“Troppi avvocati, ora un esame di riabilitazione straordinario”
E’ di oggi la pubblicazione, da parte del giornale Il Dubbio, della lettera rivolta allo stesso giornale da parte dall’avvocato Carruba -Ordine degli Avvocati di Roma-. L’argomento centrale dell’epistola è il ruolo dell’avvocato e la progressiva perdita di credibilità dello stesso di fronte ad un incessante aumento nel numero degli iscritti ai vari albi territoriali. A questo punto, Carruba, nel proporre una soluzione avanza una provocazione; vediamo quale.
La proposta di Carruba: “esame di riabilitazione straordinario a cui sottoporci tutti”
La lettera firmata dall’Avvocato Carruba, dell’Ordine degli Avvocati di Roma, e pubblicata oggi da Il dubbio pone i riflettori su una problematica finora probabilmente poco affrontata, ma dall’indubbia rilevanza tanto etico-professionale quanto socio-culturale. Lo stesso incipit, utilizzando il sostantivo “ipertrofia” in riferimento alla professione forense, sembra subito mettere in chiaro tone of voice e personale punto di vista a riguardo. E, in effetti, solo due righe più in basso si arriva al punto: “In Italia siamo troppi”, e ciò pone la base ad alcuni importanti problemi.
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Il riferimento è, innanzitutto, alla corsa al ribasso nei corrispettivi e, in secondo luogo, allo svilimento del valore della professione. Infine, l’effetto definito “peggiore”: il “decadimento complessivo della qualità e della competenza nell’esercizio della professione forense a discapito della difesa dei diritti di chi si rivolge alle toghe”. In questo ambito rientrano, a detta dello stesso Carruba, la decadenza del rispetto della deontologia, della dialettica con i Magistrati, della correttezza tra Colleghi, “sino alle qualità delle stesse difese messe in campo”.
Per altro, la riflessione dell’Avvocato non sembra voler in alcun modo ledere all’autorevolezza dei giovani avvocati: “chi è bravo, competente, all’altezza […] avrebbe tutto da guadagnare”. Da cosa? Dalla sua proposta, immediatamente conseguente: un esame di riabilitazione straordinario cui sottoporre tutti gli attuali iscritti all’albo, indipendentemente dall’età. L’obiettivo sarebbe quello di “dimezzare il numero degli iscritti agli Ordini territoriali”, ponendo così un freno alla deriva attualmente in atto.
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