tensioni interne: l’Associazione nazionale commercialisti (Anc) ha scritto al ministro Nordio chiedendo di sospendere l’iter almeno fino alle elezioni previste per gennaio 2026.
Gli avvocati
Il disegno di legge delega sull’ordinamento forense, elaborato a partire dal testo del Consiglio nazionale forense, intende aggiornare la legge professionale 247 del 2012. Le novità principali riguardano la possibilità di esercitare in forma di rete tra avvocati, in regime di collaborazione continuativa o monocommittenza. Inoltre, verrebbe allentato il regime delle incompatibilità: gli avvocati potrebbero assumere incarichi come amministratori di società di capitali. Una prospettiva che ha diviso la categoria: l’Associazione nazionale forense ha già diffuso una lettera aperta al ministro Nordio chiedendo di ritirare il testo e aprire un confronto con l’intera avvocatura.
Le professioni sanitarie
Il pacchetto dedicato ai sanitari affronta due temi delicati: lo scudo penale per i medici e la riorganizzazione della medicina territoriale. I giovani medici di famiglia, oggi liberi professionisti, potrebbero essere inquadrati come dipendenti, con l’obbligo di prestare alcune ore di servizio nelle case di comunità. Anche in questo caso le resistenze non mancano.
Un percorso in salita
Il condizionale resta d’obbligo: nelle ore precedenti al Consiglio dei ministri il lavoro di limatura è proseguito senza sosta, sotto la pressione di associazioni e sindacati di categoria. Non è quindi scontato che tutti e quattro i testi arrivino in giornata sul tavolo del Governo. Quel che è certo è che il settore delle professioni – fermo a regole di oltre dieci anni fa – è pronto a vivere una nuova stagione di cambiamento, tra attese di modernizzazione e timori di una riforma calata dall’alto.
Iscriviti al canale Telegram di Servicematica
Notizie, aggiornamenti ed interruzioni. Tutto in tempo reale.
LEGGI ANCHE

Comincia il congresso Aiga: a Bari attesi oltre 900 congressisti da tutta Italia
Comincia oggi a Bari il XXVII Congresso dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati, che durerà tre giorni e avverrà all’interno del teatro Piccinni. Si prevede l’arrivo di…

Le nuove direttive verranno presentate domani, 19 ottobre a Mogliano Veneto

Cassazione: responsabilità del venditore per vizi non riconoscibili dell’autovettura
La Corte ha stabilito che, quando il vizio dell'autovettura non è facilmente riconoscibile, come nel caso della rottura del volano, grava sul venditore una presunzione…