13 Dicembre 2022

Nordio: “La legge Severino va cambiata”

In un’intervista al Corriere della Sera, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha parlato della possibilità di modificare la legge Severino: «Occorre far sì che la norma sull’incandidabilità non venga applicata ai condannati in primo grado».

«Altrimenti», aggiunge, «la norma confliggerebbe con la presunzione di innocenza. L’incandidabilità dovrebbe scattare dalla sentenza di appello in poi». Per chi ha commesso reati gravi, secondo Nordio, «si può discutere».

Per il ministro della Giustizia la norma non può essere applicata retroattivamente, in quanto si parla di un provvedimento afflittivo. «Su questo ci sono idee trasversali diverse. Credo che dobbiamo fare un dibattito trasparente e senza pregiudizi».

Intercettazioni

In materia di intercettazioni, Nordio sottolinea come «al netto di quelle per reati di mafia e terrorismo, che non vanno toccate, la norma va modificata: c’è un problema di divulgazione e uno puramente economico, perché vengono spesi centinaia di milioni che potrebbero essere utilizzati per altro».

La norma va rimodulata «per conciliare il diritto all’informazione dei cittadini e quello dei singoli a non veder divulgate notizie segrete e intime che li riguardano».

Nordio si dice aperto a «cercare un punto d’incontro tra diritto all’informazione e limiti alla graticola mediatica» e ad «aprire un tavolo di confronto tra rappresentanti dell’Anm, dell’avvocatura e del giornalismo, anche domani».

Cosa ne pensa Luigi de Magistris

Luigi de Magistris, politico ed ex-magistrato italiano, dice di essere d’accordo con alcuni dei passaggi fatti dal ministro Nordio. Per quanto riguarda la legge Severino: «E’ sicuramente una legge che va rivista, perché prevede la sospensione delle cariche elettive per condanne in primo grado addirittura per reati come l’abuso di ufficio non patrimoniale».

Va mantenuta, invece, «per i reati ben più gravi e allarmanti: mafia, corruzione, concussione, peculato. L’anticipazione rispetto alla presunzione d’innocenza dev’essere prevista solo per casi particolarmente gravi, altrimenti lasciamo che sia la magistratura a selezionare la classe dirigente».

Lo stesso de Magistris ha conosciuto gli effetti della legge Severino nel 2014, quando è stato condannato per abuso d’ufficio nell’inchiesta Why Not ed è stato sospeso dalla carica di sindaco di Napoli.

«La legge Severino per come è stata scritta dà anche delle risposte a delle esigenze giuste». Per reati particolarmente gravi «credo che l’anticipazione ad una condanna anche in primo grado ci può stare, ma per l’abuso d’ufficio non patrimoniale e altri reati minori no».

L’ex magistrato sostiene che per così com’è, la legge Severino non ha funzionato nel diminuire la corruzione, anzi.

«Credo che abbia creato delle ingiustizie, perché quando infili nella norma il reato di abuso d’ufficio non patrimoniale, di cui ci sono pochissime condanne nel nostro Paese, e si escludono reati ben più gravi, si pone anche un problema di apparente discrezionalità, che rischia di essere un eccesso di potere da parte del legislatore».

Invece, riguardo l’ipotesi di modificare o abolire il reato di abuso di ufficio, de Magistris la pensa diversamente da Nordio. Sarebbe come «togliere un’arma investigativa determinante per arrivare a reati ben più gravi».

È particolarmente controproducente «perché chiunque ha esperienza in materia investigativa sa che la gran parte dei procedimenti penali di reati gravi contro la pubblica amministrazione nascono da indagini per abuso d’ufficio».

A Renzi piace Nordio

Nordio sembra rappresentare un punto d’incontro tra il Terzo Polo e il governo Meloni. Parlando della riforma della giustizia, Matteo Renzi dichiara: «se Nordio sarà lasciato libero di andare per la sua strada, seguendo le sue idee liberali, noi saremo con lui».

Continua: «Voteremo sì alla riforma come ha detto in aula l’altro giorno Enrico Costa. Speriamo che il Guardasigilli abbia la forza di andare fino in fondo».

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