riforma del processo civile

La riforma del processo civile: riduzione dei tempi e semplificazione

La riforma del processo civile trova il via libera con la seduta del 5 dicembre 2019 del Consiglio dei Ministri.

Gli obiettivi della riforma si possono riassumere nelle parole del premier Conte: «garantire un servizio della giustizia civile ancora più efficiente e attrarre più investitori».
In sostanza, si vogliono ridurre i tempi della giustizia e semplificare le regole che governano la procedura civile, in modo da rendere lo scenario più appetibile alle imprese che decidono di investire nel nostro paese.

Ma qual è il rapporto tra una giustizia efficiente e la presenza di investimenti stranieri?
Semplice: un ambiente legale efficiente aumenta la competitività del paese.

Correva l’anno 213 quando Edward Luttwak, politologo ed esperto statunitense di strategie militari, in un’intervista rilasciata a Panorama criticava la giustizia italiana additandola come una delle principali cause della mancanza di investimenti stranieri nel nostro paese. A suo parere, 3 i motivi:

  • – la lentezza del sistema, incompatibile con la certezza del diritto,
  • – l’arbitrarietà dei magistrati e la possibilità di arrestare le persone senza le prove richieste dal principio dell’habeas corpus,
  • – l’ “imperialismo giurisprudenziale”, ovvero la criminalizzazione di  attività economiche o di eventi che in altri paesi sono soggetti alla sola giustizia civile.

La riforma che entrerà in vigore il prossimo gennaio 2020 è partita proprio dall’analisi di cosa non funziona.
Sono emersi 2 ostacoli:

  • – troppi tempi morti durante i processi;
  • – troppe regole diverse in base al tipo di procedimento.

 L’ovvia conclusione è che meno regole (e meno passaggi) renderanno il sistema più snello e, conseguentemente, più veloce.

riforma del processo civile
Immagine tratta dal video della conferenza stampa del Presidente Conte e del Ministro Bonafede, Consiglio dei Ministri n. 15, 5/12/19.

LE PRINCIPALI NOVITÀ DELLA RIFORMA DEL PROCESSO CIVILE

Ecco alcune delle novità introdotte dalla riforma del processo civile.

I riti di riferimento passano da 3 a 1 solo (riduzione già prevista dal d.lgs 150/2011).

– Vi è un unico atto introduttivo, il ricorso.

– Viene cancellata l’udienza di precisazione delle conclusioni così da ridurre il numero delle udienze.

Il perimetro della causa deve essere definito prima della prima udienza e il calendario del processo deve essere fornito alle parti fin da subito.

– Anche il processo d’appello e rito collegiale vengono riformati su misura dell’unico rito sopravvissuto.

– Anche il rito davanti al giudice di pace viene semplificato: viene eliminato l’obbligo del tentativo di conciliazione in quei settori in cui si è spesso rivelato poco performante. Contemporaneamente, l’obbligo viene esteso ad altre controversie.

Si investe nella digitalizzazione del processo civile.
Alle parti viene richiesto di depositare i documenti e gli atti esclusivamente con modalità telematiche.
Viene inserito il divieto per l’ufficiale giudiziario di notifica cartacea se il destinatario possiede un domicilio digitale o un indirizzo pec.
La digitalizzazione riguarda anche la Cassazione e i processi davanti al giudice di pace.

– Viene abrogato il rito Fornero, che offriva una corsia preferenziale alle controversie sul licenziamento illegittimo, e si ritorna al rito unico, sempre nell’ottica di accelerare le tempistiche dei procedimenti.

– In tema di espropriazione immobiliare vengono introdotte nuove norme per garantire una maggior tutela del debitore e la possibilità, per quest’ultimo, di ottenere l’autorizzazione da parte del giudice a vendere direttamente il bene pignorato.

– La riforma si muove a favore della leale collaborazione delle parti. Significa che si vuole disincentivare l’uso della giustizia come mezzo per ledere i diritti altrui.
Con la riforma, ha spiegato il Ministro Bonafede durante la conferenza stampa della scorsa settimana, si vuole che «Il ‘fammi causa’ [ndr: tanto il processo durerà all’infinito] non sia più una minaccia possibile. Chi fa una causa temeraria o chi resiste in una causa non solo paga il risarcimento, ma deve pagare una sanzione a favore della Cassa delle Ammende perché ha creato un danno anche allo Stato».

Il risultato finale della riforma del processo civile sarà un processo con una struttura, come dice Bonafede, ‘a fisarmonica‘: se la causa è semplice, dovrà essere risolta in poche udienze, impiegando la metà del tempo necessario oggi.

Guarda il video integrale della conferenza stampa ufficiale.

https://www.youtube.com/watch?time_continue=334&v=lYNS3QefhJk&feature=emb_logo 15:45

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