Il Ministero della Giustizia interviene sul contributo unificato: stop all’iscrizione a ruolo in caso di mancato pagamento
Il Dipartimento Affari di Giustizia del Ministero della Giustizia ha diffuso una nota con una serie di chiarimenti sul contributo unificato, documento che è stato trasmesso dal Consiglio Nazionale Forense (CNF) ai Consigli dell’Ordine degli Avvocati (COA). La nota, firmata dal direttore generale Giovanni Mimmo, fornisce indicazioni dettagliate sulle conseguenze dell’omesso pagamento del contributo unificato, alla luce dei numerosi quesiti giunti dagli uffici giudiziari nel corso del 2024.
Il ruolo dei cancellieri e il blocco dell’iscrizione a ruolo
Uno degli aspetti più rilevanti riguarda la gestione delle cause civili nel caso in cui il contributo unificato non venga versato o risulti insufficiente. Secondo le nuove disposizioni, i cancellieri saranno tenuti a rifiutare il deposito dell’atto introduttivo e a non procedere con l’iscrizione a ruolo della causa. In altre parole, senza il pagamento del contributo minimo previsto per legge, la causa non potrà avere inizio.
Viene inoltre chiarito che non è possibile sospendere l’iscrizione a ruolo in attesa della regolarizzazione del pagamento: se il contributo non è stato versato, la causa non potrà essere registrata e non potranno essere avviate azioni di recupero per il pagamento omesso.
L’onere del contributo per il convenuto
Un altro punto di rilievo riguarda la posizione della parte convenuta. L’omesso pagamento del contributo da parte di quest’ultima non impedisce il deposito dell’atto difensivo. Tuttavia, se il convenuto modifica la domanda, propone una domanda riconvenzionale, chiama in causa un terzo o effettua un intervento autonomo, sarà tenuto a versare un autonomo contributo unificato. In caso di mancato pagamento o versamento insufficiente, la cancelleria accetterà comunque il deposito dell’atto ma avvierà la riscossione per l’importo non corrisposto.
Se, invece, la prima parte a costituirsi in giudizio è il convenuto, sarà quest’ultimo a dover pagare il contributo unificato per evitare la mancata iscrizione a ruolo della causa.
Applicabilità delle nuove regole e impatto sui procedimenti di cittadinanza
Le nuove disposizioni si applicano a tutti i giudizi civili, indipendentemente dal grado di giudizio, e comprendono anche le procedure esecutive e la fase cautelare. Un chiarimento specifico è stato fornito per i procedimenti di riconoscimento della cittadinanza italiana: nel caso in cui più persone presentino un unico ricorso, ciascun ricorrente sarà tenuto al pagamento del contributo unificato minimo di 43 euro.
Questo orientamento è in linea con quanto previsto dalla legge di bilancio 2024, che ha introdotto l’obbligo di versare un contributo fisso per ogni ricorrente, anche in presenza di un unico atto introduttivo. Pertanto, la causa potrà essere iscritta a ruolo solo se tutti i ricorrenti abbiano provveduto al pagamento dell’importo dovuto.
Leggi qui il documento integrale del Dipartimento Affari di giustizia: Scarica il PDF
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