4 Settembre 2025 - POLITICA | In Veneto

Manovra, la Lega alza la posta: pace fiscale e contributo dalle banche

Dal Carroccio arriva un pacchetto di proposte: rottamazione delle cartelle, difesa dei redditi e una tassa straordinaria sugli istituti finanziari. Sullo sfondo le tensioni interne tra Salvini e Zaia

La legge di bilancio entra nella fase più calda e la Lega prova a imprimere la propria impronta. Le richieste del partito guidato da Matteo Salvini puntano su due fronti principali: una nuova pace fiscale, con la rottamazione definitiva delle cartelle esattoriali, e un contributo straordinario da parte delle banche, da destinare a famiglie e imprese alle prese con inflazione e caro-mutui.

Il progetto, rilanciato nelle ultime ore anche con una nota ufficiale, prevede lo stanziamento di circa 8 miliardi da destinare a interventi di sostegno. “Difesa del reddito delle famiglie e rilancio dell’economia” sono le parole chiave della proposta leghista, che ricalca l’idea già avanzata due anni fa di chiedere un contributo al settore finanziario, oggi tornata d’attualità dopo i risultati migliori del previsto sulle entrate fiscali.

La partita della pace fiscale

Secondo le stime circolate al ministero dell’Economia, la rottamazione delle cartelle potrebbe interessare un numero elevatissimo di contribuenti, alleggerendo un sistema già appesantito da milioni di pendenze. La misura è vista dalla Lega come strumento non solo di equità, ma anche di efficienza amministrativa, con l’obiettivo di chiudere definitivamente pratiche di difficile riscossione.

Il nodo banche

Più delicata la partita sugli istituti di credito. Salvini spinge per una forma di contributo obbligatorio, “non un nuovo fondo NATO”, come precisano fonti leghiste, ma un prelievo mirato destinato direttamente a finanziare misure di sostegno. Un’ipotesi che non piace al mondo bancario, preoccupato per il rischio di nuovi oneri dopo la tassa sugli extraprofitti.

I conti della manovra

Le trattative avvengono mentre i tecnici del Mef lavorano a limare i saldi di bilancio. Le entrate superiori alle attese, circa 13 miliardi, offrono qualche margine, ma i vincoli europei e le spese obbligatorie riducono gli spazi di manovra. La quadra definitiva è attesa entro metà settembre, quando il testo dovrà approdare in Consiglio dei ministri.

Lo sfondo politico: il rebus Veneto

A complicare lo scenario, anche il capitolo interno alla Lega. Matteo Salvini ha definito il governatore del Veneto Luca Zaia “un valore aggiunto” per il partito, tentando di smorzare i contrasti che da tempo agitano il Nord. Zaia, dal canto suo, ha risposto con toni misurati: “Ci incroceremo”. Un messaggio che lascia intendere che il dialogo resta aperto, ma anche che le distanze politiche non sono ancora colmate.

La manovra, dunque, diventa non solo il terreno delle scelte economiche del governo, ma anche un banco di prova per gli equilibri interni della Lega. Con un Salvini intenzionato a intestarsi il pacchetto fiscale, mentre Zaia continua a rappresentare il volto più istituzionale e radicato nei territori del Nord produttivo.


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