7 Febbraio 2022

In Italia più revisori legali che in tutta la UE

Revisori legali numerosi in Italia rispetto al resto dell’UE, ma con pochi incarichi

Ci sono più di 122mila revisori legali in Italia che tuttavia nel 67% dei casi risulta inattivo. Dunque, molti di questi non esercitano la professione e i guadagni derivano per la maggiore dalle poche società di revisione esistenti. Nello specifico, i ricavi più significativi si riscontrano nelle cosiddette Big Four, le quattro società di revisione che si spartiscono il mercato mondiale.

Report Ministero dell’Economia sul mercato: in Italia molti revisori legali ma inattivi

Per comprendere meglio la disparità tra numero di revisori e possibilità d’impiego si pensi che in Germania se ne contano 17mila e in Francia 13mila. Dunque, una differenza significativa rispetto al numero italiano, che purtroppo si ritrova spesso senza lavoro da diversi anni. Dunque, la maggior parte degli iscritti fa parte dei revisori in maniera fittizia: quasi 84mila soggetti non svolge l’attività da almeno tre anni.

È il Ministero dell’Economia a effettuare l’analisi di questo mercato e a condividerne i risultati nel Registro dei Revisori Legali. Inoltre, il Ministero interviene su questa realtà agendo su due fronti differenti. Ovvero, con:

  1. La sospensione e successiva cancellazione di chi non è in regola con il contributo annuale d’iscrizione, che attualmente è di 35 euro;
  2. Il controllo sul rispetto degli obblighi di formazione.

Disparità tra società e professionisti nello spartire gli incarichi

Per quanto riguarda il valore di tale mercato, il report chiarisce che esso corrisponde al valore di oltre 700 milioni di euro. In aggiunta, si nota che i professionisti svolgono incarichi di piccola-media entità con corrispettivi di circa 10mila euro. Invece, i mandati di maggior rilievo si ricoprono da società che gestiscono quasi tutti gli incarichi sopra i 30mila euro.

Quale sarà il motivo dietro questa distinzione? Secondo il Mef sono più fattori a influenzare la scelta, ossia:

  • Reputazione;
  • Capacità di emergere e distinguersi dalla concorrenza;
  • Copertura geografica maggiore;
  • Capacità d’investire in risorse professionali.

Di conseguenza, sebbene gli incarichi che i professionisti ricoprono sono il 77% del totale, le società di revisione si aggiudicano comunque la fetta maggiore del mercato.

Sospensione per morosità degli iscritti non in regola coi contributi

Ora, notiamo che si rileva un calo del 21% di iscritti al Registro dei revisori da gennaio 2018 a novembre 2021. Ebbene, solo negli ultimi due anni sono scomparse oltre 14mila posizioni. È in buona parte un effetto della decisione del Mef di procedere alla sospensione per morosità degli iscritti non in regola con il contributo annuale.

Inoltre, nel 2020 e 2021 il Ministero vara quattro decreti con altrettanti elenchi di professionisti e società sospesi. Questi hanno almeno sei mesi di tempo per regolarizzare la loro posizione. Solo a seguito dei primi due decreti (dall’iter concluso), sono cancellate 8.483 persone fisiche e 35 società. Invece, dei circa 5.200 revisori sospesi con gli ultimi due decreti, 2.561 devono ancora mettersi in regola.

L’importanza della formazione professionale

Infine, è in arrivo anche la stretta nei confronti dell’educazione e formazione professionale. Effettivamente, secondo il report la partecipazione al primo triennio formativo è stata “non del tutto soddisfacente”.

Il 19 ottobre scorso entra in vigore il decreto ministeriale 135/2021Questo riguarda la procedura per l’adozione delle sanzioni per chi viola le norme sui revisori legali e le società di revisione. Dunque, inclusi gli obblighi di formazione. Per concludere, il Ministero ammette che gli iscritti si possono mettere in regola con il triennio 2017-2019 entro il 16 febbraio.

 

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